venerdì 27 febbraio 2015
Daruma, le bambole talismano
Le bambole Daruma sono in Giappone alcuni dei più popolari talismani portafortuna.
Rappresentano Bodhidharma, il primo patriarca della dottrina buddista Zen, il quale, nel V secolo, restò seduto per nove anni dinanzi a un muro ritenuto sacro a meditare senza muovere il minimo arto.
La leggenda vuole che i suoi arti e i suoi occhi siano caduti perché atrofizzati.
L’idea di fabbricare questa bambola è attribuita al sacerdote Togaku che, nel 1764, la fece costruire in modo che potesse portare fortuna, felicità, prosperità e scongiurare incidenti e disgrazie.
La bambola in poco tempo fu riconosciuta come simbolo della regione.
La Daruma doll raffigura un uomo con la barba; Inoltre ha due occhi privi di pupille. Questo racchiude un significato molto profondo: La prima pupilla verrà disegnata quando si inizia un progetto mentre, la seconda pupilla verrà disegnata dopo averlo portato a termine.
Le bambole hanno diversi ideogrammi giapponesi disegnati: longevità, vittoria e buona fortuna.
La Daruma originale è di colore rosso (per ricordare la veste rossa indossata dal fondatore zen) ma ci sono di vari colori, ognuno ad indicare il diverso traguardo da raggiungere:
Rosso: portafortuna generale
Giallo: Soldi
Blu: per lo studio o per il lavoro
Rosa: amore
Nero: scacciare la sfortuna
Verde: per la salute.
Circa l’80% della produzione delle bambole Daruma è effettuata nella città di Takasaki, nella prefettura di Gunma, che ogni anno, il 6 e il 7 gennaio, raduna acquirenti da tutto il Giappone.
Solitamente si scrive il cognome del proprietario sulla parte inferiore della bambola, ma può essere dipinta anche una parola a scelta.
Esistono non poche canzoni e filastrocche che rendono omaggio al patriarca Zen, musa di queste creazioni, e tanti sono i riti di purificazione che ne conseguono; per esempio il rituale di bruciare le bambole nei templi che le hanno “marchiate” come segno di attesa, determinazione e costanza, da parte del proprietario verso la realizzazione del desiderio.
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