Il 9 novembre di 25 anni fa, cadeva il muro di Berlino.
La storica data segnò la fine della Guerra Fredda che per 28 anni divise in due non solo una città, ma un’intera nazione.
Venticinque anni dopo, la Germania festeggia le “nozze d’argento” con numerose manifestazioni.
La più significativa riguarda l’installazione creata da due giovani artisti tedeschi, Christopher e Marc Bauder.
Dal 7 al 9 novembre ricreeranno l’autentica suddivisione fra Berlino Est e Berlino Ovest, accostando migliaia di palloncini bianchi che richiamano le forme dei lampioni della luce. L’installazione, chiamata "I confini della luce" illuminerà Berlino per tre giorni e due notti.
Verrà inoltre data la possibilità per chi voglia, di “adottare” uno degli 8.000 palloncini che al termine della performance saranno sganciati e lasciati fluttuare nell’aria.
Gonfiati ad elio e forniti di illuminazione al Led che durerà per diverse ore prima di spegnersi, i palloncini sono stati creati con materiale biodegradabile, la cui decomposizione sarà favorita dagli agenti atmosferici.
I due artisti tengono a precisare che il motivo di tale creazione è data proprio dal contrasto dei palloncini, così fragili e leggeri, in totale antitesi con il cemento armato con cui era stato creato il Muro.
Il progetto, è liberamente ispirato ai numerosi cortei di protesta dei manifestanti che precedettero la riunificazione e l’effettiva demolizione del Muro.
Oggigiorno non è rimasto molto di quel crudele simbolo di divisione fra blocco sovietico e americano, è però possibile trovare alcuni resti del Muro in molte parti del mondo.
Dei 161 chilometri che divisero Berlino sono stati lasciati sei punti come monumenti storici, il pezzo più lungo è l’East Side Gallery: una galleria a cielo aperto lunga poco più di un chilometro ricoperta di murales e graffiti di artisti famosi e non.
Tra questi, il più esemplare raffigura Erich Honecker, segretario generale del partito della Germania dell’Est mentre bacia sulla bocca il segretario del PCUS, partito dell’Ovest, Leonid Brežnev.
Oltre al territorio tedesco, è possibile trovare resti del Muro in tutto il pianeta.
L’agenzia di stampa britannica Reuters, per il venticinquesimo anniversario, ha chiesto ai suoi fotografi di immortalare i frammenti di Muro sparsi nei vari continenti.
Ne sono stati trovati, in Corea del Sud, a Santa Barbara in California, a Madrid, a Città Del Capo in Sudamerica e in Indonesia.
Dove originariamente giaceva il Muro, invece, è stato realizzato nel 2006 un percorso ciclabile che percorre tutta la lunghezza, 161 chilometri attorno a quella che era la parte Ovest della città e dove è possono trovare testimonianze e foto del periodo pre, post e durante il muro.
Ciò che fa effetto è quello che permane nella mente della collettività, il ricordo di quegli anni di privazione della libertà personale a causa della trappola mortale che ha diviso famiglie, amici e concittadini.
Ancor oggi è considerato il simbolo più crudele della cortina di ferro e detiene il macabro onore di rientrare nella lista delle cinquanta date che hanno cambiato la storia dell’umanità.
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