Harappa ci fu una guerra nucleare?
Le rovine della città di Mohenjo-Daro che appare distrutta da una possibile esplosione atomica di circa 15000 anni fa
Ci sono molti posti su questo pianeta che contengono elementi di fatto e verificabili di un'antica guerra nucleare e forse più di una. Forse la prova più insolita registrata ci viene dall'India, sotto forma di antichi scritti, uno o due in particolare i documenti noti come "Mahabharata" racconta la storia di una guerra che ha avuto luogo in quella parte del mondo:
Era un singolo proiettile munito di tutta la potenza dell'Universo. Una colonna incandescente di fumo e fiamme Brillante come mille soli in tutto il suo splendore ...
.. Era un'arma sconosciuta,un gigantesco messaggero di morte,
che ha ridotto in cenere l'intera razza dei Vrishnis e Andhakas.
.. I cadaveri erano così bruciati da essere irriconoscibili. I capelli e le unghie caddero;si ruppero senza causa apparente, e gli uccelli diventarono bianchi.
Dopo alcune ore tutti gli alimenti furono infettati. Per fuggire da questo fuoco i soldati si gettarono nei torrentirappaper lavare se stessi e le loro attrezzature.
Fino ai primi anni del 1940 nessuno aveva mai assistito a un'esplosione atomica. Nessuno aveva mai visto la distruzione causata da una tale arma, e certamente nessuno avrebbe potuto descrivere l'evento in modo realistico come in questi antichi scritti Indiani attraverso un un resoconto dettagliato di tale evento e le conseguenze riportate.
Nella scrittura originale di questa guerra veniva riportato che l' evento aveva avuto luogo nel mese di ottobre 5561 aC (7500 anni fa).
"E 'così sconvolgente immaginare che qualche civiltà abbia posseduto la tecnologia nucleare prima di noi. La cenere radioattiva aggiunge credibilità agli antichi racconti indiani che descrivono la guerra atomica ".
Gli archeologi hanno trovato delle prove in India e Pakistan, che alcune città sono state distrutte dalle esplosioni atomiche.
Quando gli scavi di "Harappa" e "Mohenjo-Daro" avevano raggiunto il livello della strada, si sono scoperti degli scheletri sparsi per la città, distesi per le strade come se qualche sciagura istantanea e un orribile destino avesse avuto luogo; i loro cadaveri insepolti apparivano supini e disseminavano le strade della città".
Perché i corpi non si sono decomposti o divorati dagli animali selvatici? non vi è alcuna causa apparente di una morte cosi' violenta fisicamente.
In molti poemi indiani si parla molto dell’utilizzo dei Vimama da parte degli Dei come mezzo di locomozione per percorrere lunghe distanze, probabilmente anche al di fuori del sistema solare.
Tuttavia un altro importante aspetto viene descritto in questi antici testi indiani ovvero quello di uso militare nelle millenarie guerre tra gli dei che si sono combattute 15000 anni fa nell’attuale Sri Lanka , nel deserto del Gobi ecc..
E’ interessante osservare che ancor oggi, nei suddetti luoghi, si trovano reperti archeologici di città vetrificate a causa di una probabile guerra atomica tra Dei.
Infatti In questi poemi il Ramayana ,Mahabharata ecc. Si parla appunto di guerre millenarie combattute con armi terribili delle quali forniremo alcuni esempi e che , come vedrete , sono riconducibili alle armi odierne.
Ecco l’elenco di alcuni tipi di arma:
L’arco di GANDIVA : Capace di scagliare frecce che inseguivano il nemico e al momento che colpivano il bersaglio generavano un ‘onda di fuoco che inceneriva quanto colpito.
Non è difficile vedere in questa traduzione i missili a puntamento termico, che inseguono il bersaglio basandosi sul calore emesso dai motori.
BHUCUNDI: un ‘arma capace di scagliare folgori contro i nemici.
SURADTSANA: Un ‘arma a disco simile al sole splendente che inceneriva gli eserciti.
La verga di KALA : Un’arma che uccideva a distanza.
VAYAVYA ASTRA : Genera turbini di vento.
KANDARPA: Eccita smodatamente il desiderio sessuale.
MURCHCHDHANA : causa la soppressione temporanea delle sensazioni.
In questi ultimi due esempi probabilmente si parla di bombe chimiche o batteriologice dove, la conoscenza della chimica da parte dell’antico popolo trova qui un’ulteriore conferma.
SHABDAVEDITVA: Una freccia che insegue i suoni (anche in questo caso si trattava di un probabile missile intelligente).
