domenica 24 novembre 2013
Ipazia, un frammento di cometa che diventa gioiello
Un'approfondita analisi chimico-fisica suggerisce che un frammento roccioso ritrovato nel deserto libico-nubiano, nella parte più orientale del deserto del Sahara, provenga dal nucleo di una cometa che, cadendo verso la Terra 28,5 milioni di anni fa, è esplosa al contatto con l'atmosfera, dando probabilmente origine a un particolare tipo di vetro usato dagli antichi egizi in gioielleria.
Lo dimostra l'insolito contenuto di carbonio del campione, che porta a escludere che si tratti del frammento di un meteorite
A prima vista sembra un sassolino scuro di forma appuntita, pesante appena 30 grammi. Ma secondo una serie di analisi chimico-fisiche, condotte da Jan Kramers, dell' Università di Johannesburg, in Sudafrica, e colleghi, sarebbe il frammento del nucleo di cometa.
Come si legge su “Earth and Planetary Science Letters”, il campione, che i ricercatori hanno battezzato Ipazia in onore della matematica Ipazia di Alessandria, è ciò che resta di una cometa entrata nell'atmosfera terrestre 28,5 milioni di fa ed esplosa in migliaia di frammenti che sono poi ricaduti nel deserto libico-nubiano, il lembo più orientale del deserto del Sahara.
L'impatto con il terreno ha generato temperature fino a 2000 gradi centigradi, fondendo la sabbia e dando origine a un vetro di silice tipico di questo deserto, noto fin dall'antichità, e detto appunto "vetro del deserto libico".
Un esemplare di questo vetro, sapientemente lavorato a forma di scarabeo, è incastonato in un pendente ritrovato nella tomba del faraone egizio Tutankamon.
Un aspetto peculiare del sassolino è che al suo interno sono stati trovati microscopici diamanti.
Il diamante ha origine da una particolare struttura cristallina degli atomi di carbonio solo in particolari condizioni di pressione, come quelle degli strati geologici più profondi della Terra. Ma si può formare anche per effetto di intense onde di pressione, come l'onda d'urto prodotta da un impatto.
Grazie a una serie di analisi, tra cui la diffrazione a raggi X e la microscopia elettronica a scansione e a trasmissione, gli autori hanno stabilito che Ipazia non può essere un meteorite perché ha un contenuto di carbonio insolitamente alto, maggiore di quello tipico delle condriti carbonacee, cioè delle meteoriti che contengono materiale organico.
La concentrazione è tale da escludere anche l'ipotesi che il carbonio provenga da materiali terrestri presenti nel terreno. Le concentrazioni di carbonio trovate sono invece compatibili con quelle delle particelle di polvere interplanetaria e anche delle polveri della cometa 81P/Wild2 raccolte nel 2004 dalla missione Stardust della NASA. L'ipotesi degli autori è che si tratti di un campione di un nucleo cometario, cioè della parte solida centrale di una cometa, che secondo gli attuali modelli sarebbe costituito di roccia polveri e gas congelati.
Fonte : http://www.lescienze.it
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