sabato 1 dicembre 2012
Fiumelatte (Lecco): le sorgenti del mistero
È conosciuto praticamente da sempre.
Tra i primi visitatori e studiosi spicca perfino il nome di Leonardo da Vinci che lo ricordò nel «Codice Atlantico»,col nome di “Fiumelacio”.
Sgorga dall’ingresso inferiore di una grotta con le sue acque bianchicce, e questa caratteristica gli ha dato il nome di Fiumelatte, ma la maggior particolarità dipende dal fatto che appare particolarmente impetuoso, improvvisamente il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione della Vergine e poi scompare altrettanto improvvisamente il 7ottobre, festa della Madonna del Rosario ed è per questo che viene chiamato anche il fiume delle 2 Madonne e si asciuga non lasciando alcuna traccia del suo passaggio.
Se poi l’estate è particolarmente calda, perde un po’ della sua forza, ma a settembre, rinvigorisce anche se non ci sono piogge… nel mese di maggio poi, capita che se si susseguono temporali di particolare violenza le sue acque si colorino di rosso.
Ha anche un altro primato: è il fiume più corto d’Italia e persino – dicono – del mondo.
Naturalmente questo ha fatto sorgere numerose leggende, ma vi narrerò solo le due principalì.
Una stupenda fanciulla, corteggiata da tre giovanotti e non sapendo decidere fra loro, decise di affidarsi al Fiumelatte come al mezzo più efficace per scegliere l’uomo della sua vita. E i tre si inoltrarono nella grotta. Passò un giorno, due, tre, dieci… e i pretendenti non tornavano. La ragazza,convinta che i tre fossero ormai morti, si disperò. Ma dopo un periodo di tempo i giovani comparvero all’imbocco della grotta, invecchiati,e inebetiti,balbettando le più incredibili avventure.
Disse il primo che una sirena lo prese per mano subito dopo il suo ingresso e lo condusse in una sala sfarzosa, gli offerse da bere, gli sembrò di essere in paradiso, ma quando la coppa fu vuota la magia svanì ed egli si ritrovò nel fondo tenebroso d’una voragine senza uscita.
Anche il secondo parlò di luoghi meravigliosi, di melodie celestiali, ma si trovò poi nelle tenebre di uno stretto cunicolo, popolato di rospi orribili e pipistrelli. Il terzo giovane? Era talmente spaventato che non riusciva a parlare, nessuno riuscì mai a sapere cosa avesse visto di tanto orribile da sconvolgere la sua mente in quel modo. Cercarono tutti di far dimenticare loro l’orribile esperienza ma fu tutto inutile dopo tre giorni dalla loro riapparizione, i tre giovani vaneggiando morirono. Nessuno, da allora, ebbe mai più l’ardire di ridiscendere nella terribile grotta
Un giorno , dice l’altra leggenda , giunsero a Fiumelatte, mentre il torrente era asciutto, muniti di compassi, incartamenti e strumenti vari, tre frati che ,decisi a chiarire la origine del fiume, si portarono alla grotta della sorgente e, nonostante gli scongiuri degli abitanti, vi entrarono con tutta sicurezza scomparendo nell’ oscurità. Tutti gli astanti fremettero al rischio corso dai monaci. Che avrebbero potuto fare, si dicevano l’un l’altro quei tre fraticelli, umili servi di Dio, contro i satanassi, i demoni e le streghe che certamente li attendevano al varco negli antri del fiume? In tutti si radicò la certezza che non li avrebbero più visti ritornare vivi. Infatti cosi fu. Dopo tre giorni di angoscia, mentre le campane di Varenna suonavano l’Angelus di mezzogiorno, il fiume, improvvisamente arrivato poco prima, restituì fra l’ orrore di chi ancora attendeva e sperava, i corpi esamini dei tre animosi.
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