In fine citiamo la più terribile arma mai realizzata la così detta arma del caos ”...l’arma che possiede i poteri dell’architetto degli Dei…”
TVASHTAR: in pratica la nostra bomba atomica; riportiamo di seguito una traduzione testuale sugli effetti di questa inquietante arma:
” …Aswatthaman…scagliò una colonna esplosiva che si aprì in tutte le direzioni, e provocò una luce brillante, come il fuoco senza fumo, cui succedette una pioggia di scintille che circondò completamente l’esercito dei
PARHTA… i quattro punti cardinali per un raggio che lo sguardo non poteva abbracciare,furono coperti di buio…
Un vento violento e cattivo cominciò a soffiare , né il sole stesso diede più calore… Colpiti e bruciati i guerrieri caddero come alberi abbattuti da un fuoco furioso….Grandi elefanti scorticati dalla vampata, si misero a correre intorno, lanciando urla di terrore…l’aria e l’acqua erano avvelenate….coloro che sopravvissero morirono poco dopo: La loro pelle iniziò ad ingiallire ed a cadere…i capelli e le unghie cadevano…”
Se non si trattasse di un resoconto vecchio di 15000 anni non sarebbe difficile vedere in esso un rapporto militare scritto dopo un sopralluogo a Hiroshima a seguito dell’esplosione atomica durante la II guerra mondiale.
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venerdì 19 ottobre 2012
U.F.O nell'antica arte
Illustrazione dal libro "Ume No Chiri (Dust of Apricot)" pubblicato in Giappone nel 1803
Questa immagine mostra l’avvistamento di un UFO su Amburgo, Germania il 4 Novembre 1697. Gli oggetti erano descritti come “Ruote Incandescenti
Questa immagine proviene da un libro intitolato Prodigiorum Ac Ostentorum Chronicon di Conrad Lycosthenes (1518-1561). Rappresenta l'avvistamento di un "Oggetto" in Arabia nel 1479. Il libro è conservato nell' Australian Museum Research Library.
5000 a.C., Caverne di Kimberley (Australia)
6000 a.C.; Tassili, deserto del Sahara (nord Africa)
Il manufatto che vedete di sotto, viene attribuito alla cultura Sciita, tribù nomade stanziatasi nella regione dell’attuale Iran, tra il II° e il I° secolo Avanti Cristo. La denominazione “Astronauta di Kiev” è stata attribuita da Peter Kolosimo, per lo strano abbigliamento che a suo dire era molto simile ai cosmonauti e sommozzatori (tipo palombari) moderni. La statuetta è in oro e riproduce uno strano individuo, dotato di un casco molto simile a quello degli astronauti (ricopre tutta la testa fino al collo). Molto suggestivo è il particolare al di sotto del mento, dove si può intravedere una sorta di giuntura, la “tuta” sembrerebbe essere moderna, con un materiale (a sentire Kolosimo) molto aderente ed elastico, con la parte di mezzo trapuntata. La vita è munita di una fascia e le mani sembrano avere dei guanti. Anche la posizione del soggetto sembra essere particolare, la sua postura sembra essere di tipo moderno, se riferità all’età in cui la statuina è stata modellata. L’individuo sembrerebbe annunciare la sua presenza o arrivo, mostrando tutti gli aspetti della sua forza e coraggio.
Questa immagine mostra l’avvistamento di un UFO su Amburgo, Germania il 4 Novembre 1697. Gli oggetti erano descritti come “Ruote Incandescenti
Questa immagine proviene da un libro intitolato Prodigiorum Ac Ostentorum Chronicon di Conrad Lycosthenes (1518-1561). Rappresenta l'avvistamento di un "Oggetto" in Arabia nel 1479. Il libro è conservato nell' Australian Museum Research Library.
5000 a.C., Caverne di Kimberley (Australia)
6000 a.C.; Tassili, deserto del Sahara (nord Africa)
Il manufatto che vedete di sotto, viene attribuito alla cultura Sciita, tribù nomade stanziatasi nella regione dell’attuale Iran, tra il II° e il I° secolo Avanti Cristo. La denominazione “Astronauta di Kiev” è stata attribuita da Peter Kolosimo, per lo strano abbigliamento che a suo dire era molto simile ai cosmonauti e sommozzatori (tipo palombari) moderni. La statuetta è in oro e riproduce uno strano individuo, dotato di un casco molto simile a quello degli astronauti (ricopre tutta la testa fino al collo). Molto suggestivo è il particolare al di sotto del mento, dove si può intravedere una sorta di giuntura, la “tuta” sembrerebbe essere moderna, con un materiale (a sentire Kolosimo) molto aderente ed elastico, con la parte di mezzo trapuntata. La vita è munita di una fascia e le mani sembrano avere dei guanti. Anche la posizione del soggetto sembra essere particolare, la sua postura sembra essere di tipo moderno, se riferità all’età in cui la statuina è stata modellata. L’individuo sembrerebbe annunciare la sua presenza o arrivo, mostrando tutti gli aspetti della sua forza e coraggio.
