Newton, Einstein, Darwin, Turing ma forse anche Socrate: Personaggi con capacità eccezionali di pensiero, concentrazione e focalizzazzione delle idee ed accomunati da una forma di autismo detta sindrome di Asperger.
Le persone affette da questa malattia in genere si comportano in modo inopportuno in contesti sociali, spesso egocentrici ed ipersensibili, mancano di buonsenso ma sono in grado di avere idee eccezionalmente originali, hanno un vocabolario molto esteso ma tendono ad essere pedanti ed hanno interessi molto circoscritti e la loro intelligenza è in genere al di sopra della norma.
Questa forma di autismo tende a colpire prevalentemente gli uomini, tanto che molti degli esperti tendono a definire il ‘cervello Asperger’ un caso estremo di cervello maschile.
Il Professor Micheal Fitzgerald dell’università Trinity College di Dublino ha notato che vari personaggi eminenti presentano le stesse caratteristiche dei suoi pazienti.
Nel suo libro “Autismo e Creatività: Esiste un legame nell’uomo tra Autismo e Capacita’ Eccezionali?” l’esperto presenta prove che personaggi come Ludwig Wittgenstein, W.B. Yeats, Lewis Carroll ed il matematico Ramanujan soffrivano di squilibri tipici della sindrome di Asperger.
Mozart
Questo inoltre e’ quanto emerge da uno studio recente condotto da alcuni ricercatori britannici delle Università di Cambridge e Oxford che conferma quanto sostenuto dal professor Fitzgerald, in particolare, secondo la ricerca inglese, Einstein avrebbe mostrato chiari segni della sindrome di Asperger soprattutto da piccolo: era un bambino solitario e spesso ripeteva in maniera ossessiva le stesse frasi.
Aveva inoltre forti problemi di confusione nella lettura. Nel corso del tempo poi questi sintomi andarono regredendo.
Il padre della relatività divenne infatti un adulto con molti amici e parecchie storie d’amore.
“Ma la passione, l’innamoramento e la capacità di parlare anche di temi lontani dalla propria area di interesse sono perfettamente compatibili con la sindrome di Asperger”, ha spiegato il professore Simon Baron-Cohen di Cambridge in una intervista al ”New Scientist” magazine. “Quello che è veramente difficile per coloro che sono affetti da questa sindrome -ha riferito- è sopportare e gestire una conversazione casuale. Non sono in grado di parlare poco”.
Quanto a Newton, secondo lo studio britannico, avrebbe presentato una sintomatologia assolutamente classica della sindrome: parlava con difficoltà, si immergeva così tanto nel suo lavoro da dimenticarsi di mangiare ed era scontroso con i pochi amici che aveva. E a peggiorare la situazione si aggiunsero anche intorno ai 50 anni depressione e paranoia.
Newton
Ma sia Newton che Einstein sono stati dei geni assoluti nel loro campo. Una potenzialità quella di eccellere che, secondo il professore Baron-Cohen, potenziale che hanno tutti coloro che sono affetti dalla sindrome di Asperger a condizione che riescano a trovare la via giusta, l’alternativa altrimenti rischia di essere solo la depressione.
Tratto da: http://portalemisteri.altervista.org/
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