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martedì 23 settembre 2025

Scoperta una bara gigante nell’esercito di terracotta che confermerebbe una leggenda vecchia di 2000 anni


 È una storia iniziata per caso, quasi cinquant’anni fa, quando alcuni contadini della provincia cinese di Shaanxi stavano scavando un pozzo. Invece dell’acqua, trovarono qualcosa che nessuno si aspettava: una statua di argilla a grandezza naturale. Era il primo dei guerrieri di terracotta, parte di un esercito sotterraneo costruito più di 2.000 anni fa per accompagnare l’imperatore Qin Shi Huang nell’aldilà.

Oggi, quel sito torna al centro dell’attenzione grazie a una scoperta ancora più enigmatica: una bara in legno da 16 tonnellate, nascosta a 16 metri di profondità, circondata da tesori mai toccati dai ladri di tombe. Gli archeologi parlano di migliaia di monete antiche, armi, armature, oggetti in giada, utensili da cucina e persino due cammelli realizzati in oro e argento.

Secondo le prime ipotesi, potrebbe trattarsi della tomba del Principe Gao, uno dei figli dell’imperatore. Una figura quasi mitica, citata negli antichi testi cinesi ma mai confermata finora da prove archeologiche.

Nel 2011, i ricercatori hanno individuato nove grandi camere funerarie vicino al mausoleo dell’imperatore. Una di queste, lunga oltre 100 metri e ancora sigillata, si è rivelata diversa dalle altre. Quando le forti piogge hanno minacciato di allagarla, gli archeologi sono stati costretti a intervenire.

Jiang Wenxiao, il capo del team, ha raccontato:

La tomba è incredibile. Costruita con una precisione fuori dal comune, profonda, immensa. Pensavamo fosse stata già saccheggiata, come quasi tutte quelle antiche. E invece era intatta. Nessuno l’aveva mai toccata.

All’interno, i reperti parlano chiaro. Ogni oggetto ha un significato preciso nella cultura cinese: la giada è purezza, le armi sono protezione, le monete rappresentano la ricchezza, gli animali esotici il potere e la forza. Tutto fa pensare a un personaggio di altissimo rango. Ma chi?

Nel testo storico Shiji, scritto da Sima Qian, si racconta che dopo la morte dell’imperatore, il figlio più giovane, Hu Hai, prese il potere eliminando gli altri fratelli. Tra questi, Gao, uno dei figli maggiori, avrebbe chiesto di essere ucciso per poter riposare accanto al padre, fedele fino alla fine. Nessuno sapeva se fosse una leggenda o un fatto storico. Fino ad ora.

Anche se gli indizi sembrano portare al Principe Gao, non è ancora possibile dire con certezza chi sia il defunto. Il legno della bara è molto danneggiato, e il DNA potrebbe essere deteriorato dopo 2.000 anni. Gli archeologi stanno valutando diverse tecniche: analisi chimiche, confronto dei reperti con altri oggetti simili, e persino tentativi di ricostruzione del profilo genetico. Ma servirà tempo, e molta cautela.

Anche se non fosse il Principe Gao, la scoperta resta fondamentale. Dimostra quanto poco ancora conosciamo del mausoleo dell’imperatore Qin Shi Huang, e quanto sofisticata fosse la costruzione delle tombe nella Cina antica. Sono passati più di due millenni, eppure i segreti di quel periodo stanno ancora emergendo, centimetro dopo centimetro.

Fonte:.greenme.it

sabato 13 settembre 2025

Non solo ciliegi: Hitachi Seaside Park, un tappeto rosa che incanta in Giappone


 Quando si pensa al Giappone e alle sue fioriture, l’immaginario corre subito ai celebri ciliegi in primavera, i famosi Sakura. Eppure, esiste un luogo capace di sorprendere anche chi conosce bene il Paese del Sol Levante: l’Hitachi Seaside Park, nella prefettura di Ibaraki.

Qui, ogni autunno, la natura regala uno spettacolo mozzafiato, trasformando le colline in un mare rosa e rosso che sembra uscito da un film d’animazione. Un fenomeno breve ma intensissimo, che attira visitatori da tutto il mondo e che merita di essere inserito tra le esperienze più suggestive di un viaggio in Giappone.

Situato a Hitachinaka, a pochi passi dal mare, l’Hitachi Seaside Park copre un’area di circa 190-200 ettari ed è famoso per la sua incredibile varietà di fioriture stagionali. Ogni periodo dell’anno regala paesaggi unici: in primavera, ad esempio, i campi si tingono di blu grazie alle nemophila.


Ma è l’autunno a rendere il parco del Giappone davvero unico. In ottobre, infatti, i kochia, cespugli tondeggianti che cambiano colore con il passaggio delle stagioni, assumono tonalità rosa e rosso fuoco.

Questo fenomeno, che dura appena due settimane, è diventato una delle attrazioni più amate dagli appassionati di fotografia. Camminare lungo i sentieri circondati da distese colorate è come entrare in un mondo incantato, ideale per scattare foto indimenticabili.

Oltre ai fiori, il parco offre anche piste ciclabili, una ruota panoramica da cui ammirare il paesaggio dall’alto e numerosi eventi, tra cui il celebre Rock in Japan Festival.



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