I simboli per il lavaggio sulle etichette degli abiti
VASCHETTA: lavaggio in acqua
CERCHIO: lavaggio professionale a secco
TRIANGOLO: candeggio
QUADRATO CON UN CERCHIO ALL’INTERNO: asciugatura con asciugatrice a tamburo rotativo
FERRO DA STIRO: stiratura
Se c’è una X sul simbolo: il trattamento NON deve essere eseguito.
I simboli base contengono altre più specifiche indicazioni.
Lavaggio: nella vaschetta il numero indica la temperatura dell’acqua della lavatrice e la figura della mano ci dice che non deve essere lavato manualmente.
Se non è consentito il lavaggio in acqua vi sarà il cerchio del lavaggio a secco, allora, per evitare di rovinare l’abito o il prodoto tessile, dovremo portarlo in tintoria e sull’etichetta vi sono lettere (A, F, P) che indicano all’operatore della lavanderia che tipo di solvente usare. Se c’è la X sul cerchio, lo possiamo lavare solo in acqua.
Invece questi simboli interessano anche noi per sapere se possiamo candeggiare il capo. Lo si può fare con sicurezza sulle fibre naturali, in particolare il cotone, di colore bianco. Se ci sono macchie su altri tipi di tessuto, portare in tintoria per evitare macchie scolorite, buchi ecc…
Se abbiamo lavato il capo, a mano o in lavatrice, come lo dobbiamo asciugare? Centrifugandolo? Mettendolo nell’asciugatrice a 60°? Stendendolo sul filo con le mollette?…
Finalmente asciutto, lo possiamo stirare, ma come?
Su alcune etichette ci possono anche essere altri simboli:
Se non è consentito il lavaggio in acqua vi sarà il cerchio del lavaggio a secco, allora, per evitare di rovinare l’abito o il prodoto tessile, dovremo portarlo in tintoria e sull’etichetta vi sono lettere (A, F, P) che indicano all’operatore della lavanderia che tipo di solvente usare. Se c’è la X sul cerchio, lo possiamo lavare solo in acqua.
Invece questi simboli interessano anche noi per sapere se possiamo candeggiare il capo. Lo si può fare con sicurezza sulle fibre naturali, in particolare il cotone, di colore bianco. Se ci sono macchie su altri tipi di tessuto, portare in tintoria per evitare macchie scolorite, buchi ecc…
Se abbiamo lavato il capo, a mano o in lavatrice, come lo dobbiamo asciugare? Centrifugandolo? Mettendolo nell’asciugatrice a 60°? Stendendolo sul filo con le mollette?…
Finalmente asciutto, lo possiamo stirare, ma come?
Su alcune etichette ci possono anche essere altri simboli:
Il caso Roswell
8 luglio 1947
A 300 km da Albuquerque, New Mexico
Il quotidiano Roswell Daily Record riporta la notizia del ritrovamento di un oggetto non identificato nei pressi della citadina di Roswell nelle vicinanze di un ranch nella zona di Socorro da parte del 509º Gruppo bombardieri consegnato alla base aerea Wright Petterson. Il 509º Gruppo bombardieri dichiarava di aver rinvenuto sul luogo dell'incidente un Ufo.
Il giorno dopo, il 9 luglio 1947 l'Aeronautica Militare statunitense descrisse l'oggetto come un "pallone sonda aerostatico"destinato all'uso meteorologico, affermò che non si trattava di un UFO di origine extraterrestre e questa all'epoca fu la versione ufficiale dell'accaduto e lo rimane tutt'ora, furono divulgate dal Generale Roger Ramey immagini dei resti del pallone sonda.
Testimonianze:
I militari e i testimoni che assistettero al ritrovamento non descrivono l'oggetto come un pallone sonda disintegrato al contatto con il suolo, ma danno spiegazioni differenti, indicano l'oggetto come un oggetto un ufo di origine extraterrestre di forma discoidale, probabilmente vittima di uno schianto sul suolo terrestre.
