mercoledì 3 luglio 2013
L'atlatl
Atlatl è il nome atzeco del propulsore, ovvero uno strumento atto a scagliare lance e frecce senza l'uso dell'arco.
È formato da un bastone o da un'assicella in legno o in corno, dotata di un uncino a un'estremità, in cui s'incocca il dardo. In tal modo si prolunga la lunghezza del braccio e si sfruttano anche i muscoli del polso, aumentando la potenza e la gittata dei lanci.
Secondo alcune fonti l'atlatl sarebbe stato inventato in Europa circa 30000 anni fa (non con questo nome, naturalmente), successivamente il suo uso si estese un po' ovunque, divenendo di uso comune attorno ai 10000 anni fa.
L'atlatl è usato ancora oggi dagli aborigeni australiani, che lo conoscono con il nome di “woomera”, dagli abitanti della Papua Nuova Guinea, da varie tribù di nativi del Sud America e del Messico.
Inoltre viene usato dalle popolazioni dell'Artico, per lanciare dardi e arpioni: in Alaska ad esempio il propulsore è conosciuto con il nome di nauliġaun (in lingua Qawiaraq Iñupiaq) e di iksisuun (in lingua Lingít).
Grazie al propulsore si aumenta la potenza del lancio anche di 4 volte rispetto al solo braccio, scagliando i dardi fino a 90-100 metri di distanza.
Il propulsore è stato soppiantato dall'arco in buona parte del mondo attorno all'anno 1000 d.C., a causa della sua maggiore potenza e semplicità d'uso. Nonostante questo l'atlatl presenta innegabili vantaggi: si usa con una mano sola, quindi con l'altra mano si può usare un'altra arma, o una pagaia, nel caso dei cacciatori in canoa; si possono scagliare dardi più pesanti e lo strumento non è sensibile all'umidità atmosferica.
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