sabato 11 gennaio 2014
E il POPOLO SOVRANO sta aggiungendo buchi alla cintura ..........perchè se perde i pantaloni si fregano anche quelli
Mentre chiede indietro i 150 euro degli “scatti” agli insegnanti (poi costretti a ritrattare) con una manovra che in tanti non esitano a definire un “furto”, il governo non bada a spese quando si tratta di “premiare” i propri top manager che già godono di favolosi stipendi, spesso oltre 200.000 euro all’anno.
Ai dirigenti “d’oro” di Palazzo Chigi, infatti, la mannaia della riduzione della spesa non si applica.
Al contrario, i loro stipendi si gonfiano a vista d’occhio, arrivando per qualcuno a quasi 90.000 di aumento in busta paga dal 2011 al 2013. 90.000 euro (ripetiamo: di solo aumento), l’equivalente di quanto un operaio o un insegnante percepisce complessivamente di stipendi in tre anni.
Una roba indecente. Qui l’elenco dei top manager di Palazzo Chigi, che pubblichiamo per una questione di trasparenza,
e i relativi aumenti, fatevi un’idea:
Fonte -http://violapost.it/2014/01/07/
La storia del 'Gronchi rosa': il francobollo diventato mito
La storia che gira intorno ad uno dei francobolli più conosciuti e che da 50 anni rappresenta un mito della filatelia italiana inizia all’alba del 3 aprile del 1961.
E’ un lunedì, l’Italia cattolica ha appena festeggiato la Santa Pasqua, ma a Roma fervono i preparativi per un viaggio che già di per se rappresenta un evento. E’ quello che da lì a qualche ora dovrà intraprendere il presidente della Repubblica Italiana Giovanni Gronchi nell’America del Sud. E’ la prima volta che la massima carica dello Stato si reca in quella zona del mondo e per celebrare l’evento le poste italiane mettono in vendita una serie commemorativa composta da 3 valori che mostravano sul lato destro l’Europa con i confini italiani ben evidenziati e sul lato sinistro il continente americano nel quale risaltava in colore più scuro il Paese sudamericano al quale si riferiva il relativo valore.
Fra i due continenti figurava, quale collegamento ideale, l’aereo presidenziale.
Il viaggio di Gronchi, terzo presidente della storia repubblicana italiana, prevedeva una visita ufficiale in Argentina, Uruguay e Perù. Il valore facciale dei tre francobolli corrispondeva alla tariffa aerea per i relativi Stati: il valore da 170 lire di colore azzurrino copriva la tratta fino in Argentina, terra che contava una forte presenza di immigrati di origine italiana, quello da 185 lire stampato di colore verde per l’Uruguay e il 205 lire, stampato in colore rosa-lilla, per il Perù.
Il viaggio del presidente sarebbe dovuto iniziare il 6 aprile del 1961, data in cui avrebbe anche dovuto prendere il via la validità postale dei tre francobolli previsti per l’affrancatura degli aerogrammi trasportati con l’aereo presidenziale in Sud America.
Il tempo era necessario per permettere a tutti i collezionisti di preparare per tempo gli aerogrammi e di inviarli a Roma dove sarebbero stati annullati con il timbro commemorativo e imbarcati con lo stesso aereo che trasportava Giovanni Gronchi, la vendita postale dei tre valori, quindi, iniziò già il 3 aprile, che nel 1961 coincideva con il lunedì di Pasquetta.
Ma qualcosa di imprevedibile accadde all’alba del 4 aprile quando improvvisamente arrivò a tutti gli uffici filatelici della penisola l’ordine perentorio di ritirare dalla vendita il valore da 205 lire.
Il motivo era da rintracciare in un violento reclamo da parte dell’ambasciata del Perù a Roma.
Il console peruviano aveva constatato che i confini del suo Pese erano segnati in modo errati sul valore rosa-lilla. Al nord mancava infatti una notevole parte del territorio, oggetto di una secolare disputa territoriale tra Perù ed Ecuador.
Il "Gronchi rosa", pertanto, fu in vendita per un solo giorno e per di più festivo.
Gli esemplari venduti furono 70.625. Con grande rapidità venne preparato e messo in vendita il 5 aprile un altro valore da 205 lire di colore grigio e con i confini corretti.
Le Poste tentarono di eliminare i francobolli, anche quelli già venduti ordinando di coprire con la versione corretta gli esemplari già affrancati e spediti. Alcuni esemplari sfuggirono però all’operazione, diventando così il pezzo più ambito, ancora oggi, dai collezionisti filatelici italiani.
