La Stevia rebaudiana è una pianta erbaceo-arbustiva perenne, di piccole dimensioni, della famiglia delle Asteraceae (Compositae), nativa delle montagne fra Paraguay e Brasile.
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Dalla stevia, una piccola pianta originaria del centro America, è stato ricavato un dolcificante naturale a zero calorie.
Adesso i ricercatori dell'Università di Pisa, del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, in collaborazione con il centro di ricerche Enea della Casaccia, stanno studiando la messa a punto di un metodo di estrazione, purificazione e formulazione dei principi attivi della pianta con l'obiettivo di ottenere un estratto utilizzabile soprattutto dal settore farmaceutico, utilizzando tecnologie innovative.
Il nuovo metodo garantisce l'alta qualità degli estratti.
Ha anche un elevato potere antiossidante.
La Stevia è conosciuta da molti popoli dell'area geografica Sud-Americana da diversi millenni, oltre che per il potere dolcificante delle sue foglie, anche per le proprietà medicinali, infatti è stata correntemente usata da secoli dai popoli indigeni del sud America per le sue doti curative, ed è usata ancora oggi.
Viene usata come dolcificante, in quanto è molto più dolce del comune saccarosio.
I principi attivi sono lo stevioside, e il rebaudioside A.
I principi dolcificanti sono in tutte le parti della pianta ma sono più disponibili e concentrati nelle foglie, che quando sono seccate (disidratate), hanno un potere dolcificante (ad effetto della miscela dei due componenti dolcificanti) da 150 a 250 volte il comune zucchero.
Contrariamente allo zucchero i principi attivi non hanno alcun potere nutrizionale (zero calorie), e sono relativamente stabili nel tempo ed alle alte temperature, per cui conservano perfettamente le loro caratteristiche anche in prodotti da forno o in bevande calde, diversamente da altri dolcificanti di sintesi come l'aspartame, che subisce degradazione.
Contiene zero calorie per l'uomo, perché il corpo umano non metabolizza i glucosidi.
Di rilievo è il fatto che la Stevia è normalmente consumata in molti Paesi, in alcuni di questi da molto tempo e senza particolari problemi.
In tali Paesi è considerata meno dannosa di altri dolcificanti, come l'aspartame o l'acesulfame K, usata come estratto secco o come infuso fresco.
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