A volte ho la tentazione di dare ragione a quei lettori che si chiedono se non abbia di meglio da fare che parlare dei difetti dell’F-35.
Evidentemente sì, avrei molto di meglio da fare, ma se insisto non è tanto per i difetti ma per l’imbarazzante arroganza della Lockheed, da una parte, e degli Stati maggiori italiani, dall’altra, nel persistere a ripetere che a parte ciò, madama la Marchesa, tutto va bene, madama la Marchesa.
Ma se è Nunzio Filogamo a cantare il ritornello uno ci ride sopra.
Se lo fa chi vuol vendere (o comperare, dipende da chi parla) un aereo a colpi di bugie beh, come scrivevano Gino&Michele, anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano.
L’ultima della infinita saga di “cosa non va nell’F-35” la racconta ancora una volta Aviation Week & Space Technology, la rivista statunitense certo non nota per essere un pericoloso covo di luddisti al soldo di chi vuole demolire l’Occidente e la sua civiltà.
Dice il settimanale, in un articolo del 29 maggio, che per imbarcare la versione F-35B del caccia (quella che sarà usata dai Marines americani e dalla nostra Marina Militare) sono necessarie importanti modifiche al ponte di volo e alle sovrastrutture delle navi della classe Wasp.
E questo perché?
Per rimediare ai problemi causati dal calore dei motori dell’aereo.
Ora, le modifiche non sono robetta, a sentire l’ammiraglio Jonathan Greenert, il Chief of Naval operations dell’US Navy (l’equivalente del nostro capo si Stato maggiore della Marina) citato dalla rivista. È una lunga lista di interventi sulle navi in conseguenza della “specifica segnatura termica” dell’F-35B e “per compensare le aumentate sollecitazioni associate agli scarichi del JSF”: schermatura, spostamento e rimozione di sistemi vulnerabili che possono essere danneggiati, quali antenne, imbarcazioni, reti di protezione e stazioni di rifornimento carburante.
Inoltre, dice sempre l’ammiraglio, sarà necessario rinforzare il ponte di volo per sostenere le sollecitazioni, modificare il rivestimento del ponte, installare nuovi sistemi di alimentazione elettrica, aggiornare i sistemi di rifornimento delle munizioni.
Continua l’ammiraglio: bisognerà spostare i sistemi di difesa antiaerea Phalanx, e i lanciatori di missili Sea Sparrow e RAM, e così pure le antenne di comunicazione satellitari e il sistema antincendio della nave.
Bazzecole.
La cosa in sé non era inaspettata.
Da tempo alcuni commentatori non stipendiati dalla Lockheed avevano denunciato il problema rappresentato dalle altissime temperature dei gas di scarico dell’aviogetto.
Ma la società aveva negato l’evidenza, come sottolinea l’articolo di Aviation Week che accusa la Lockheed stessa e il Marine Corps di aver fatto nel 2010 dichiarazioni “erronee” in proposito.
Il portavoce della ditta, John Kent, citato in un articolo del sito DoDBuzz del 14 aprile 2010, disse che le differenze di temperatura con l’AV-8B, che l’F-35 dovrebbe sostituire, “sono molto piccole e non dovrebbero richiedere significative” modifiche.
Non dovrebbero richiedere significative modifiche? Rifare mezza nave non sarebbero significative modifiche?
Aviation Week un po’ maliziosamente sottolinea che la Marina statunitense non ha fatto sapere quanto tempo richiederanno. Sottointendendo che non saranno certo tempi brevissimi. Parliamo probabilmente di mesi di lavoro.
D’altronde, come abbiamo visto, l’elenco delle cose da modificare è lungo e comporta anche il rafforzamento del ponte di volo, non un semplice rivestimento con materiali più resistenti.
Per fare un esempio, nell’agosto 2011 la Marina statunitense dovette far costruire due piattaforme di decollo e atterraggio per l’F-35 nella basi di Beaufort e Yuma per un costo, ciascuna, di 21 milioni di dollari.
Durante le prove avevano scoperto che i gas di scarico dell’aereo frantumavano il cemento (sì, il cemento) della pista sparando tutt’intorno veri e propri proiettili.
Su tutto ciò naturalmente qui da noi c’è blackout assoluto.
Eppure l’F-35B dovrà essere imbarcato sull’ammiraglia della nostra flotta, la portaerei Cavour.
Tra l’altro molto più piccola delle Wasp statunitensi a cui si riferiva l’ammiraglio e dunque la nostra nave è potenzialmente più bisognosa di modifiche perché gli spazi sono più angusti e gli effetti negativi del calore più evidenti.
