giovedì 30 gennaio 2014
Una delle tante (troppe) notizie taciute dai media
A fine dicembre tre gravi attentati hanno colpito Volgograd (ex Stalingrado, nel cuore della Russia), causando 34 morti.
Gli atti terroristici erano diretti contro le Olimpiadi che si terranno a Sochi nel mese di febbraio.
Le cause sono da ricercare nel separatismo nord caucasico, che si è legato negli ultimi anni alla jihad dell’estremismo islamico, ma che ha origini ben più lontane e radicate nella storia russa.
Sembra che gli organizzatori delle olimpiadi non si siano accorti di un particolare drammatico:
i Giochi 2014 si svolgeranno esattamente nel 150esimo anniversario del ‘genocidio circasso’ del 1864.
La decisione di Mosca, afferma un documento che circola negli Stati nord-caucasici “simboleggia la criminale celebrazione, da parte russo-imperiale, della sistematica repressione e della totale distruzione del popolo circasso.
La costruzione del Villaggio Olimpico sui luoghi delle fosse comuni delle vittime, simboleggia la negazione di quelle atrocità”.
Sochi, rammenta la dichiarazione,“è la capitale storica della Circassia e uno dei porti da cui furono deportati verso l’esilio, su minaccia di morte, circa un milione di circassi sopravvissuti alla guerra”.
Il conflitto fra la Russia ed i paesi del Nord-Caucaso entro il quale si compì anche il dramma circasso, ha radici lontane.
Basti pensare alla guerra che durò dal 1817 al 1864 e i cui effetti sono all’origine anche di fenomeni inquietanti dei nostri giorni, dalla radicalizzazione dell’Islam in quelle regioni alla minaccia del terrorismo.
Il conflitto nacque dalla contrapposizione di diversi interessi geopolitici, da una parte l’aspirazione dei tre imperi egemoni dell’area, Russia, Turchia e Persia a stabilire il proprio controllo sul Caucaso a tutela della propria “sicurezza”, e, dall’altra, il desiderio delle popolazioni musulmane locali ad avere strutture statali e sociali che non fossero semplicemente la riproduzione dei modelli ottomani o persiani.
La guerra caucasica del XIX secolo agitò profondamente anche la coscienza dell’intelligencija russa, come si legge, per esempio, nell’opera di Lev Tolstoj Chadži-Murat.
Le Olimpiadi di Sochi volute da presidente russo Vladimir Putin per migliorare l’immagine internazionale del paese, stanno provocando l’effetto contrario.
L’impianto olimpico è costruito sulle fosse comuni che ospitano le ossa di centinaia di migliaia di vittime morte nelle guerre di conquista condotte in due secoli dalla Russia zarista, sovietica e post-sovietica.
Il boicottaggio di Sochi proclamato da alcuni leader occidentali, ha un senso non solo come protesta per certe misure liberticide del Cremlino (diritti degli omosessuali, soprusi contro gli oppositori), ma anche come segno di solidarietà per le centinaia di migliaia di ceceni, ingusci, circassi, daghestani, darghini, lezghi ed altri popoli che si sono sacrificati per la loro indipendenza mentre il resto del mondo non sapeva neppure che esistessero.
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