Se da una parte c’è chi cerca, anzi pretende, “volume”, dall’altra ci sarà sempre qualcuno che si avvia, invece, alla ricerca quasi introspettiva “del suono del silenzio”.
Ebbene quest’ultimo ossimorico binomio è stato finalmente svelato dagli Orfiled laboratories; la società di Minneapolis è riuscita, infatti, a costruire la più avanzata camera anecoica al 99,99% fonoassorbente.
Dal greco “priva di eco”, la camera anecoica è una delle invenzioni umane che più si avvicina al fantascientifico. Grazie alle componenti di cui è caratterizzata, forma, dimensioni e materiali (essenzialmente fonoassorbenti e fono isolanti), al suo interno è davvero impossibile... sentire volare una mosca!
I suoi scopi e le sue funzioni sono molteplici ed essenzialmente riguardano l’ambito scientifico – industriale.
Tra questi, sono menzionabili, la capacità di misurare livelli di rumore minimi, altrimenti difficilmente calcolabili, e la capacità di prevenire rumori ed interferenze provenienti da elettrodomestici, orologi, automobili, o da qualunque altro tipo di prodotto immettibile sul mercato, che potrebbero provocare inquinamento acustico o superare i decibel massimi stabiliti dalla legge.
Si è rivelata, inoltre, strumento fondamentale per compiere ricerche cliniche sulla sordità e addirittura e per sottoporre a test gli astronauti della Nasa.
Ma le sue applicazioni non si limitano solo a questo: chi meglio di un musicista potrebbe, infatti, apprezzare un “giocattolino” del genere e lasciare, dunque, che i cartoni delle uova attaccati alle pareti del garage diventino scienza all’ avanguardia, con tanto di piramidi e cunei fonoassorbenti capaci di abbattere le riflessioni del suono?
Così, se da una parte, ci si rivolge alla camera come Sacro Graal del suono puro utilizzandola per registrazioni di alta qualità o per produrre musica caratterizzata da una metronomica con molti beats per minute; dall’altra essa è stata anche fonte di ispirazione artistica. Il primo a rimanerne totalmente assuefatto fu, negli anni ’50, il grande compositore di musica atonale contemporanea, John Milton Cage. Il musicista, infatti, dopo essere entrato nella camera anecoica di Harvard, compose uno dei suoi più grandi successi “ 4’ e 33’’ ” : 273 secondi di assoluto silenzio in cui l’uomo, nel suo essere fatto di battiti, respiri, sbadigli, diviene lui stesso musica.
La camera tuttavia, nonostante i suoi numerosi pregi, è riuscita a sfatare il mito del così detto “silenzio d’oro”.
Nessun uomo, infatti, è mai riuscito a trascorrervi all’interno un lungo periodo di tempo, ma dopo un massimo di 45 minuti è facile intuire come si possa, addirittura, iniziare a rimpiangere il rumore assordante del martello pneumatico che, più premuroso di una neo-mogliettina, ci sveglia ogni mattina alle 6.
L’assoluto silenzio, infatti, provoca nell’uomo perdita d’equilibrio fisico e psicologico, senso di smarrimento e allucinazioni. Lo stesso Steven Orfield, responsabile della struttura, spiega che all'interno della sua camera anecoica una volta spente le luci, è possibile sperimentare la più completa privazione sensoriale alla quale l’uomo difficilmente riesce a resistere.
La stanza, infine, è rientrata nel 2008 a far parte del Guinness dei primati come luogo più silenzioso del mondo
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