Il governo statunitense ha sempre sostenuto la teoria del pallone sonda precipitato al suolo.Il caso scivolò nell'ombra e da notizia sconvolgente divenne una notizia di poca importanza. Mac Brazel, il proprietaro del terreno in cui si verificò l'incidente fu colui che avvisò i militari dell'accaduto e prelevò alcuni rottami che si trovavano sul posto.
Ufo o Pallone sonda?
Dopo l'incidente si diffusero voci del ritrovamento di corpi di extraterrestri che si trovavano al'interno dell'Ufo.
Fu Glenn Dennis che lavorava presso le pompe funebri di Roswell ad affermare di aver visto di persona i corpi degli alieni in seguito all'incidente, fu chiamato sul posto perchè secondo i militari poteva trattarsi di un aliante schiantatosi con due persone a bordo, entrambe morte che presentavano dimensioni non superiori ai 150 cm di altezza con testa ovale (degli alieni grigi?) e necessitavano di una bara particolare.
Da allora su Roswell cadde il silenzio
Ma..........
Meglio tardi che mai, l’FBI conferma l’incidente di Roswell. Di Steve Beckow.
A quanto pare l’FBI ha pubblicato un archivio di documenti, uno dei quali conferma Roswell.
Secondo un ingegnere che ho conosciuto alla Hughes Aircraft, a Hughes fu dato un chip di silicio dalla navicella di Roswell che in seguito venne retro-ingegnerizzato e, voilà !
Nacque l’era dei computer.
Non e’ incredibile pensare che queste stesse notizie che oggi leggete vengono portate a voi attraverso tecnologia recuperata dal veicolo di Roswell ? Grazie e a Ryan P. per la segnalazione. Oops! L’FBI conferma l’incidente UFO di Roswell 8 aprile 2011, Jeremy Conrad, FuriousFanboys.com
Questa settimana l’FBI ha aperto un archivio di documenti online chiamato “the Vault“. Il sito è una sala di lettura elettronica che dispone di oltre 2.000 documenti digitalizzati che coprono molti soggetti diversi. Purtroppo, sembra come che abbiano dimenticato di censurare i documenti UFO abbastanza bene, all’interno di questi vi e’ una nota scritta dall’agente speciale in carica del Washington Field Office al direttore dell’FBI il 22 marzo 1950 che conferma l’incidente UFO di Roswell del 1947.
Un investigatore per l’Air Force ha dichiarato che tre cosidetti dischi volanti sono stati stati recuperati in Nuovo Messico.
Sono stati descritti come di forma circolare con il centro in rilievo, e circa 50 piedi di diametro. Ognuno era occupato da tre corpi di forma umana, ma di solo tre piedi d’altezza, vestiti di una tela metallica di un tessuto molto fine.
Ogni corpo era vestito in un modo simile a quello delle tute da blackout utilizzate dai nostri piloti collaudatori nei test aereonautici di velocita’.
Secondo l’informatore, i dischi volanti sono stati trovati in New Mexico a causa del fatto che il governo ha una struttura radar molto potente in quella zona e si ritiene che esso abbia interferito con il meccanismo di controllo del dischi .
Il quotidiano Roswell Daily Record riporta la notizia del ritrovamento di un oggetto non identificato nei pressi della citadina di Roswell nelle vicinanze di un ranch nella zona di Socorro da parte del 509º Gruppo bombardieri consegnato alla base aerea Wright Petterson. Il 509º Gruppo bombardieri dichiarava di aver rinvenuto sul luogo dell'incidente un Ufo.
Il giorno dopo, il 9 luglio 1947 l'Aeronautica Militare statunitense descrisse l'oggetto come un "pallone sonda aerostatico"destinato all'uso meteorologico, affermò che non si trattava di un UFO di origine extraterrestre e questa all'epoca fu la versione ufficiale dell'accaduto e lo rimane tutt'ora, furono divulgate dal Generale Roger Ramey immagini dei resti del pallone sonda.
Testimonianze:
I militari e i testimoni che assistettero al ritrovamento non descrivono l'oggetto come un pallone sonda disintegrato al contatto con il suolo, ma danno spiegazioni differenti, indicano l'oggetto come un oggetto un ufo di origine extraterrestre di forma discoidale, probabilmente vittima di uno schianto sul suolo terrestre.
