Sono 140 le persone indagate per una presunta maxi truffa ai danni della Regione Piemonte.
L’ipotesi di reato contestata è truffa ai danni dello Stato e dell’Unione europea.
Al centro della indagini della Guardia di Finanza di Torino contributi europei a fondo perduto indebitamente percepiti da Finpiemonte, ovvero la finanziaria della Regione, per realizzare dei siti web.
I costi dei siti internet da creare sarebbero stati gonfiati a dismisura anche grazie a professionisti compiacenti che fornivano false certificazioni. L’ammontare della truffa per le Fiamme Gialle ammonta a 2,2 milioni di euro. Il Gip del tribunale di Torino ha disposto un sequestro preventivo di beni per una somma equivalente.
Il meccanismo di truffa in base alle risultanze investigative non era dei più sofisticati.
Le imprese potevano ricevere dalla regione un finanziamento pubblico pari al 50% del costo del sito internet da realizzare per l’esercizio della loro attività economica.
Bastava raddoppiare gli importi in fattura è il il sito web veniva fuori gratis quando non generava addirittura un guadagno per gli indagati, che intascavano così i fondi che l’Unione Europea dava a Finpiemonte.
A coordinare l’inchiesta il pool anti riciclaggio della Procura torinese, che indaga anche su un altro aspetto della truffa per accedere ai finanziamenti pubblici: nelle domande di contributo l’attività imprenditoriale veniva localizzata fittiziamente in aree del Piemonte sottoposte a processi di riconversione economica.
Anche la Corte dei conti si sta occupando della vicenda per accertare le responsabilità erariali e sono in corso ulteriori controlli che mirano a recuperare imposte non versate dalle imprese contabilizzando le fatture false.
di Renato Marino
tratto da Crime Blog.it
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