lunedì 1 aprile 2013

Riciclare la colomba pasquale




E' avanzata la colomba?
Suggerisco un modo per utilizzare gli avanzi e farne gustosi dolcetti.
Le palline di colomba

INGREDIENTI
4 fette di colomba
200 gr di ricotta o mascarpone
2 cucchiai di maraschino o altro liquore dolce
oppure per i bimbi una fialetta di aromatizzante a vostra scelta o anche spremuta d'arancio
Granella di pistacchi o mandorle

LA RICETTA
In una terrina sbriciolate 4 fette belle grandi di colomba, aggiungete la ricotta fresca Il maraschino mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo.
Con le mani fate delle palline del diametro di circa 5-6 cm
Rotolatele nella granella di pistacchi.
Lasciate in frigo per un paio di ore per compattarle.

Le verdure che aiutano a combattere il colesterolo


Si trovano in piante semplici i rimedi per riequilibrare i valori del colesterolo. Come il tarassaco, che cresce spontaneo nei nostri prati. Usato sin da tempi remoti dai medici cinesi per trattare numerosi disturbi, dal raffreddore alla bronchite, dalla polmonite all'epatite, dalle ulcere al sovrappeso, furono i medici arabi del X secolo a riconoscerne le proprietà diuretiche. Oltre a favorire l’eliminazione dei liquidi è anche “colagogo”, stimola, cioè le secrezioni della bile, indispensabile per l'assorbimento intestinale dei lipidi ed è per questo impiegato contro gli eccessi di colesterolo e trigliceridi. Altra pianta mediterranea diffusa e semplice, la cicoria: è il radicchio di campo, che cresce nei prati e lungo le strade. Il suo uso si perde nei tempi: compariva nei pranzi luculliani degli antichi Romani come contorno a uova di tordo, e pavoni. Ma era molto diffusa anche come medicinale. Presenta attività diuretiche e depurative. Altrettanto conosciuto, il carciofo. Apprezzato già da greci e da romani, ai nostri giorni è utilizzato per la sua azione stimolante della diuresi, dell’attività della cistifellea, e soprattutto perché abbassa i valori di colesterolo e trigliceridi. Vengono da lontano la Garcinia cambogiana e la Caigua. La prima è una pianta che cresce spontanea in India meridionale, Indocina, Filippine e, come dice il nome, in Cambogia. Dalla buccia si ottiene un estratto ricco di acido idrossicitrico, che agisce sul metabolismo dei grassi e diminuisce la produzione di colesterolo e trigliceridi. Cresce invece sulle Ande a 2000 metri di altitudine la Caigua. Si assume l'estratto del frutto: alcuni studi hanno rilevato che se preso per tre mesi aiuta ad abbassare i valori del colesterolo cattivo e dei trigliceridi aumentando invece il colesterolo buono

Carmen Rolle.

Pearl Shoal Waterfall


Pearl Shoal Waterfall ( Cinese : 珍珠滩瀑布 ; pinyin : Zhenzhu Pùbù TAN ) è una cascata situata ad Aba- Ngawa tibetano e Qiang Prefettura autonoma nel nord del Sichuan Province ( Cina ).
A Jiuzhaigou , ad una altitudine di 2433 metri (7982 piedi), la parte superiore della cascata è 162,5 metri (533 ft) di larghezza. Ha una caduta di 40 metri (130 piedi).

Papa Francesco


Viaggiava in bus, viveva in un modesto appartamento cucinandosi da solo, nei lunghi anni in cui è stato arcivescovo a Buenos Aires, una delle diocesi più grandi e impegnative al mondo. Sensibile agli affanni della sua gente, contrario all’autoreferenzialità della Chiesa il nuovo Papa Francesco ha portato a Roma un nuovo entusiasmo.

Si rivolge al mondo chiedendo “per favore”, ha scelto un nome coerente con il suo modo di essere, povero tra i poveri, attento a ogni creatura di Dio. Dopo l’elezione non è salito sull’auto prevista per lui ma in pulmino con gli altri cardinali, è andato a pagare il conto dell’albergo che lo ha ospitato a Roma, ha parlato per telefono con gli amici prima che con i potenti, preferisce la Residenza Santa Marta all’appartamento pontificio, troppo grande, troppo sfarzoso. Francesco non indossa stole pregiate ma la semplice mozzetta bianca, detta la pellegrina, l’anello è d’argento dorato, la croce non è d’oro ma di ferro, la stessa che ha sempre indossato negli anni trascorsi come arcivescovo, come le scarpe, più comode dei celebri mocassini rossi, che sembrano aver camminato a lungo per le strade di Buenos Aires dove Bergoglio non ha perso occasione di scendere in strada, tra la gente, di andare nelle periferie a confortare, a evangelizzare i più poveri.

