mercoledì 22 aprile 2015
La triste parabola dei Mastini Tibetani: prima cani pagati a peso d’oro, ora finiscono ai macellai
Oltre un milione di euro. Questo è stato il prezzo pagato un anno fa per un cucciolo di Mastino Tibetano rosso.
Una cifra esagerata, probabilmente spinta in alto per motivi di marketing e per sottolineare lo «status symbol» dei nuovi ricchi cinesi.
Ma comunque fino a un anno fa quel tipo di quattro zampe, la cui razza discende dai cani usati per la caccia dalle tribù nomadi di Tibet e Asia centrale, aveva un prezzo elevatissimo, difficilmente sotto i 200mila euro.
Ora, però, il loro mercato è cambiato e a farne le spese sono proprio loro.
Nei giorni scorsi 20 esemplari di Mastino Tibetano, insieme ad altri 150 cani, sono stati trovati in strette gabbie trasportate su un camion.
Come racconta il New York Times, se non fosse intervenuto un gruppo di animalisti, il loro viaggio sarebbe terminato in un mattatoio nel nord-est della Cina, dove sarebbero stati venduti per circa 5 euro.
Una volta uccisi, la loro carne sarebbe finita nei ristoranti e il resto sarebbe stato usato per le pelli e per prodotti come guanti e giacche.
Durante il periodo d’oro, molti allevatori hanno puntato su questa razza e ora sono in tanti a non riuscire a gestire la situazione.
Data la frenata del boom cinese e a causa di una politica di austerità governativa che condanna chi mette in evidenza il proprio benessere economico, si calcola che i pochi clienti anche presenti siano disposti al massimo a spendere circa 1900 euro, o anche molto meno. Ma mantenere questi animali che possono arrivare anche a pesare 160 kg può costare anche 50 o 60 euro al giorno.
Un business che in poco tempo è stato interessato anche da comportamenti criminali.
In alcuni casi, allevatori senza scrupoli hanno iniziato a fare incroci con altri esemplari non di razza o, addirittura, a ricorrere a operazioni di lifting a base di silicone per rendere i cani ancora più possenti e, dunque, interessanti per i compratori.
Nel 2013 un proprietario aveva fatto causa a una clinica perché il suo cane era morto durante un lifting facciale.
La motivazione? «Se il mio cane appare più bello - raccontava l’uomo -, i proprietari delle femmine saranno disposti a pagare di più per accoppiarle».
Non è però la prima volta che gli effetti delle mode, del consumismo scellerato, finiscono per creare business sulla pelle degli animali, con boom di allevamenti che terminano in abbandoni di massa.
«Dieci anni fa erano Pastori Tedeschi, poi Golden Retriever, poi Dalmata e poi Husky - ha raccontato un’attivista cinese al New York Times -, ma visti i prezzi folli dei Mastini Tibetani, non avrei mai pensato di vederli caricati su un camion venduti come carne da macello».
Fonte: lastampa.it
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