lunedì 29 settembre 2014
Turf Church of Hof: l'ultima chiesa dal tetto verde d'Islanda
Una spettacolare chiesa dal tetto verde, immersa nella natura, molto diversa dalle cattedrali che ci aspetteremmo altrove nel mondo.
Hof è un piccolo villaggio nel sud-est dell'Islanda, a circa 30 chilometri ad est di Vatnajökull, e 20 chilometri a sud del Parco Nazionale di Skaftafell.
I tetti verdi sono molto comuni in Islanda per quanto riguarda le case dei villaggi. Questa pratica si è sviluppata nel Nord Europa già a partire dell'età del ferro. Ma solo da un paio di decenni la stiamo riscoprendo nel resto dell'Occidente.
Gli uomini in passato iniziarono a ricoprire i tetti con un tappeto erboso per riparare le abitazioni dal freddo. La pratica dei tetti verdi dal 18esimo secolo interessò le abitazioni e gli edifici in legno del villaggio di Hof e di altre località dell'Islanda.
Le chiese non erano escluse da questa pratica. Alcuni di questi edifici sono sopravvissuti fino ai giorni nostri e la Hof Church ne è un esempio.
Fu costruita nel 1884 e dotata di un tappeto erboso sul tetto, secondo i metodi di edificazione del tempo. Ha pareti spesse e pesanti per isolare dal freddo. Il tetto è in lastre di pietra e coperto dall'erba.
Ora questa singolare chiesa dal tetto verde fa parte dei monumenti storici islandesi.
A costruirla furono il falegname Pall Palsson e il fabbro Porsteinn Gissurarson.
Ora la chiesa dal tetto verde è gestita dal Museo Nazionale Islandese, ma serve ancora come edificio parrocchiale.
I tetti verdi in Islanda venivano utilizzati su tutti i tipi di edifici, dalle stalle alle chiese. Dal 20esimo secolo questa tradizione iniziò ad essere abbandonata e ai giorni nostri soltanto un gruppo ristretto di falegnami e artigiani conserva e cerca di tramandare questa arte.
La chiesa islandese dal tetto verde ha un aspetto magico e surreale. Sappiamo bene quanto i tetti verdi siano utili per il risparmio energetico e per l'assorbimento dell'acqua piovana.
Sarebbe davvero bello se la tradizione dei tetti verdi venisse ripresa in Islanda e si diffondesse altrove, sfruttando anche le tecnologie di oggi.
Marta Albè
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