La sua passione è la gente, percorre la fila dei fedeli stringendo le loro mani, ascoltando le loro storie, perché per lui “il vero potere è il servizio”, e lo esercita con un carisma spontaneo, parla in modo diretto, dice che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita, riesce a toccare le persone quando incita a non lasciarsi rubare la speranza, a non avere paura della bontà e neanche della tenerezza. Sono parole semplici ma spesso dimenticate, di cui la gente aveva bisogno, che subito hanno commosso e fatto sorridere, che hanno attratto centinaia di migliaia di persone in Piazza San Pietro. La sua rivoluzione va oltre l’umiltà dello stile, dei gesti, delle piccole scelte. Da rigoroso ed esigente soldato della compagnia di Gesù Papa Francesco ha tutto il coraggio e la determinazione per portare un rinnovamento in Vaticano, per riformare e migliorare la Curia, ridurre gli sprechi e imporre uno stile più sobrio. E per combattere omertà, corruzione, egoismo, la “mondanità del demonio”, un mondo freddo e ingiusto dove i rapporti umani hanno perso significato. La sua rivoluzione riguarda il Vaticano ma anche tutti noi e la nostra vita di ogni giorno, perché ci esorta a riscoprire l’affetto, il perdono, il rispetto e ritrovare la fiducia, anche nella Chiesa. Questa Chiesa che per molti è troppo lontana dalla gente.

