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lunedì 3 giugno 2013

Chambord - Il più grande castello reale della Loira



In gioventù Francesco I soleva cacciare nelle foreste della Sologne. Nel 1519 ordinò la costruzione di un grandioso castello: la maggiore residenza reale dell’epoca, destinata a mettere in ombra ogni altra dimora simile e a dimostrare la grandezza del sovrano che l’aveva ordinato.
 Il castello si sviluppa su un fronte di 156 metri per 56 d’altezza. Complessivamente dispone di 440 stanze. 
Per dare stabilità all’enorme complesso il corso del fiume Cosson fu deviato e si gettò un solido basamento nel terreno paludoso mediante estese palificazioni. 
Anzi, in un primo tempo Francesco I aveva addirittura pensato di deviare lo stesso corso della Loira. Ma la maggiore, immediatamente visibile caratteristica dell’edificio è la proliferazione di torrette, guglie, comignoli, mansarde,cupolette che fioriscono sul suo tetto,
 come un’esuberante ‘capigliatura’ architettonica.

 Oltre 2000 lavoranti furono impegnati per dodici anni nella realizzazione di colonne, torri, decorazioni secondo il modello del Rinascimento italiano (si dice che la pianta dell’edificio sia stata progettata da Leonardo da Vinci). Quando nel 1539, fu portato a termine il corpo centrale con le quattro torri ad angolo, le terrazze sul tetto, le finestre con frontone e i camini, Francesco I ricevette Carlo V proprio qui. L’imperatore ne fu cosi entusiasta da affermare che il castello era “la quintessenza di ciò che l’arte umana può realizzare”. 
Francesco I morì nel 1547, prima che i lavori giunsero a conclusione: solo l’edificio principale e le stanze reali erano pronti. I successori continuarono ad ampliarlo, tuttavia soltanto nel 1685, durante il regno di Luigi XIV, l’opera poté dirsi finita. 
Il Re Sole aveva riscoperto il castello, ci veniva a caccia e vi organizzava grandi feste. 
Nel 1670 a Chambord fu rappresentata per la prima volta la commedia di Molière ‘Le Bourgeois Gentilhomme’ (Il borghese gentiluomo).

Luigi XV mise il castello a disposizione del suocero Stanislao I Leszczynski, re di Polonia, costretto all’esilio. Infastidito dalle zanzare, l’anziano monarca senza pensarci troppo fece interrare il fossato. In seguito il re di Francia regalò Chambord al fedele ‘Maréchal de Saxe’, il conte Maurizio di Sassonia, che nella guerra di successione austriaca aveva ottenuto una grande vittoria militare per i colori francesi.
 Nel corso della Rivoluzione del 1789 il castello fu saccheggiato; alcuni pensarono addirittura di abbattere ‘quell’ammasso di pietre inutili’, ma per fortuna furono fermati dall’enormità della spesa necessaria. 
Chambord sopravvisse per diventare, nell’immaginario turistico attuale 
‘il più bel castello della Loira’.

Ancora nel Novecento venivano organizzate nei dintorni di Chambord spettacolari battute di caccia, soprattutto per diplomatici e uomini di Stato. Era una tradizione secolare. Lo stesso Francesco I usava la caccia come un pretesto per grandi ricevimenti, che gli consentivano di affermare il proprio prestigio. 
Oggi il castello è meta di meno agitate visite turistiche. Pressoché obbligatoria è la salita alle terrazze sul tetto, da cui si può godere la splendida vista del bosco e del parco e ammirare la bellezza artistica delle decorazioni e delle torri. Ovunque sono visibili i simboli reali: corone, gigli, salamandre (animale araldico di Francesco I, raffigurato nel castello ben 700 volte) nonché caratteri come ‘F’oppure ‘FRF’, cioè François Roi de France. Pare comunque che il re, fedele alle abitudini ‘itineranti’ dei suoi avi, si fermasse a Chambord non più di quaranta giorni all’anno. Nella sua camera da letto sono incise sul vetro di una finestra le sue parole ‘Souvent femme varie, bien fol est qui s’y fié’ (la donna muta spesso pensiero, pazzo chi si fida), anticipazione cinquecentesca della ‘Donna è mobile’ del moderno melodramma.

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