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sabato 25 maggio 2013

Il mistero di Nemrut Dagi, re Antioco I e i tre Magi



Turchia Sud-Orientale. 
Sulla cima di un'arida montagna chiamata Nemrut Dagi, alta circa 2.100 metri, giacciono le rovine del regno perduto di Commagene. Qui, nel 62 a.C., re Antioco I costruisce un misterioso santuario reale: vengono costruite colossali statue di aquile e leoni, di dei greci e persiani, oltre a due enormi sculture rappresentanti lo stesso re. "Quello che Antioco stava cercando di fare era produrre una sintesi, una nuova versione delle vecchie religioni e ciò che fece, in sostanza, fu vestire gli dei persiani come quelli greci.
 E' così che si ottiene la sintesi delle divinità dei due popoli." Adrian Gilbert 
"Costruì una colossale statua di se stesso tra gli dei. Credo perché supponesse che sarebbe realmente salito in cielo e alla fine sarebbe stato tra loro." 
 Dott. Donald Sanders Archeologo

Il picco a forma conica è il punto più elevato del regno di re Antioco. Alto più di 45 metri e largo più di 150, viene creato dall'uomo con l'uso di innumerevoli pietre calcaree e si dice sia il luogo dove è sepolta la tomba del re.
 I ricercatori credono che il monumento in origine venga costruito con due grandi spiazzi. 
Quello sul lato orientale è usato per celebrare il compleanno di re Antioco, quello sul lato occidentale viene utilizzato per commemorare nel 62 a.C. il giorno in cui Antioco diventa capo di una società segreta. 
 "Credo volesse simbolizzare il monte Olimpo, la casa degli dei. Perché ci sono molte divinità e una vetta sopra di loro. 
E' simbolico, un palcoscenico per compiere determinati rituali e celebrazioni."  Adrian Gilbert
 

 "Inoltre nella stele in rilievo rappresenta se stesso nell'atto di stringere la mano a tutti gli dei, come se lo riconoscessero come uno di loro e gli dessero il benvenuto nell'aldilà."
 Dott. Donald Sanders Archeologo 

 Misteriosamente, sia il cantiere che il regno vengono abbandonati nel I secolo d.C. e ad oggi la leggendaria camera funeraria non è stata ritrovata. Rimane però un'altra domanda: perché re Antioco costruisce questo enorme e misterioso santuario monumentale? Secondo i ricercatori le prove che si trovano a Nemrut Dagi suggeriscono che il re conosca e nutra un profondo interesse per l'astrologia.

"Un esempio dell'avanzata conoscenza dell'astronomia che possedevano è ad esempio l'oroscopo del Leone, che ci fornisce una data molto precisa. Sappiamo che, in una delle sculture, la posizione delle stelle sul corpo dell'animale corrisponde alla posizione della costellazione del Leone descritta in un libro di Eratostene, un astronomo greco di Alessandria che scrisse un libro sulle stelle." 
 Adrian Gilbert

La disposizione delle stelle sull'oroscopo del Leone rappresenta la costellazione del Leone visibile in cielo nel luglio del 62 a.C., una configurazione che non si presenterà più per
25.000 anni. Un'ulteriore prova di questa eccezionale conoscenza delle stelle si trova in un vicino condotto che Antioco scava nella montagna.

"Il condotto passa lungo il versante della montagna, fa un angolo di 35° in orizzontale ed è lungo circa 150 metri. Non c'è nulla in fondo."
 Adrian Gilbert 

 Le analisi effettuate dai computer rivelano che in 2 giorni dell'anno i raggi del sole illuminano il fondo del condotto, una volta quando si allinea con la costellazione del Leone, e una volta quando si allinea con Orione. 
 "Ora, questo punto nel cielo è molto interessante perché è quello in cui il Sole incrocia la Via Lattea, la nostra galassia. Per il mondo antico era considerata una delle porte che conducevano in cielo, che si trovano nel punto in cui le stelle si intersecano a nord e a sud. C'erano due porte per il cielo, perciò quel passaggio sarebbe stato il luogo per cui l'anima del re sarebbe ritornata nell'aldilà attraverso l'accesso al cielo." 
 Adrian Gilbert 
 Dal momento che non vengono ritrovati né la tomba di re Antioco né i suoi resti, è possibile che il re viaggi davvero verso le stelle attraverso una porta celeste, come sostengono i teorici degli Antichi Astronauti? I ricercatori ritengono che re Antioco studi insieme a una setta sacerdotale di astrologi orientali, chiamati i Magi, che si dice che siano in grado di predire e addirittura manipolare gli eventi, grazie alla loro conoscenza delle stelle.
 "I Magi erano dei famosi sacerdoti del lontano Oriente che possedevano un'avanzata conoscenza astronomica. E' risaputo che la maggior parte degli astronomi del vicino Oriente, soprattutto dell'antico Iraq, i Sumeri, registrarono eventi che ebbero luogo nei cieli per centinaia di migliaia di anni. Queste informazioni erano conservate su tavolette di pietra, custodite come se fossero sacre e passate esclusivamente al sommo sacerdote."
 Jason Martell

Secondo il Vangelo di Matteo nel Nuovo Testamento, sono tre i Magi che seguono i segni celesti e le stelle fino al luogo in cui nasce Gesù a Betlemme. Una coincidenza?
 "La cosa interessante di questa storia è che la stella di Betlemme non fu usata come punto di navigazione. Si afferma chiaramente che guidò i saggi verso il luogo di Cristo. Una stella non può guidare qualcuno, può soltanto essere usata come punto di navigazione, quindi questo fa nascere l'idea che la stella fosse un UFO." 
 Jason Martell 
 E' possibile che Antioco sia di fatto uno dei Magi che apprende la conoscenza celestiale da fonti extraterrestri? Se così fosse, il santuario monumentale di Nemrut Dagi può essere un luogo costruito per contattare i viaggiatori delle stelle? La risposta potrebbe trovarsi tra le rovine di Nemrut Dagi. "La testa di Antioco, che era un sacerdote, è posizionata sulla statua associata a Mercurio, questo perché Mercurio è il pianeta dell'iniziazione dei sacerdoti. Perciò si crede che sia stata modellata a sua immagine e che sia lui quello che se ne sta seduto fiero fra gli dei, ma in realtà è un codice per dire che lui è un sacerdote."
 Adrian Gilbert 

 Annessi dai Romani nel I secolo d.C., re Antioco e la sua corte iniziano a disperdersi in tutta la regione, o vennero dispersi... Secondo i teorici degli Antichi Astronauti usano una porta celeste per partire verso un regno lontano. Un'idea audace? Forse.

 umberto gaetani

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