Elvis Presley

Elvis Aaron Presley (Tupelo, 8 gennaio 1935 – Memphis, 16 agosto 1977) è stato un cantante, chitarrista e attore statunitense. Uno dei più celebri cantanti di tutti i tempi, perenne fonte di ispirazione per molti musicisti e cantanti di rock and roll e rockabilly, tanto da meritarsi il soprannome de Il Re del Rock and Roll o semplicemente The King (Il Re in lingua italiana). La sua particolare presenza scenica ha prodotto un impatto senza precedenti sulla cultura americana e mondiale, e i suoi caratteristici movimenti di bacino, nei quali si produceva durante le sue scatenate esibizioni, gli procurarono l'altro particolare soprannome: "Elvis The Pelvis". Elvis nacque l' 8 gennaio del 1935, un martedì, a Tupelo, Mississippi, e sopravvisse al gemello, Jesse, che morì appena nato.
Il padre di Elvis, Vernon, di origini scozzesi,non aveva un lavoro fisso, e la madre aggiustava come poteva i conti domestici, svolgendo lavori precari e saltuari: la famiglia Presley abitava in una modestissima dimora, sostanzialmente null' altro che un bilocale con il bagno situato all' esterno,appena fuori Tupelo, nelle immediate vicinanze del quartiere abitato da gente di colore: tale abitazione è ovviamente diventata in seguito meta di pellegrinaggio per i suoi fan, come del resto la ben più celebre e famosa "Graceland".
L'infanzia di Elvis fu comunque poverissima, e di tale periodo della sua vita Elvis serbò sempre un ricordo molto particolare: nelle rare interviste ne fece spesso menzione, ponendo l'accento sul rapporto molto intenso che lo legava ai suoi genitori, ed in modo particolare alla madre.
In concomitanza con il suo ottavo compleanno, Elvis ricevette in regalo dai genitori una modesta chitarra, tramite la quale imparò i primi rudimenti musicali, osservando uno zio della madre mentre suonava durante le frequenti riunioni di famiglia.
Dal momento che il padre non riusciva a trovare un lavoro a Tupelo, i Presley decisero di partire alla volta di Memphis, nel Tennessee, Elvis era ormai un adolescente, ma nella nuova città non riusciva a farsi troppe amicizie, principalmente a causa del suo carattere schivo, introverso e timido, ed era terribilmente attaccato ai genitori, soprattutto alla madre.
Il suo look, oltretutto, non lo rendeva affatto popolare tra i compagni di scuola: mentre gli altri ragazzi sfoggiavano solitamente un taglio di capelli corto, e pettinature in stile militare, Elvis portava invece i capelli piuttosto lunghi, raccolti in un ciuffo imponente, cementato da dosi abbondanti di brillantina, e abbinato a lunghe e vistose basette.
Probabilmente al momento non poteva certo immaginare che da lì a qualche anno, tale acconciatura, divenuta leggendaria, sarebbe stata adottata da migliaia di suoi fan sparsi in giro per il mondo, e addirittura il simbolo di un' epoca, i "favolosi anni cinquanta".
Elvis inoltre si vestiva con abiti pacchiani e appariscenti, contraddistinti da tagli particolari e colori sgargianti, e a buon mercato.
Elvis, contrariamente alla maggioranza della popolazione del sud degli Stati Uniti d'America non faceva distinzioni di razza e, indifferentemente, frequentava ambienti sia della comunità bianca, sia della comunità di colore: da qui il suo approccio disinvolto anche con la musica, che fu in seguito una delle ragioni che gli consentirono di raggiungere la fama e la celebrità.
Con lo scopo di migliorare le sue condizioni economiche e quelle della sua famiglia.
Elvis iniziò a cercare un'occupazione stabile:
dopo qualche tempo trovò lavoro presso la Crown Electric di Memphis, presso la quale venne assunto come camionista: un giorno, transitando casualmente per la Union Street notò che alla Sun Records di Sam Phillips chiunque, sborsando una somma irrisoria, poteva registrare un disco dimostrativo,
che successivamente poteva portarsi a casa. Elettrizzato da quell' opportunità, Elvis decise allora di fare un regalo alla madre, per il suo compleanno: decise di registrarle un disco, per l'esattezza una vecchia ballata che aveva ascoltato per radio sin dai tempi di Tupelo, My Happiness; Sam Phillips, ascoltato del tutto casualmente il ragazzo, ne intuì le indubbie potenzialità artistiche, e convocò immediatamente due session men,il contrabbassista Bill Black e il chitarrista Scotty Moore.
Durante una notte di Luglio del 1954, dopo aver provato con loro per ore ed ore senza essere riuscito a prodursi in qualcosa che reputasse soddisfacente, buono o originale, Elvis vinse la sua proverbiale timidezza e disse agli altri due:
«La conoscete questa?», ed iniziò quindi a suonare un vecchio pezzo country di Arthur Crudup, intitolato That's All Right Mama vivacizzandolo con un ritmo molto particolare e frenetico;
Sam Phillips, folgorato dalle peculiarità del suo arrangiamento uscì dalla sala di regia e li fermò dicendo ad Elvis:
«No, non la conosco ma io di questo ne faccio un disco!!!». La nascita del mito Elvis fu quindi scritturato da Sam Phillips, e da quel momento in poi iniziò a collaborare stabilmente e a incidere brani per la Sun Records: i primi singoli che Elvis incise per la Sun entrarono rapidamente nella storia del rock: Elvis incise brani quali That's All Right (Mama), Blue Moon of Kentucky, Good Rockin' Tonight, Baby Let's Play House, titoli che catapultarono istantaneamente il nome del giovane Elvis tra quelli delle stelle della musica del Sud degli Stati Uniti. Nel 1958 Elvis fu chiamato allo svolgimento del servizio militare: Il colonnello Parker riuscì a mantenere vivo e inalterato l'interesse del pubblico per il suo pupillo, e la popolarità di Elvis non solo rimase intatta, ma anzi, si consolidò ulteriormente. Dopo il ritorno dal servizio militare, nel 1960, Elvis era cambiato profondamente. sempre più guardingo e diffidente nei rapporti con la gente: la conseguenza fu inevitabilmente il formarsi attorno alla sua persona di una impenetrabile barriera di parenti, amici, guardie del corpo, e "yes men" (persone che non avevano altro scopo se non accondiscendere a qualsivoglia desiderio del capo, per entrare nelle sue grazie, e ottenere in seguito indubbi vantaggi...) denominata Memphis Mafia, che lo proteggeva, ma gli impediva, tuttavia, di avere contatti normali con il mondo esterno. Il Matrimonio Dopo quasi dieci anni di fidanzamento, il primo maggio del 1967 Elvis e Priscilla si sposarono: alla cerimonia privata, parteciparono un ristretto gruppo di persone, formato dalla famiglia e dagli amici della coppia, presso l'Aladdin Hotel di Las Vegas: circa nove mesi dopo, il primo febbraio 1968 Elvis diventò papà, nacque Lisa Marie Presley, sua figlia, per la quale egli nutrì sempre una vera e propria forma di venerazione
 Elvis finalmente.
Era riuscito a realizzare uno dei suoi sogni più ambiti:una famiglia tutta sua. All' inizio degli anni settanta, Elvis cominciò a soffrire di una grave forma di glaucoma secondario, una pericolosa malattia degli occhi, e di tale problema soffrì sino alla fine dei suoi giorni:
inoltre i lunghi periodi di lontananza dalla moglie Priscilla, che non seguiva Elvis durante lo svolgimento dei suoi interminabili tour, i suoi sempre più frequenti rapporti con altre donne, e la sua precaria salute.
(Elvis aveva aumentato considerevolmente l'uso di psico-farmaci finì per riflettersi sul suo carattere...), spinsero poi la moglie Priscilla a chiedere la separazione da lui, nel febbraio del 1972. Il 9 ottobre del 1973 venne sancito il divorzio ma l'amicizia tra Elvis Presley e la ex-moglie Priscilla è durata per tutta la vita del cantante.
Purtroppo per Elvis barbiturici, tranquillanti e anfetamine diventarono suoi compagni abituali di tutte le ore del giorno e della notte.
Il letale mix di farmaci che era solito assumere sempre con maggior frequenza e in quantità sempre più rilevanti, finì per incidere in modo pesantemente negativo sulla sua salute, e la cosa ovviamente non fu senza conseguenze:
i ricoveri in ospedale diventarono allora ripetuti e frequenti, e inoltre a quella che sembrava la continua crescita di uno stato ipocondriaco, si aggiungevano poi le nefaste conseguenze di una alimentazione eccessiva e molto disordinata.
che portarono Elvis a ingrassare vistosamente e a sottoporsi poi, nel tentativo di recuperare la forma fisica, a diete dimagranti a base di medicinali.

