sabato 23 marzo 2013
Kronborg – La reggia di Amleto
“Helsingor, terrazza davanti al castello”: è l’inizio dell’Amleto shakespeariano.
Il vero Amleto visse, secondo la tradizione, nel V secolo, quando ancora a Helsingor non esisteva il castello, ma la suggestione dei luoghi è fortissima.
Al di là delle sue vicende letterarie il castello di Kronborg ha alle spalle una lunga e movimentata storia, a cominciare dal modo con cui fu finanziato. Nel 1429 infatti Erik di Pomerania impose a tutte le navi che passavano davanti a Helsingor, entrando o uscendo dal mar Baltico, il pagamento di un dazio, una ‘tradizione’ durata fino al 1857. Gli introiti di questo lucroso pedaggio andarono, per la maggior parte, a finanziare la costruzione, l’ampliamento e infine anche l’arredamento dell’imponente castello.
Nel 1574 Federico II incaricò alcuni architetti olandesi di ricoprire il castello con tetti di rame e con un rivestimento di arenaria, secondo lo stile rinascimentale, o quello che in Danimarca passava per tale; tre anni dopo gli diede il nome attuale.
Ma era destino che il monumentale edificio cambiasse continuamente forma: nel 1629 scoppiò un devastante incendio, dal quale si salvò soltanto la chiesa, dove è tuttora visibile un pregevole altare del 1587 con rilievi dorati.
Il castello venne perciò ricostruito in maniera pressoché integrale da Cristiano IV. Nel 1658 lo occuparono gli svedesi, che non si fecero tanti scrupoli: lo saccheggiarono completamente, dandolo poi alle fiamme. Nei decenni seguenti Kronborg fu utilizzato come prigione di Stato: vi languirono anche personaggi illustri come la regina Carolina Matilde. Tra il 1785 e il 1922 servi invece da caserma, finché non ricevette l’attuale, più confacente destinazione.
Dal 2000 fa parte dei Patrimoni dell’Umanità.
I turisti, a Kronborg, visitano il castello, e si immergono nei ricordi shakespeariani. Pochissimi sanno – o notano – che il palazzo reale è in realtà il centro di un poderoso sistema fortificato che annovera una complessa e spettacolare serie di strutture bastionate, fatte a difendere la residenza e la città.
Il palazzo è il raffinato gheriglio di una gigantesca, solida noce costituita da una triplice cinta di opere bastionate.
Shakespeare ambientò l’azione dell’Amleto sull’isola danese di Sjaelland, che lo stretto di Oresund divide dalla Svezia: Kronborg divenne cosi il ‘luogo shakespeariano’ per eccellenza. Nel castello si svolgono tuttora regolarmente festival shakespeariani. Una lapide vi ricorda il punto in cui il drammaturgo, nella finzione scenica, fa apparire al principe lo spettro del padre assassinato, che chiede vendetta.
Nel 1816 il dramma venne rappresentato per la prima volta a Kronborg.
“Essere o non essere, questo è il problema”; “C’è qualcosa di marcio in Danimarca”: tutti conosciamo queste celebre frasi dell’immortale opera shakespeariana, ispirata alle oscure vicende di un principe vichingo vissuto nello Jutland nel V secolo.
Non si sa di preciso dove visse Amleto, ammesso che sia realmente esistito. Ma la sua storia si collega strettamente con il castello attuale, perché il drammaturgo inglese scelse proprio Kronborg per ambientarvi il suo dramma. Per diventare re, Claudio avvelena il fratello, padre di Amleto, e ne sposa la moglie Gertrude, madre dello sfortunato principe. Al fine di stornare i sospetti dello zio, questi si finge pazzo, riuscendo cosi, al termine, a uccidere l’usurpatore. La tragedia si conclude con la morte di tutti protagonisti: scambiandolo per lo zio nascosto dietro una tenda, Amleto colpisce mortalmente Polonio, padre dell’amata Ofelia; la quale, per il dolore, si lascia andare nel fiume e annega. Amleto viene allora sfidato in duello da Laerte, fratello di Ofelia, la cui spada con la punta intrisa di veleno causa la morte di entrambi i contendenti. Gertrude beve da un calice avvelenato, originariamente destinato ad Amleto, e lo stesso principe di Danimarca, prima di spirare, riesce a tirare una stoccata mortale all’odiato zio Claudio. Questa, in estrema sintesi, la vicenda, che però Shakespeare trasforma in una titanica allegoria sul veleno del potere.
Secondo una vecchia leggenda Holger Danske, un contemporaneo di Carlo Magno, riposa sotto la “Kronborg”, ovvero l’attuale castello di Kronborg.
Narra la leggenda che se la Danimarca dovesse correre un pericolo mortale, Holger risorgerebbe per cacciare i nemici con la spada. Uno dei sotterranei del castello custodisce un suo monumento, che attira migliaia di visitatori.
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