E' un diritto di tutti quei genitori che vogliono far crescere i loro figli nel rispetto della natura e degli animali
Poiché è un nostro dovere educarli, perché possano nel loro futuro avere un mondo migliore.
Non dimentichiamoci che senza animali e piante la terra non è vivibile per l'uomo.
La LAV Grosseto ha scritto alle scuole elementari e medie del capoluogo e dintorni chiedendo di non consentire la promozione nei loro istituti
degli spettacoli del Circo Orfei
E' infatti pratica di uso comune la distribuzione, all'interno delle scuole pubbliche, di materiale pubblicitario o biglietti omaggio per spettacoli circensi nei quali vengono esibiti animali.
La LAV si muove per la dismissione degli animali dai circhi nella convinzione che anche in ambito educativo sia fondamentale proporre il rispetto dell'altro (umano o animale) nella sua dimensione di libertà corrispondente ai reali bisogni fisiologici ed etologici in un ambiente naturale.
"Oltre 600 psicologi – ha scritto ai dirigenti scolastici Giacomo Bottinelli, responsabile LAV Grosseto - hanno preso posizione in tal senso condividendo il documento proposto dalla psicologa Annamaria Manzoni nel quale si esprime motivata preoccupazione sulle conseguenze pedagogiche, formative e psicologiche dell'esposizione di minori a spettacoli con animali.
I contesti nei quali gli spettacoli si tengono, lungi dal permettere ed incentivare la conoscenza per la realtà animale, sono veicolo di una educazione al non rispetto per gli esseri viventi, inducono al disconoscimento dei messaggi di sofferenza e ostacolano lo sviluppo dell'empatia, che è fondamentale momento di formazione e di crescita, in quanto sollecitano una risposta incongrua, divertita e allegra, alla pena, al disagio, all'ingiustizia".
In provincia di Grosseto la LAV ha portato già in alcune scuole dell'infanzia il progetto "Liberiamo gli animali!", volto a sensibilizzare i giovanissimi al riconoscimento del diritto degli animali di vivere nel proprio habitat.
Da un altro punto di vista è opportuno evidenziare che la diffusione di materiale pubblicitario all'interno delle scuole, in assenza di una esplicita dichiarazione di consenso, può veicolare messaggi in contrasto con le linee educative delle famiglie.
Il Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 specifica chiaramente che (art. 130 comma 3) le comunicazioni con finalità commerciale le quali rientrino in tutti i casi che non prevedano l'uso di sistemi automatizzati, sono ammesse solo con il consenso espresso dall'interessato e che il consenso è da intendersi validamente prestato solo se è documentato per iscritto (art. 23 commi 1, 2, 3). Trattandosi di minori il consenso informato dovrebbe essere espresso in forma scritta dal genitore o dal tutore legale in sua assenza.
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