La body modification dei Maya
I Maya, in nome della bellezza, sono arrivati ben oltre quegli estremi che noi, oggi, crediamo di aver raggiunto. Per esempio lo scheletro di K'inich Janaab 'Pakal, che fu signore di Palenque tra il 615 ed il 618 d.C., mostra chiaramente i segni di una costrizione fisica: il suo cranio, appena nato, fu schiacciato tra due assi per comprimere e far rientrare la fronte. Questa rientranza era stata, poi, sottolineata da un ponte artificiale sul naso, probabilmente fatto di argilla o di gesso. Questo ponte, ovviamente, non è sopravvissuto al tempo ma una scultura, trovata sotto il sarcofago del signore di Palenque, mostra chiaramente come dovrebbe essere.
A Pakal, inoltre, è stato provato che sono stati tagliati i capelli sul cranio in modo da formare una serie di strisce, richiamando le foglie di mais. Infatti, presso il sito di Cacaxtla, un murales mostra le pannocchie di mais sulla pianta sotto forma di teste umane.
Non è finita qui, con le deturpazioni a fini estetici. Pakal, infatti, aveva i denti anteriori a forma di T rovesciata. Per molti Maya, soprattutto per coloro che appartenevano all'élite aristocratica, le decorazioni ottenute limando i denti erano un elemento distintivo. Soprattutto i canini e gli incisivi superiori venivano spesso letteralmente incisi con disegni e modelli, conferendo al sorriso un aspetto sicuramente "sinistro".
Spesso i denti venivano addirittura forati nella parte anteriore, utilizzando una canna oppure ossa cave a mò di trapano. Poi nel foro venivano inseriti piccoli dischi di giada, ossidiana od ematite, che vi venivano cementati. Si riusciva ad inserire fino a tre dischi in un dente e giada ed altri materiali sono stati talmente ben combinati tra loro che si dovevano scorgere balugginii colorati ogni volta che il soggetto rideva o parlava.
Oggi per molti purtroppo non è più un dubbio ma una certezza.
Corrado Alvaro (San Luca, 15 aprile 1895 – Roma, 11 giugno 1956) è stato uno scrittore, giornalista e poeta italiano.
Sudan : scoperta una cripta medioevale
Una misteriosa cripta risalente al 1100 d.C. è stata portata alla luce da un gruppo di archeologi dell’Università di Varsavia.
Il soffitto, il pavimento e le pareti della tomba sono completamente ricoperte di iscrizioni incise con inchiostro nero su un sottile strato di calce, scritte in greco e in copto, la fase finale della lingua egizia.
Le iscrizioni all’interno della cripta sono tratte dai Vangeli di Luca, Giovanni, Marco e Matteo, alle quali si accompagnano una serie di nomi magici e una preghiera dedicata alla Vergine Maria. L’autore delle iscrizioni è un certo ‘Ioannes’, il quale ha lasciato la sua firma su tre o forse quattro mura, probabilmente con lo scopo di proteggere i defunti contro le potenze del male, spiegano i ricercatori.
“Miravano a salvaguardare non solo la tomba, ma soprattutto coloro che vi erano stati sepolti durante il periodo delicato tra il momento della morte e il loro arrivo davanti al trono di Dio”, scrivono Adam Lajtar, dell’Università di Varsavia, e Jacques van der Vliet, dell’Università di Leiden, sull’articolo comparso nell’ultimo numero della rivista polacca Archeologia nel Mediterraneo.
Lo studio per la decodifica delle iscrizione è ancora in corso e una registrazione completa dei testi e dei disegno potrà essere terminata solo in un prossimo futuro. “E’ un lavoro molto duro. Le iscrizioni sono conservate molto male rispetto ai disegni”, spiega il dottor Grzegorz Ocha del Dipartimento di Papirologia dell’Università di Varsavia.
A suo parere, una delle iscrizioni più interessanti è la preghiera all’Agnello di Dio, scritto in greco, il che dimostra che questa lingua è stata utilizzata nella Nubia medievale molto più a lungo nei territori bizantini conquistati dagli arabi.
All’interno della cripta sono stati rinvenuti i corpi mummificati naturalmente di sette individui. Secondo gli archeologi, uno dei corpi dovrebbe appartenere a monsignor Georgios, probabilmente uno dei più potenti leader religiosi dell’antico regno Makuria. Il suo epitaffio, trovato nelle vicinanze della cripta, afferma che il religioso morì nel 1113 d.C., all’età di 82 anni.
Sebbene l’abbigliamento delle mummie è in cattivo stato di conservazione, i ricercatori hanno rilevato che gli uomini erano vestiti con vesti di lino molto semplici. Alcuni degli uomini indossava una croce.
Dopo l’ultima sepoltura, la cripta è stata sigillata per sempre. “L’ingresso alla camera mortuaria è stata chiusa con mattoni rossi legati con una malta di fango”, scrive nell’articolo Wlodzimierz Godlewski, attuale direttore della Missione polacca a Dongola.
I risultati presentati nell’articolo sono il frutto di lunghi anni di studi. Infatti, la cripta è stata individuata la prima volta nel 1993 dalla Missione polacca a Dongola. Tuttavia, non è mai stata scavata fino al 2009. Nel corso degli scavi, i corpi sono stati rimossi e studiati, le pareti della cripta ripulite e le sue iscrizioni sono state registrate e studiate con maggior dettaglio.
