UVS NUUR** (lago)
Definirlo “mare” non è così avventato.
L’Uvs nuur è il lago più grande della Mongolia (3.500 kmq, quasi dieci volte il lago di Garda ma con profondità media di soli 12 metri, contro i 133 del Benaco) e ha acque cinque volte più salate del normale livello marino.
L'Uvs evoca misteriose suggestioni e attira 220 specie di uccelli, stanziali e migratori (aquile, gru, oche e perfino gabbiani) sulle sue sponde spoglie e paludose.
I pesci che vivono in questo lago sembra non siano commestibili.
A rendere speciale questa zona è il bacino del lago, che dal 1994 è area strettamente protetta e, grazie alle sue singolari peculiarità, inserito nel Programma internazionale sulla biosfera per verificare i cambiamenti climatici del pianeta. In questa zona si registrano sbalzi termici impressionanti, dai +40 ai -60 gradi.
Il bacino del lago Uvs è popolato da specie animali rare, come l’argali e l’ibex siberiano, che si muovono in un paesaggio da favola, caratterizzato da imponenti ghiacciai spezzati da vallate fiorite (foto di Federico Pistone
UUREG NUUR** (lago)
Circondato da vette che superano i tremila metri, il lago Uureg (237 kmq) si raggiunge dopo un centinaio di chilometri da Ulaangom sulla strada principale per Ulghii.
Contrariamente all’Uvs è più fruibile dai viaggiatori, che possono anche contare su alcune strutture ricettive sulle sue sponde.
Si può anche rischiare di fare il bagno, ma resta il mistero sulla composizione delle acque.
Viene infatti definito “lago salmastro”. In verità si tratta di acque dolci mescolate a sali minerali la cui origine non è ancora stata approfondita.
Ad ogni modo, le zanzare sembrano non gradire molto questo habitat, a tutto vantaggio degli umani. Al confine settentrionale del lago si erge il monte Tsagaan Shuvuut (quasi 3.500 metri) e l’omonima riserva naturale
KHYARGAS NUUR* (lago)
Compare all’improvviso nel nulla del deserto stepposo, questo enorme lago salato (75 chilometri per 31, con una profondità fino a 80 metri) il cui territorio è parco nazionale dal 2000.
Popolato da pesci e uccelli (anche qui la caccia li ha decimati), ha la sua attrattiva maggiore nelle Khar termes, “sorgenti nere”, ricche di solfato, magnesio e calcio. Il flusso d’acqua calda si sprigiona da rocce appartenenti all’era mesozoica: è come fare un bagno nella preistoria. Un piccolo canale collega il Khyargas all’Airag, un laghetto battezzato come il tradizionale latte di giumenta, sulle cui rive si erge un’antica stele di roccia. Il Khan Khukii-Khyargas è una striscia di un’ottantina di chilometri, incastrata fra il lago Khyargas e la strada principale tra Moron e Ulaangom: è parco naturale dal 2000 con l’obiettivo di arginare il fenomeno di desertificazione. L’area è per metà attraversata dalla faglia generata dal terremoto del 1905
KHAR US NUUR** (lago e parco nazionale)
Dall’acqua nera”, una sessantina di chilometri a est di Khovd, è il secondo specchio d’acqua della Mongolia per grandezza (1.153 chilometri quadrati) dopo il Khuvsgul ma è poco profondo, non oltre i quattro metri.
È l’unico luogo al mondo dove vive il temolo mongolo, un pesce della famiglia dei salmoni che raggiunge i 60 centimetri di lunghezza e i 6 chili e mezzo di peso.
È anche un osservatorio ideale per volpi, antilopi e rapaci e fa parte dell’omonimo parco nazionale, insieme agli altri due grandi laghi Khar e Dorgon (salato), collegati fra loro da un lungo braccio d’acqua.
Nel punto più vicino al capoluogo è possibile visitare un santuario degli uccelli (pellicani e rapaci) a cui si può accedere (a pagamento) anche con il fuoristrada.
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