Il 17 di Agosto 1977.
Verso le sette del mattino si ritirò in camera per riposare prima della partenza.
Purtroppo furono queste le sue ultime ore di vita.
In tarda mattinata, Elvis venne rinvenuto agonizzante nella sua stanza da bagno dalla compagna Ginger Alden nella sua dimora a Graceland, a Memphis. Fu trasportato celermente al Baptist Memorial Hospital, ma tutti gli innumerevoli tentativi fatti allo scopo di rianimarlo furono vani.
Ne fu quindi dichiarata la morte alle ore 15:30, a causa di un attacco cardiaco. Aveva solamente 42 anni.

Canto nativi americani

Canto cerimoniale degli Ojibwa


Venera gli anziani: sarà come venerare la saggezza e la vita.
Venera la vita in tutte le sue forme: servirà a rinforzare il tuo spirito.
Venera le donne: sarà come venerare il dono della vita e dell'amore.
Mantieni sempre la tua parola: così facendo sarai fedele a te stesso e agli altri.
Vedi di essere gentile e buono, sempre pronto a dividere.
Vedi di essere sempre disponibile alla pace: così facendo potrai permettere a tutti di raggiungere la pace suprema.
Vedi di essere coraggioso: così facendo potrai far crescere la forza negli altri. Vedi di essere prudente in ogni cosa, osserva, ascolta e medita ogni situazione:
così facendo potrai essere saggio.

Body painting tribale africano

Presso molte culture africane la comunicazione non verbale
si esprime soprattutto attraverso l’arte dei segni,
delle forme e dei colori.

Sul corpo nudo, la pittura, i tatuaggi, le scarificazioni e le acconciature hanno innanzitutto un valore estetico ma ci informano altresì sull’etnia di appartenenza e sulla condizione della persona che li esibisce.
La pittura corporea è stata una delle prime forme di espressione artistica dell’umanità.
All’alba del mondo, i nostri antenati scoprono le terre colorate, il carbone di legna, il gesso, il succo delle bacche, il sangue degli animali e altre fonti di tintura e li utilizzano come un alfabeto del corpo:
per impressionare il nemico in battaglia, camuffare il cacciatore, definire una posizione rituale o semplicemente sedurre.
Grazie alle decorazioni corporee, l’individuo cambia identità, si trasfigura, si sublima. Ogni colore ha un significato.

