La Palazzina di caccia di Stupinigi è un'opera di Filippo Juvarra, iniziata nel 1729 e finita nel 1754 facente parte del circuito delle Residenze Sabaude, sito seriale proclamato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
È situata nella località di Stupinigi (frazione di Nichelino), alla periferia sud-occidentale di Torino. Il territorio definito in età medioevale Suppunicum presentava già un piccolo castello, tuttora visibile a levante della palazzina (via Vinovo di Stupinigi), che anticamente difendeva il paese di Moncalieri: esso era possesso dei Savoia-Acaia, ramo cadetto della dinastia, ma passò sotto la proprietà di Amedeo VIII di Savoia quando l'ultimo degli Acaia morì nel 1418.
Amedeo VIII lo lasciò in proprietà nel 1439 ad un membro della famiglia, il marchese Pallavicino di Zibello, ma i Savoia ne tornarono in possesso quando Emanuele Filiberto ne reclamò la proprietà nel 1564.
Per volontà del duca, il castello e le terre adiacenti vennero lasciate all'Ordine Mauriziano.
Siccome il Gran Maestro dell'Ordine era il capo di Casa Savoia, Stupinigi era gestito direttamente da questi, e nel corso degli anni le terre adiacenti al castello erano divenute uno dei luoghi prediletti per le battute di caccia dei duchi, insieme ai boschi di Altessano (dove a metà Seicento fu costruita Venaria).
Fu Vittorio Amedeo II di Savoia a decidere la trasformazione del complesso in forme degno del titolo reale cui era ascesa Casa Savoia.
Nell'aprile 1729,quando già aveva deciso di abdicare, egli affidò il progetto a Filippo Juvarra.
Una sorta di lascito per il suo Primo architetto civile e per il figlio Carlo Emanuele III.
Formalmente la palazzina di caccia fu inaugurata alla festa di Sant’Uberto del 1731 e da allora vi si tennero numerose battute di caccia.
Tuttavia, la fabbrica fu terminata (nella sua fase juvarriana) solo con i lavori del triennio 1735-37, quando, fra l’altro, si concluse la decorazione degli appartamenti del re e della regina.
A causa della Guerra di successione polacca, tuttavia, la vera inaugurazione del complesso alla vita di corte avvenne, però, nel maggio 1739, in occasione della visita a Torino del Granduca di Toscana Francesco di Lorena, futuro imperatore del Sacro Romano Impero e fratello della regina di Sardegna Elisabetta Teresa.
È importante comprendere che nel Settecento Stupinigi non era una vera e proprio residenza,nel senso di luogo in cui sovrani e corte si trasferivano per soggiorni più o meno lunghi.
Come mostrano studi recenti, i sovrani sabaudi risiedevano a Torino solo per alcuni mesi, normalmente da Natale a Pasqua: dopo di che essi iniziavano a trasferirsi nel circuito delle residenze che circondava la capitale, alternando tali soggiorni a viaggi fuori dal Piemonte (soprattutto in Savoia e, più raramente, nel Nizzardo).
Le loro residenze principali restarono sino a fine Settecento la Venaria e Moncalieri.
Stupinigi era usata, normalmente, come palazzina di caccia, ed era luogo di brevi soggiorni, normalmente una o due notti al massimo .
Ciò spiega perché sino alla Restaurazione Stupinigi non avesse un proprio governatore (come avevano, invece, Venaria e Moncalieri). Al contrario, la carica di governatore di Stupinigi era assegnata al comandante di Venaria, cioè al numero due dell’organigramma della Reggia.
Il governatore di Venaria, infatti, rivestiva anche la carica di Gran cacciatore di Savoia e il suo vice era il Comandante dell'equipaggio. Poiché Stupinigi veniva utilizzando quasi unicamente come palazzina venatoria, e in quei casi l'equipaggio di caccia di Venaria si spostava in essa, nulla di più naturale che al comandante l'equipaggio, e numero due della Venaria, fosse assegnato di diritto il comando di Stupinigi.
I tre comandanti di Stupinigi che si succedettero fra 1751 e 1836 avevano tutti iniziato la loro carriera alla Reggia di Venaria. Paolo Giuseppe Avogadro di Casanova, comandante dal 1751 al 1769, era stato nominato «gentiluomo della Venaria» nel 1736; Luigi Ciaffaleone di Villabona, comandante dal 1777 al 1791, aveva iniziato la propria carriera a corte come «paggio della Venaria», divenendo «gentiluomo della Venaria» nel 1754; Luigi Umoglio della Vernea, ultimo comandante di Stupinigi, seguì la stessa carriera: «paggio della Venaria» (1770ca.), «gentiluomo della Venaria» (1776) e, infine, comandante nel 1791; perso il suo ruolo durante l'occupazione francese lo ricuperò alla Restaurazione, mantenendolo sino all'età carloalbertina.
Il governatore di Stupinigi, quindi, era tale in quanto Comandante dell'equipaggio, ed era sottoposto alle dirette dipendente del Governatore di Venaria e Gran cacciatore di Savoia.
Anche se le residenze di Venaria e di Moncalieri (quest'ultima soprattutto dal 1773, con l'ascesa al trono di Vittorio Amedeo III e Maria Antonia Ferdinanda) restavano la principali sedi delle feste di corte, dagli anni Sessanta anche Stupinigi fu usata, pur se occasionalmente, per importanti ricevimenti, soprattutto in occasioni di visite di ospiti importanti.
Di grande importanza fu poi la festa del 1773 per il matrimonio tra Maria Teresa di Savoia e il conte d’Artois (il futuro re di Francia Carlo X).
Fra gli ospiti vanno ricordati almeno l'imperatore Giuseppe II, nel 1769, lo zarevic Paolo Romanov (futuro zar Paolo I) e sua moglie nel 1782, e il re di Napoli Ferdinando I di Borbone. con la moglie Carolina, nel 1785.
La costruzione si ampliò durante i regni di Carlo Emanuele III e Vittorio Amedeo III con il contributo di altri architetti, tra i quali Prunotto, Bo e Alfieri.
Nel 1740 furono aggiunte altre due ali, ospitanti le scuderie e le rimesse agricole.
Anche Napoleone Bonaparte vi soggiornò, dal 5 maggio al 16 maggio 1805, prima di recarsi a Milano per cingere la Corona Ferrea.
Qui egli discusse con le principali cariche politiche di Torino, accogliendo il sindaco, la magistratura e il clero, con a capo il cardinale Buronzo. Sembra che il cardinale, severamente redarguito dall'imperatore per le sue presunte corrispondenze con Carlo Emanuele IV di Savoia, sia stato oggetto di una discussione che ebbe come risultato la sua sostituzione con il vescovo di Acqui Terme, monsignor Della Torre.
La carrozza di Napoleone
Nel 1832 la palazzina divenne di nuovo proprietà della famiglia reale e il 12 aprile 1842 vi fu celebrato il matrimonio tra Vittorio Emanuele II, futuro primo re d'Italia, e l'austriaca Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena.
Fu poi ceduta al demanio statale nel 1919 e nel 1925 fu restituita, con le proprietà circostanti, all'Ordine Mauriziano.
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