La cripta si trova in un monastero di Dongola, la capitale di Makuria, un perduto regno medievale che fiori nella Valle del Nilo. Nel momento in cui fu eretta, Makuria si trovava all’apice del suo sviluppo. I suoi sovrani controllavano un territorio che andava dal moderno Sudan fino all’Egitto meridionale.
“Il periodo tra la fine dell’VIII secolo e l’inizio del XII è considerata l’epoca d’oro del reame di Makuria”, spiega Artur Obluski dell’Università di Studi Orientali di Chicago.
La capacità del regno cristiano di Makuria di intrattenere buoni rapporti con il califfato islamico che controllava l’Egitto, è stato il fattore decisivo per il successo del regno. I due reami hanno intessuto vaste relazioni commerciali e molte persone provenienti da Makuria hanno addirittura servito nell’esercito del califfato.
La fine di Makuria è arrivata quando nel 1171 la dinastia Ayyubid ha preso il controllo dell’Egitto, lanciando una vasta invasione nel nord di Makuria e determinando un lungo periodo di declino, la perdita dell’indipendenza e, infine, la sua scomparsa.
Fonte : .ilnavigatorecurioso
Nasa “La mano di Dio” Una fantastica nebulosa a 17mila anni luce.
Suggestiva scoperta del telescopio NuStar, lanciato in orbita attorno alla Terra con l’obiettivo di raccogliere preziose informazioni sui buchi neri delle galassie.
Il telescopio ha catturato con una foto incredibile una stella morta la cui forma ricorda quella di una mano aperta.
Si tratta di una nebulosa che dista dalla Terra 17000 anni luce ed è vecchia circa 1700 anni.
Gli esperti della NASA l’hanno chiamata ” la Mano di Dio” per la sua forma.
E'una pulsar, stella di neutroni che scarica la sua energia nell’universo, girando su se stessa.
Il marabù
Il marabù è uno strano personaggio della fauna africana.
Fa a tutti un certo effetto vedere quest'uccello dalla struttura robusta, dal cranio calvo, dotato di un becco enorme e vestito di un piumaggio bianco e nero che assomiglia a un frac. Alcuni vecchi marabù possiedono anche un bel gozzo che pende loro davanti al petto.
Decisamente non si può proprio dire che sia un bell'uccello e bisogna avere una bella immaginazione per riconoscere in lui un parente prossimo delle nostre simpatiche cicogne, alla cui famiglia appartiene e di cui non condivide né l'eleganza né il prestigio. Si tratta di un uccello che assomiglia più a un avvoltoio che non ad una cicogna, pescatrice di rane.
Il marabù vive nelle savane africane ed è sempre presente vicino alle pozze d'acqua. Misura il terreno a grandi passi e si precipita, come se fosse sempre affamato, su qualsiasi rimasuglio di carne in decomposizione, disputando aspramente il bottino ai veri avvoltoi.
Tanto è brutto sul terreno, tanto si trasforma in un uccello dei più maestosi quando si leva in volo: le sue grandi ali, che hanno un'apertura pari a quella dei maggiori albatros marini, gli assicurano una perfetta padronanza dell'aria ed una incredibile eleganza, mentre fa evoluzioni nel cielo, disegnando cerchi, allo scopo di individuare un po' di cibo. Nidifica in comunità sugli alberi più alti, in vicinanza delle paludi. Nutre i suoi piccoli con rane e topi che cattura con grande abilità quando si avventurano fuori dal loro nascondiglio.
Durante le invasioni delle cavallette i marabù si riuniscono a centinaia per rimpinzarsi di questi insetti.
Cos'è il burro chiarificato ?
Il burro chiarificato è un burro che viene lavorato allo scopo di privarlo sia della caseina (e quindi anche del lattosio) che della quantità di acqua presenti e riducendolo quindi alla sola parte grassa.
Il burro che siamo soliti acquistare è composto da circa l’80% di materia grassa e il restante 20% di acqua e caseina, il burro chiarificato ha una composizione totale di materia grassa al 100%.
Il suo utilizzo in cucina quindi è opportuno quando dobbiamo friggere il burro intero infatti, contiene le proteine del latte (parti solide) che bruciano a temperature alquanto basse e non consentono quindi la doratura dei cibi che, nella maggior parte dei casi, avviene invece ad alte temperature.
Inoltre, il burro normale ha un punto di fumo molto basso: superatala temperatura di 130° comincia a bruciare producendo sostanze dannose per l’organismo.
Il burro chiarificato, inoltre, essendo privo di acqua e quindi meno soggetto alla proliferazione batterica si conserva molto più a lungo (nei paesi orientali dove prende il nome di Ghee è molto utilizzato, per via delle condizioni climatiche).
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