Quanto costeranno questi lavori?
Quanto tempo richiederanno?
Sarebbe interessante avere un risposta.
Tanto più che nave Cavour è già stata coinvolta in un “infortunio” al ponte di volo. Appena entrata in servizio il rivestimento dovette essere rifatto perché si staccava.
Lo scrisse l’ammiraglio Alberto Gauzolino nel documento “Linee guida dell’Ispettore logistico” del 7 gennaio 2009:
Scrupolosa attenzione dovrà essere posta relativamente alla problematica del distacco del trattamento del ponte di volo al fine di verificare che sia risolta secondo le più ampie aspettative della Forza Armata, ristabilendo le previste condizioni di efficienza, affidabilità e “safety” necessarie per la normale operatività del ponte.
L’ammiraglio parlava di un ponte progettato per gli Harrier che, pochi mesi dopo l’entrata in servizio della nave, già si dissolveva. Cosa succederà con l’F-35B? Faranno il barbecue tre ponti più in basso?
.
fonte ilfattoquotidiano.it
F-35, la scheda tecnica: quanto costano, cosa fanno, a cosa servono
Sono cacciabombardieri di quinta generazione.
Beffano i radar nemici e il pilota ha una visione a 360 gradi dello spazio aereo.
Costo? 400 milioni di dollari.
L'Italia sborserà tra i 13 e i 17 miliardi di euro
A CUI NATURALMENTE ANDRANNO AGGIUNTE LE SPESE DI CUI ALL'ARTICOLO SOPRA CITATO
Gli F35 stanno spaccando la maggioranza, stanno irritando Napolitano e mettono a dura prova il governo.
Perchè tanto rumore per degli aeroplani militari?
Prima di spiegare cosa sono realmente dli F-35 riprendiamo un pò le fila delle vicende degli ultimi giorni.
Lo scorso 26 giugno la camera dei deputati ha approvato una mozione proposta da Pd e Pdl che prevede di avviare un’inchiesta su efficacia e costi del programma militare Joint strike fighter, che porterà all’acquisto di 90 F-35, aerei da guerra di ultima generazione.
La camera ha poi bocciato la mozione firmata dai deputati di Sel e del Movimento 5 stelle, con la partecipazione di alcuni deputati del Pd, che chiedeva al governo italiano di interrompere la partecipazione al programma.
Fin qui i fatti in parlamento. Ora proviamo a capire cosa sono questi F-35 che tanto fanno discutere.
Cosa sono gli F-35 - F-35 Lightening II è un programma militare lanciato dagli Stati Uniti con altri 8 paesi alleati, tra cui l’Italia, all’inizio degli anni novanta per costruire F-35.
Cacciabombardieri ipertecnologici che sostituiranno i vecchi aerei da guerra in dotazione all'Aeronautica.
Saranno costruiti 3.173 velivoli.
Costo? 396 miliardi di dollari.
Progettati dall’azienda produttrice di armamenti Lockheed Martin, dovrebbero avere la capacità di eludere la sorveglianza dei radar, andare a velocità molto elevate.
Inoltre il pilota a bordo avrà una visione cmpleta a 360 gradi dello spazio aereo.
Quanto costano gli F-35 - L'intero progetto costerà circa 400 miliardi di dollari.
Gli arei non saranno in volo prima del 2018. I lavori accusano ritardi per la difficoltà tecniche nella costruzione dei cacciabombardieri.
L'Italia spenderà tra i 13 e i 17 miliardi di euro nel progetto. Secondo le previsioni di bilancio del 2012 del ministero della difesa, lo stato dovrebbe spendere almeno 12,2 miliardi entro il 2047.
Nel 2012 il ministro della difesa del governo Monti Giampaolo Di Paola ha annunciato che, per ridurre le spese, l’Italia acquisterà solo 90 aerei, invece dei 131 preventivati.
Ogni velivolo potrebbe costare all’Italia da 99 milioni di euro per un F-35A a 106,7 milioni di euro per un F-35B.
“L’esigenza primaria italiana è quella di sostituire i velivoli AV-8B Harrier della marina militare e gli AMX e i Tornado dell’aeronautica”, spiega il sito dell'aeronautica militare italiana. Ora spetta al parlamento, ma soprattutto al governo decidere se andare avanti nel progetto o fermarsi e ritirare la parola data agli Stati Uniti.
(I.S.)
Nessun commento:
Posta un commento