A settembre quasi per caso duranti i lavori in corso, in un parcheggio di Leicester, una pacifica cittadina in quel delle Midlands inglesi orientali (nel periodo dell’Alto Medioevo il regno di Mercia), viene dissotterato uno scheletro molto antico. I resti, e ora è stato provato dal team di ricercatori e archeologi dell’università locale, vengono attribuiti ad un sovrano che bene conosciamo tutti grazie al genio immortale di William Shakespeare.
Sono infatti quelli del famoso e famigerato re Riccardo III, a cui il maestro dedica un’intero capolavoro: The Life and Death of King Richard III, l’ultima della quattro opere teatrali nella tetralogia minore.
Dopo la morte del fratello Edoardo IV, Riccardo governa per poco tempo come reggente. Questo sovrano ha però forti e malefiche ambizioni e aspirando con brama al trono, dichiara illegittimi i nipoti, Edoardo e suo fratello Riccardo di Shrewsbury, duca di York, lasciandoli a marcire nella Torre di Londra.
Durante la ribellione del popolo, Riccardo III viene però ucciso nella battaglia di Bosworth Field, combattuta ad Ambion Hill, vicino alla cittadina di Market Bosworth, per mano delle truppe di Enrico Tudor, quello che diventerà poi niente meno che Enrico VII d’Inghilterra.
La violenta battaglia segna la fine della guerra delle Due Rose e l’ascesa al trono della storica dinastia dei Tudor.
Ora dopo svariati test del DNA, Richard Buckley ha confermato ieri che, senza dubbio lo scheletro ritrovato per caso in un parcheggio nel mese di settembre 2012 è proprio quello del sanguinario Riccardo III, ultimo re d’Inghilterra della dinastia dei Plantageneti, undicesimo figlio del duca di York colpevole dell’omicidio di Enrico VI, di sua moglie e del fratello Giorgio. A confermarlo le analisi avanzate eseguite, che hanno paragonato il dna del malefico sovrano con quello di un suo parente alla lontanissima, il mobiliere canadese residente a Londra, Michael Ibsen, diretto discendente di Anna di York, sorella di Riccardo III
Lo scheletro Riccardo III o meglio quello che ne rimane, verrà reinterrato nella cattedrale di Leicester.
Leggenda narra che il suo corpo insanguinato e martoriato dalle ferite fu trascinato sul dorso di un cavallo, come era d’uso, fino alla limitrofa città, per poi essere sepolto per eterna punizione sotto una lapide anonima a Greyfriars (dove infatti oggi sorge un altrettanto anonimo parcheggio).
Il cranio presenta ancora i segni dell’ultima lotta, ed è evidente la spina dorsale curva a causa della scoliosi, proprio come lo dipinge ed immortala poi nel tempo Shakespeare. Trovata anche l’antica freccia che lo uccise in battaglia ancora conficcata in quello che un tempo fu il petto.
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