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venerdì 25 aprile 2014

EURO SI O NO



Ormai sempre più persone iniziano a sostenere che bisogna uscire dall'euro.
Pian piano sta crollando quel muro di gomma che è stato innalzato dai dogmi della nuova disciplina feudale monetarista che da sempre sostiene in maniera molto miope e radicata, che un'eventuale uscita dall'euro comporterebbe il collasso assoluto, facendo leva su del vergognoso e criminale terrorismo psicologico.
Anche le più rigide cattedre accademiche si spaccano in due.
Chi vede l'euro come un buon progetto, ma mal strutturato (o un buon progetto con un'Italia mal strutturata internamente) e chi invece vede nel progetto euro un progetto sempre ben strutturato, ma non per i bene dei paesi europei, ma per il bene di un cartello oligarchico di speculatori dell'alta finanza che hanno tutto l'interesse a distruggere nazioni come la nostra per incrementare i loro affari.
Si evince da entrambe le posizione che l'euro non è certo un vantaggio per noi
Dinanzi a ciò bisogna fare una breve considerazione: e informare su cosa significhi realmente uscire dall'euro ritornando ad una moneta sovrana.
Anche da parte di molti anti-euro c'è una confusione abissale su tale tema.
Nessuno dice che se oggi usciamo dall'euro e ritorniamo a battere moneta, domani la crisi finisce e l'Italia ritorna ad essere il paese delle meraviglie.
Sarebbe sciocco pensarlo e stupido sostenerlo.
Innanzitutto uscire dall'euro non è così semplice come si crede e richiederà l'intervento di un gruppo di esperti qualificati in grado di guidare l'Italia fuori da questo incubo economico.
Molti pensano che abbandonare l’Eurozona e ritornare alla Lira significhi semplicemente dire all'Ue che noi oggi molliamo l'euro e che da domani torniamo a battere una nostra moneta sovrana.
Non è così.
Uscire dall'euro significa rompere drasticamente gli obblighi italiani firmati e ratificati dai traditori della Patria che hanno consegnato "legalmente" e "giuridicamente" la nostra penisola all'Europa dei tecnocrati dell'eurozona.
Sul discorso del cambio, come ha detto l'economista Borghi pochi giorni fa in tv, basterebbe fare un passaggio concordato di 1 a 1. Ciò non comporterebbe grandi cambiamenti sotto quel punto di vista.
Per questo riguarda il resto, uscire dall'eurozona significherà fare default in euro togliendo la capacità all'Italia di ottenere qualsiasi tipo di prestito in euro. Il debito che avevamo in euro verrà riconvertito in nuove lire che inizialmente grazie al default varranno molto poco, portando il debito ad un drastico aumento.
La Germania inizierà i ricatti sul piano commerciale, molti ritireranno i propri investimenti e via dicendo.
Successivamente bisognerà rinegoziare i crediti con i privati convincendoli a prendere ciò che passa il convento; e anche in quella situazione non sarà una passeggiata.
Le banche italiane ne risentiranno trascinandosi dietro quelle europee e tanto altro.
Quindi chi come me sostiene che bisogna uscire dall'euro, deve sapere che tale scelta avrà delle conseguenze sull'economia italiana non indifferenti (ma pur sempre meno dannose delle politiche di austerità).
Successivamente però, cosa succede? Innanzitutto chi dice che con una nuova valuta non saremo più in grado di acquistare materie prime, deve sapere che le materie prime sono acquistabili con qualsiasi valuta al mondo. E normalmente in dollari.
Chi invece sostiene che ritornando alla lira saremo divorati dall'inflazione, documenta di non conoscere l'inflazione perché:
1° Il pericolo inflattivo in una moneta sovrana è facilmente controllabile mediante la tassazione e altre 1000 manovre.
2° la svalutazione non c'entra nulla con l'inflazione
3° l'inflazione può nascere da shock esogeni o dovuti alla domanda. La moneta sovrana non c'entra nulla con l'inflazione, se questa viene utilizzata con criterio.
A parte questo, successivamente succederà che i mercati, non essendo legati ad alcuna corrente morale e ideologica, capiranno che l’Italia avrà di nuovo una sua moneta sovrana e che quindi avrà recuperato la capacità di poter garantire pagamenti puntuali sui propri Titoli di Stato senza bisogno di dipendere da nessuno.
Il debito italiano che si era mutato in lire e che era salito alle stelle non conterà più, visto che saremo sempre in grado di onorarlo.
I creditori scottati dal precedente default, sapranno che non ci sarà più alcun rischio nell'investire sulle nuove Lire, visto che saranno sempre onorate.
Ciò riporterà la fiducia dei mercati portando i tassi delle nuove lire a scendere drasticamente ridando ossigeno all'economia italiana che da anni veniva soffocata dall'eurozona.
Di conseguenza gli stessi mercati vedranno che l'Italia, grazie alla sua nuova lira sovrana, sarà ritornata a spendere a deficit che non è mai stato un male per una nazione sovrana, anzi, il contrario; proprio come non è mai stato un male il debito pubblico.
Tale condizione riporterà la capacità dell'Italia di investire per nuove infrastrutture, per il patrimonio artistico, per la modernizzazione, per la sanità, per l'istruzione, per la creazione di posti di lavoro per i disoccupati etc, incentivando di nuovo anche la capacità di investire, produrre, risparmiare e via dicendo, riportando denaro nelle riserve delle ex banche che erano state bastonate. Vedendo tutto ciò, i mercati, che non sono stupidi, inizieranno a guardare la nostra penisola con grande interesse, portandoli a voler investire su di noi comprando nuovi titoli che, con la nuova lira, saranno sempre onorati.
Quindi chi sostiene che uscire dall'euro non è possibile, deve sapere che uscire dall'euro si può; e chi sostiene che bisogna uscire dall'euro, deve sapere che tale scelta avrà delle ripercussioni a breve termine.
Un breve periodo in cui bisognerà "stringere la cinghia"; ma questa volta NON per il bene dell'europa delle banche, ma per il bene dell'Italia, ritornando ad essere il paese che nonostante l'uscita della 2° guerra mondiale è diventata dal nulla la 4° potenza economica al mondo.

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