Il bianco è generalmente associato al lutto o alla purificazione.
Il rosso, colore del sangue, è simbolo di energia vitale e fecondità.
Il nero, che evoca la notte ed il caos primordiale, simbolizza il mondo materiale.
Il carattere labile della pittura permette una continua trasformazione ed apre le porte alla fantasia.
Se nel mondo occidentale le mode contemporanee ne affievoliscono il significato, desacralizzandolo, in Africa molti gruppi etnici conservano con tenacia ed ostinazione le loro tradizioni, sfidando l’appiattimento della globalizzazione.
L’uso della pittura corporea durante le cerimonie è largamente diffuso, spesso in sostituzione delle maschere lignee.

Una delle più note è la danza del “Faux Lion” o falso leone.
Si tratta di una manifestazione popolare, organizzata in molte regioni del Senegal in occasione delle festività più importanti.
In origine si trattava di un rito di possessione, che risale all’epoca in cui il paese era ricoperto da fitte foreste.
Il cacciatore sopravvissuto all’attacco del leone veniva posseduto dal suo spirito, ruggiva, mangiava solo più carne cruda ed il suo corpo si ricopriva di pelo.
Doveva perciò essere guarito da un esorcista.
Ancora oggi nei villaggi o nei quartieri popolari delle città, il ruggito del leone terrorizza e riempie di frenesia tutta la nazione 

Altrettanto importante è la festa della bellezza dei Peul Bororo in Niger (il Gerewol) che riunisce queste tribù nomadi del Sahel per una gara nuziale in occasione della quale i giovani pastori, con i volti coperti di ocra e le labbra annerite con il carbone o la grafite, spesso ricavata da vecchie pile, si contendono i favori delle fanciulle in età da marito.
Si tratta di uno dei riti di seduzione più antichi ed affascinanti dell’Africa.

Ma l’uso del corpo come una tavolozza è estremamente diffuso in tutto il continente africano.
In Mozambico le donne ricoprono il volto col “musiro”, un impasto ricavato dalle radici delle piante.
Queste maschere di bellezza, con il loro biancore, conferiscono sembianze spettrali!
Largo uso del colore, nonché di vari tipi di ornamenti quali piattelli labiali o auricolari, si osserva presso i popoli della bassa valle dell’Omo, nell’Etiopia meridionale
Le donne Bassari del Senegal indossano spine di istrice nel setto nasale perforato.
Le Himba della Namibia impastano i capelli e cospargono il corpo con un impasto di ocra rossa e grasso animale.

I giovani Masai del Kenya e della Tanzania, durante i riti di passaggio all’età adulta, si aggirano nelle savane col volto sbiancato dal caolino.

