L'ipotalamo è una struttura del sistema nervoso centrale situata nella zona centrale interna ai due emisferi cerebrali.
Costituisce la parte ventrale del diencefalo e comprende numerosi nuclei che attivano, controllano e integrano i meccanismi autonomici periferici, l'attività endocrina e molte funzioni somatiche quali la termoregolazione, il sonno, il bilancio idro-salino e l'assunzione del cibo.
L'ipotalamo svolge pertanto una duplice funzione: una funzione di controllo del sistema nervoso autonomo (attraverso il quale modifica la motilità viscerale, i riflessi, il ritmo sonno-veglia, il bilancio idrosalino, il mantenimento della temperatura corporea, l’appetito e l’espressione degli stati emotivi) e una funzione di controllo del sistema endocrino:
L’ipotalamo è anche in grado di controllare emozioni, stati d’animo e umore, nonché anche il comportamento sessuale.
Questo è possibile grazie alla connessione anatomica dell’ipotalamo con il talamo e il sistema limbico (il quale è un insieme funzionale di zone del cervello che regola impulsi e comportamenti emotivi, ma è anche legato alle funzioni organiche vegetative.
D’altra parte, sembra essere una delle parti più “antiche” dal punto di vista evoluzionistico); in questa accezione, si può affermare che l’ipotalamo funge da “connessione” tra i due sistemi suddetti e la relativa risposta corporea.
Infatti, stimolazioni di diversi centri dell’ipotalamo, come già detto, danno luogo anche in questo caso a risposte diverse: la stimolazione del nucleo posteriore produce risposte aggressive, viceversa accade se vengono stimolati i centri laterali.
Come i cerchi all’interno di un tronco d’albero, l’ipotalamo potrebbe dire qual è la nostra età e cosa ci dobbiamo attendere nel futuro immediato. La rivista Nature ha infatti pubblicato il risultato di una ricerca condotta dall’Albert Einstein College di medicina di New York in base alla quale i segni dell’invecchiamento risiedono per l’appunto nell’ipotalamo.
Si tratta della regione più primitiva del cervello, quella che regola gli istinti fondamentali quali riproduzione e fame.
L’ipotalamo, dunque, potrebbe essere l’organo che “decide” quando attivare il processo di invecchiamento.
Lo studio si è concentrato sul rapporto tra la proteina NF-kB e l’ormone per il rilascio delle gonadotropine (GnRH). Il rapporto tra loro è inversamente proporzionato, dal momento che l’attivazione della NF-kB per gestire stimoli di stress riduce le gonadotropine. Tale riduzione comporta il declino delle cellule nervose e accelera il processo di invecchiamento del sistema nervoso centrale.
I ricercatori hanno dedotto che, potendo intervenire sul GnRH, si potrebbero combattere malattie degenerative tipiche della terza età (ma non solo), quale l’Alzheimer.
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