Il Nodo di Salomone è uno dei simbolismi più antichi che si possa immaginare: basti pensare che se ne conoscono esemplari tracciati in maniera approssimativa in epoca preistorica, in incisioni rupestri come quelle, tanto per citare un esempio italiano, della Valcamonica (BS). Tuttavia la sua diffusione si sviluppa soprattutto con le culture euro-asiatiche, africane ed amerindie, e raggiunge il suo apice nella cultura celtica, fortemente basati sui temi dei nodi, degli intrecci e delle figure ondulate. Si pensa, infatti, che il Nodo sia penetrato nella nostra cultura attraverso i Romani proprio in seguito al contatto degli stessi con la cultura celtica.
Nel complesso simbolismo celato dietro questo emblema, si possono rinvenire almeno due grani genealogie di significati. La prima di esse riguarda l'aspetto del Nodo, fondamentale tanto da aver dato il nome al simbolo stesso; seguono poi l'Intreccio, rilevabile nell'incastonamento di quattro frammenti identici l'uno dentro l'altro, ed infine quello del Serpente, non direttamente riscontrabile sul simbolo, ma ad esso legato sotto diversi aspetti.
Il NODO dà subito l'idea del legame, concetto fondamentale che sottolinea la dualità insita nel simbolo: un legame, infatti, può essere inteso positivamente come forza benefica che unisce, rinforza e protegge, ma anche negativamente, come vincolo che lega, costringe ed imprigiona. Nel Nodo di Salomone, la doppia valenza è rafforzata dalle due serie di anelli che s'incrociano tra loro, a formare una specie di croce (elemento verticale più elemento orizzontale).
L'INTRECCIO, a cui il nostro Nodo è più affine, possiede anch'esso diverse valenze, soprattutto quando è rappresentato in forma chiusa: infatti solitamente indica eternità e ciclicità. Nelle sue forme ondulate possono esservi allusioni alle vibrazioni energetiche o alla Forza creatrice, da sempre simbolicamente associate all'acqua. Infine, esso può avere valore di protezione negli spazi delimitati da cornici intrecciate.
Il SERPENTE, altro potente simbolo magico di ogni tempo, rappresenta la forza vitale, il principio primordiale della vita, le correnti telluriche sotterranee. Ha anch'esso natura ambivalente in quanto il suo veleno può dare la morte ma al tempo stesso, usato come medicina, può dare la vita. Come simbolo richiederebbe una trattazione più adeguata in un capitolo a parte, ma in questo ambito sono soprattutto due tra le sue numerose forme più strettamente legate al tema del nodo e dell'intreccio. La prima è quella dell'Ouroboros , il serpente che avvolgendosi circolarmente su se stesso si morde la coda. Unendo la forma del cerchio a quella del serpente, esso simboleggia meglio di altri simboli la ciclicità della vita e la rigenerazione. Se poi, come spesso accade soprattutto nelle rappresentazioni di carattere ermetico/alchemico, è anche mostrato in due colori, allora sottolinea la sua doppia polarità ed allude ai due Principi fondamentali della Natura: quello Maschile e quello Femminile. Tale ambivalenza è invece esplicita nel simbolo del Caduceo , ovvero due serpenti che s'intrecciano attorno ad un'asta, o verga. Antico simbolo sumerico, indiano e classico (emblema di Hermes-Mercurio e di Esculapio/Asclepio), poi divenuto simbolo alchemico ed infine, ancora oggi, simbolo della Medicina e della Chimica Farmaceutica. Visivamente il Caduceo rappresenta una coppia di serpenti che si unisce attorcigliandosi attorno ad un bastone, che può simboleggiare il fallo generatore, l'albero della vita o l'asse del mondo, e rappresenta l'equilibrio tra le forse e la potenzialità creatrice che ne è la più diretta conseguenza.
La seconda genealogia di significati è quella legata a tutti quei simboli definibili "del centro", cioè graficamente rappresentati a simmetria centrale. In essi il punto centrale, vuoi esplicitamente individuato dall'incrocio di due o più elementi costituenti (come nelle croci o nel simbolo centrale per eccellenza, il Centro Sacro), oppure implicito nella struttura circolare (come nelle varie ruote o clavicole) è quello più importante, fulcro di riferimento e di raccordo che li anima.
In particolare, il CERCHIO, o l'ANELLLO, rappresentano la ciclicità unita alla perfezione, simbolo del Principio Divino ed associato al Cielo, in contrapposizione al Quadrato, che invece è associato alla Terra. Nel Nodo di Salomone, i due bracci orizzontale e verticale sono in realtà costituiti da anelli, in numero variabile da uno a quattro.
La CROCE, nella sua forma semplice , allude sia alla natura binaria e polare del cosmo, con le due forze opposte che si attraggono (braccio orizzontale e verticale, spesso disegnati in due colori differenti), sia al Quaternario, che simboleggia i Quattro Elementi (Aria, Acqua, Fuoco e Terra), le quattro stagioni, i quattro punti cardinali, i quattro umori del corpo umano (Sangue, Flemma, Bile Gialla e Bile Nera, o Atrabile), le quattro fasi della luna e quelle della Grande Opera Alchemica.
La SVASTICA unisce ai significati precedenti quello di rotazione, ovvero di ciclicità e rigenerazione. Antico simbolo vedico, associato al movimento rotatorio del Sole, poi divenuto simbolo del Cristo risorto, del Buddha e di Atena, esso compare nel repertorio culturale di ogni continente a partire dalla Mesopotamia (almeno dal IV millennio). In età moderna è stato assunto da Adolf Hitler come emblema del nascente partito Nazista, ma la sua valenza positiva è stata capovolta invertendo il senso di rotazione, da orario ad antiorario. Nel Nodo di Salomone, la Svastica si forma al centro dei quattro bracci ed è chiaramente visibile, a volte ricalcata nelle rappresentazioni.
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