I dieci saggi.....i soliti NOTI acci....ma che odore di muffa

I saggi di Napolitano a sigillo di un pessimo settennato

Giorgio Napolitano di peggio non poteva fare.
A coronamento di un brutto settennato, che solo una Casta politica e giornalistica sempre più scollegata dalla realtà riesce a continuare a osannare, il futuro ex presidente della Repubblica affida a dieci supposti saggi il compito di concordare un pugno di riforme istituzionali ed economiche.
Tra di loro non ci sono donne e non ci sono giovani. In compenso nell’elenco compaiono cariatidi in politica da 40 anni e dinosauri dell’italica burocrazia.
Ci sono garanti nominati alla testa delle loro Authorithy (Giovanni Pitruzzella) non per la “notoria indipendenza” o per la specifica competenza, ma perché legati da rapporti di amicizia e professionali con l’attuale capogruppo Pdl al Senato, Renato Schifani.
Ci sono parlamentari (il leghistaGiancarlo Giorgetti) che conoscono le regole dell’omertà da quando hanno ricevuto e poi restituito – senza denunciare nulla – una busta piena di soldi gentilmente portata dall’ex big boss della Banca Popolare di Lodi, Giampiero Fiorani; ex magistrati di sinistra folgorati dalla politica (Luciano Violante) e specializzati nel compromesso opaco alle spalle di elettori e cittadini.
Poi, ovviamente, c’è Gaetano Quagliarello, passato con nonchalance dalle file del Partito Radicale ai banchi del Pdl da dove, dopo la morte di Eluana Englaro, dava degli assassini agli avversari.
Insomma, salvo rare eccezioni, la lista dei saggi che dovrebbe portare a un nuovo governo indicando al Paese le quattro o cinque cose importanti da fare nei prossimi mesi, è una perfetta fotografia della classe dirigente, bugiarda, incompetente e voltagabbana, che lo ha affossato.
Questa volta però non basta prendersela con i partiti cattivi.
O con il risultato elettorale confuso che obbliga il Parlamento a trovare qualche tipo di accordo.
Il responsabile di questo scempio, va detto chiaro, è Giorgio Napolitano: il Capo dello Stato che, se proprio riteneva che la strada dei saggi fosse quella da seguire (cosa che dubitiamo), aveva il dovere di trovare dei nomi diversi. Oppure, e avrebbe fatto bene, avrebbe dovuto dimettersi senza indugio, in modo da far eleggere subito un successore.
Un nuovo Presidente che, forte del voto appena ricevuto e del potere di sciogliere le Camere, mettesse immediatamente i partiti davanti all’alternativa: o trovate il modo di dare la fiducia a un governo, o andate a casa.
Ma Napolitano ha deciso altrimenti.
E adesso è nudo di fronte a un Paese costretto a poco a poco ad accorgersi della realtà: i risultati politici dei suoi sette anni al Colle di fatto non esistono, quelli istituzionali neppure.
Dietro le spalle di Re Giorgio restano solo una serie di moniti e appelli – dalla riforma elettorale alla situazione delle carceri – sempre inascoltati; la promulgazione, senza tentennamenti, di tutte le leggi ad personam di Berlusconi (dal Lodo Alfano al legittimo impedimento) poi dichiarate incostituzionali dalla Consulta; le risposte stizzite rivolte ai cittadini che subito dopo l’approvazione dello scudo fiscale, gli chiedevano: «Presidente, non firmi, lo faccia per le persone oneste».
Restano gli interventi a piedi uniti nelle indagini della magistratura e il fallimento dell’operazione Mario Monti, il tecnico che doveva essere il suo successore e che invece gli ha voltato le spalle entrando, con poco successo, direttamente in politica.
Dietro Napolitano rimane insomma solo un cumulo di partitocratiche macerie. E adesso l’unica cosa saggia da fare non è affidarsi ai suoi supposti saggi, ma pensare a scegliere un capo dello Stato nuovo che non provenga dalle file dei partiti.
Un uomo, o una donna, che conosca l’Italia per davvero e non solo la toponomastica delle stanze e delle segreterie dei Palazzi del Potere.
Di -Peter Gomez

Da ilfattoquotidiano.it del 31/03/2013.

Pesce d'aprile

La tradizione del pesce d'aprile, seguita in diversi paesi del mondo, consiste in uno scherzo da mettere in atto il 1º aprile.
Lo scherzo può essere anche molto sofisticato e ha lo scopo di creare imbarazzo nelle vittime, in altri casi è solo un sistema per divertirsi fra amici.

Le origini del pesce d'aprile non sono note, anche se sono state proposte diverse teorie.
Si considera che sia collegato all'equinozio di primavera, che cade il 21 marzo. Prima dell'adozione del Calendario Gregoriano nel 1582, veniva osservato come Capodanno da diverse culture distanti, come l'antica Roma e l'India.
Il Capodanno era in origine celebrato dal 25 marzo al 1º aprile, prima che la riforma di papa Gregorio XIII lo spostasse indietro al 1º gennaio.
In seguito a ciò, secondo una prima versione sull'origine di questa usanza, si creò in Francia la tradizione di consegnare dei pacchi regalo vuoti in corrispondenza del 1º di aprile.
Il nome che venne dato alla strana usanza fu poisson d'Avril, per l'appunto pesce d'aprile.
Ma dato che l'usanza è un po' comune a tutta l'Europa, alcuni studiosi sono andati più indietro nel tempo e hanno ipotizzato come origine del pesce d'aprile l'età classica, ed in particolare hanno intravisto sia nel mito di Proserpina che dopo essere stata rapita da Plutone, viene vanamente cercata dalla madre, ingannata da una ninfa, sia nella festa pagana di Venere Verticordia alcune possibili comunanze con l'usanza attuale.
Diversi mezzi di comunicazione di massa hanno deliberatamente o involontariamente diffuso in molti paesi diversi pesci d'aprile (per gli inglesi April fool's day, per i tedeschi Aprilscherz).
Persino giornali e televisioni considerate serie considerano il primo aprile un giorno in cui è lecito far passare per informazione corretta bufale anche notevoli.
Ogni anno in questo giorno compaiono delle notizie vere che poi si rivelano false.