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giovedì 10 gennaio 2013

In Kenya strage di elefanti a colpi di kalashnikov

Strage di elefanti in Kenia.
Undici animali uccisi per l’avorio nel Parco protetto di Tsava East.
L’accaduto si inserisce nelle dinamiche del mercato nero orientale, in fase di crescita.
Una strage di elefanti a opera di bracconieri, il tutto solo per poterne ricavare avorio, merce pregiatissima sui mercati neri di tutto il mondo.
E’ successo anche la notte scorsa nell’aria naturale protetta del Parco Nazionale di Tsavo East, nella parte meridionale del Kenya.
Quello che impressiona in questa vicenda, però, sono le modalità con le quali i cacciatori di frodo hanno sterminato il branco di elefanti prescelti.
Si è trattato di una vera e propria esecuzione a colpi di kalashnikov, una mattanza senza scrupoli.
A sparare erano in dieci. Dieci assassini armati di tutto punto, provvisti di fucili automatici contro un branco di undici elefanti inermi, fra i quali anche una coppia di cuccioli di pochi mesi di vita.
Gli animali, una volta abbattuti, sono stati privati violentemente delle pregiate zanne, mutilandoli crudelmente.
Le carcasse sono state poi ammassate le une accanto alle altre a pochi chilometri di distanza sempre all’interno del parco.
A ritrovarle sono stati i Rangers del Parco, agenti del Kenya Wildlife Service.
Sono stati loro a denunciare l’accaduto e ad avviare gli accertamenti sull’azione di bracconaggio.
L‘evento allarma molto le autorità keniane e tutti coloro che presidiano il territorio in questione, l’Africa orientale.
Si è trattato, infatti, di un’operazione meticolosamente programmata e messa in opera con grandissima precisione.
Questo massacro è il più imponente dal 1980, cioè da oltre trentanni.
L’escalation della caccia di frodo dovrebbe ricondursi alle crescenti richieste di avorio avanzate dal mercato orientale, interessatissimo ai pregiati manufatti e dove l’avorio viene utilizzato anche per produrre medicine tradizionali.
Le richieste piovono dai nuovi ceti agiati cinesi e indiani, investiti da un profondo progresso economico ma, evidentemente, fermi a vezzi culturali antichi di migliaia di anni.

di CHIARA MOLINARI in MONDO

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