Fin da bambina, il mio amore per gli anima-li mi portò ad osservarli e comunicare con loro tanto da farmi pensare, contrariamente alle idee comuni, che avessero un’ anima proprio come noi , oggi, dopo anni di studi e ricerche con la conoscenza della floriterapia di Bach, del Reiki e della naturopatia, ho finalmente compreso che le mie sensazioni sono fondate.
La radice stessa della parola è anima e fin dall’antichità, nella stessa lingua latina, già si associava il concetto di anima con quello di anima-le in una assonanza non solo sonora ma soprattutto di significato, può sembrare un gioco di parole ma non è così, gli antichi, con quel termine, indicavano qualcosa che sopravvive al corpo.
Anne e Daniel Meurois-Givaudan nel libro Il Popolo degli Anima-li ( dal quale ho tratto il modo di scrivere la parola ) ci mandano proprio questo messaggio : Gli anima-li hanno un’anima!
Le emozioni hanno un impatto enorme sulla salute complessiva dell’uomo e anche degli anima-li e noi che li amiamo e li scegliamo come compagni di viaggio abbiamo la responsabilità della loro felicità e salute.
Infatti, essi amano, proprio come noi ( anzi di più ) soffrono di solitudine, malinconia, gelosia, paura, a volte sono tristi altre volte allegri e, vivendo a nostro stretto contatto, assimilano i nostri stress e le nostre fobie.
Il medico veterinario M.W. Fox ( Vicepresidente della Humane Society of the United States ) già nel 1962 scrisse un trattato clinico sulla “zoppia per simpatia “ nel cane, dove descrisse come i cani affetti da disturbi emozionali o che vogliono richiamare l’attenzione del padrone fingano di essere feriti ad una zampa e noi che abbiamo anima-li lo sappiamo bene ma all’epoca venne quasi ridicolizzato mentre fortunatamente oggi vi è maggiore apertura a questi fenomeni.
Gli anima-li sono dotati di sensibilità particolarmente sviluppate tanto che spesso i loro comportamenti ci risultano incomprensibili soprattutto perché utilizziamo la nostra parte razionale.
L’anima-le è in grado di vibrare emotivamente in assonanza con l’ambiente e con la vibrazione emotiva e mentale di colui che viene definito il “padrone” ( preferisco chiamarlo compagno di viaggio).
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