Le miniere di carbone a cielo aperto provocano il cancro ai polmoni.
Il collegamento diretto fra l’impattante pratica di estrazione del combustibile fossile e la tremenda patologia è stato scoperto, per la prima volta, da uno studio del Mary Babb Cancer Center della West Virginia University condotto sulle miniere degli Appalachi. La ricerca ha appurato che il particolato sparso in atmosfera durante i lavori nelle cave aumenta l’incidenza del cancro ai polmoni nella popolazione che vive nei pressi.
La tesi compare in maniera inequivocabile nell’introduzione dello studio, che conferma sospetti già avanzati da precedenti lavori scientifici.
Nel frattempo è finita sui media americani la storia di un tecnico di laboratorio della stessa università dichiaratosi colpevole di aver falsificato i test sulla qualità dell’acqua di quelle zone dietro pressioni dell’industria del carbone.
Un fatto inquietante, che genera sospetti su chissà quante altre ricerche passate e timori per quelle future. Ma anche un gesto disperato, estremo tentativo di un sistema che percepisce il rischio di finire sulla via del tramonto.
A dargli il colpo di grazia, come se non bastasse, arriva un nuovo report dal Kentucky (l’autore è Sierra Club), che punta il dito sulle miniere a cielo aperto in quanto dannose per l’ecosistema.
I problemi per la salute di questa pratica sono stati documentati più volte da ricerche con numerose peer reviews, ma l’industria ha sempre cercato di scaricare la colpa su altre cause.
Le critiche che miravano a squalificarle puntavano sul fatto che si trattava soltanto di studi che sottolineavano una aumento della malattia nelle comunità minerarie.
Con questo studio le prove che la polvere mineraria raccolta dai residenti causi mutazioni cellulari cancerogene nei polmoni umani, secondo i ricercatori sono schiaccianti.
Hanno esposto in laboratorio il tessuto polmonare umano alla polvere raccolta sul posto, verificando irrevocabilmente che esiste un rapporto di causa-effetto.
Adesso tocca alla politica. Gli amministratori in West Virginia e Kentucky si stanno organizzando per rispondere alla domanda: come diversificare le economie basate sul carbone?
Fonte: rinnovabili.it
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