martedì 3 settembre 2013
Il mercato nero degli organi umani
Quanto vale un uomo? O meglio, economicamente parlando, quanti soldi si possono ricavare vendendo un uomo o... parti di esso?
No, non siamo impazziti, ma a leggere il rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sul traffico illegale di organi umani c'è davvero di che rabbrividire.
Secondo gli esperti dell'OMS ogni anno (i dati sono del 2007), nel mondo, vengono eseguiti 21.000 trapianti di fegato, 66.000 trapianti di rene e 6.000 trapianti di cuore: il 5% degli organi utilizzati in questi interventi proverrebbe dal mercato nero, per un giro d'affari stimato tra 600 milioni e 1,2 miliardi di dollari. E l'aspetto più drammatico è che secondo Global Finance Integrity, un'ONG specializzata nel tracciamento dei flussi finanziari illegali, i numeri di questo macabro commercio sono in costante aumento.
A farne le spese sono i cittadini più poveri del mondo, che per un manciata di soldi sono disposti a cedere un rene, un pezzo di fegato, un tratto di intestino o una cornea.
Tutti organi, o parti di organo, delle quali si può fare a meno, anche se con conseguenze gravi e spesso drammatiche.
Ma come sottolinea Sean Fitzpatrick - direttore delle relazioni esterne presso la Banca degli Organi del New England (USA) - in un'intervista a Popular Science, il prelievo di parti di fegato o intestino richiede interventi piuttosto complessi, che difficilmente possono essere effettuati in cliniche improvvisate del terzo mondo. La maggior parte degli organi venduti spontaneamente da donatori sul mercato nero è costituita da reni: l'espianto e l'impianto non sono operazioni particolarmente complesse e non richiedono né attrezzature sofisticate né competenze di altissimo livello.
I principali paesi esportatori di questo singolare “prodotto” sono l'India e il Pakistan, dove secondo l'OMS ogni anno almeno 2.000 persone vendono i loro organi ad acquirenti o intermediari senza scrupoli.
E così negli ultimi anni sono nate organizzazioni specializzate nel turismo dei trapianti: mettono in contatto donatore e acquirente e organizzano gli interventi presso strutture sanitarie compiacenti in paesi dell'estremo oriente o del sud del mondo.
I prezzi? Variano dai 20.000 dollari per un rene indiano ai 160.000 per uno proveniente da Israele.
E al donatore vanno solo le briciole: in media non più di 1.000 dollari.
Ma per chi ha lo stomaco forte, il rapporto dell'OMS prosegue, citando il mercato cinese degli organi umani ufficialmente “donati” dai condannati a morte (12.000 reni e 900 fegati solo nel 2005) ma, di fatto, venduti a caro prezzo ad altri facoltosi cittadini cinesi o pazienti esteri disposti a pagare pur di non attendere una donazione legale.
Secondo gli esperti dell'OMS, sul mercato cinese è possibile procurarsi un rene per 60.000 dollari, ma anche un pancreas, un cuore o un polmone per circa 150.000 dollari.
Nel 2012 il governo di Pechino, nel tentativo di mettere un freno a questo commercio, si è comunque impegnato a proibire l'espianto degli organi dai condannati entro i prossimi 5 anni.
Il commercio di organi è vietato espressamente da tutte le legislazioni del mondo. L'unica eccezione è l'Iran dove ogni anno, secondo le statistiche, 1.400 persone offrono legalmente sul mercato un loro rene per cifre attorno ai 10.000 dollari.
E i riceventi?
Vita dura anche per chi decide di sottoporsi a un trapianto illegale: secondo l'OMS questi pazienti rischiano infatti due volte: prima di tutto per le condizioni sanitarie in cui spesso vengono effettuati gli interventi, ma anche per le scarse garanzie sullo stato di salute degli organi impiantati, che possono essere veicolo di infezioni e malattie tra cui HIV ed epatite.
Fonte : focus.it
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