Il governo statunitense ha sempre sostenuto la teoria del pallone sonda precipitato al suolo.Il caso scivolò nell'ombra e da notizia sconvolgente divenne una notizia di poca importanza. Mac Brazel, il proprietaro del terreno in cui si verificò l'incidente fu colui che avvisò i militari dell'accaduto e prelevò alcuni rottami che si trovavano sul posto.
Ufo o Pallone sonda?
Dopo l'incidente si diffusero voci del ritrovamento di corpi di extraterrestri che si trovavano al'interno dell'Ufo.
Fu Glenn Dennis che lavorava presso le pompe funebri di Roswell ad affermare di aver visto di persona i corpi degli alieni in seguito all'incidente, fu chiamato sul posto perchè secondo i militari poteva trattarsi di un aliante schiantatosi con due persone a bordo, entrambe morte che presentavano dimensioni non superiori ai 150 cm di altezza con testa ovale (degli alieni grigi?) e necessitavano di una bara particolare.
Da allora su Roswell cadde il silenzio
Ma..........
Meglio tardi che mai, l’FBI conferma l’incidente di Roswell. Di Steve Beckow.
A quanto pare l’FBI ha pubblicato un archivio di documenti, uno dei quali conferma Roswell.
Secondo un ingegnere che ho conosciuto alla Hughes Aircraft, a Hughes fu dato un chip di silicio dalla navicella di Roswell che in seguito venne retro-ingegnerizzato e, voilà !
Nacque l’era dei computer.
Non e’ incredibile pensare che queste stesse notizie che oggi leggete vengono portate a voi attraverso tecnologia recuperata dal veicolo di Roswell ? Grazie e a Ryan P. per la segnalazione. Oops! L’FBI conferma l’incidente UFO di Roswell 8 aprile 2011, Jeremy Conrad, FuriousFanboys.com
Questa settimana l’FBI ha aperto un archivio di documenti online chiamato “the Vault“. Il sito è una sala di lettura elettronica che dispone di oltre 2.000 documenti digitalizzati che coprono molti soggetti diversi. Purtroppo, sembra come che abbiano dimenticato di censurare i documenti UFO abbastanza bene, all’interno di questi vi e’ una nota scritta dall’agente speciale in carica del Washington Field Office al direttore dell’FBI il 22 marzo 1950 che conferma l’incidente UFO di Roswell del 1947.
Un investigatore per l’Air Force ha dichiarato che tre cosidetti dischi volanti sono stati stati recuperati in Nuovo Messico.
Sono stati descritti come di forma circolare con il centro in rilievo, e circa 50 piedi di diametro. Ognuno era occupato da tre corpi di forma umana, ma di solo tre piedi d’altezza, vestiti di una tela metallica di un tessuto molto fine.
Ogni corpo era vestito in un modo simile a quello delle tute da blackout utilizzate dai nostri piloti collaudatori nei test aereonautici di velocita’.
Secondo l’informatore, i dischi volanti sono stati trovati in New Mexico a causa del fatto che il governo ha una struttura radar molto potente in quella zona e si ritiene che esso abbia interferito con il meccanismo di controllo del dischi .
DIPINTO DEL BONAVENTURA-SALIMBENI
Dipinto del Bonaventura Salimbeni (1567-1613) si trova a Montalcino (Siena) Il dipinto mostra una strana forma sferica con antenne nella parte superiore e una protuberanza nella parte bassa. La stranezza consiste nel fatto che questo dipinto ha 400 anni,e assomiglia in modo rilevante al primo satellite russo messo in orbita a Baikonur il 4/10/1957
Dipinto del Bonaventura Salimbeni (1567-1613) si trova a Montalcino (Siena) Il dipinto mostra una strana forma sferica con antenne nella parte superiore e una protuberanza nella parte bassa. La stranezza consiste nel fatto che questo dipinto ha 400 anni,e assomiglia in modo rilevante al primo satellite russo messo in orbita a Baikonur il 4/10/1957
Ipazia di Alessandria
Prima donna a dare un contributo sostanziale allo sviluppo della matematica, era la figlia del matematico e filosofo Theon di Alessandria ed è quasi sicuro che ella studiò matematica sotto la guida e l'istruzione di suo padre. Nata nel 370 è importante sottolineare che Ipazia diventò il capo della scuola platonica ad Alessandria, circa nel 400 d.C. Qui, tenne lezioni di matematica e filosofia, in particolare insegnando la filosofia del Neoplatonismo. Ipazia basò i suoi insegnamenti su quelli di Platone, il fondatore del Neoplatonismo e Iamblichus, che fu uno sviluppatore del Neoplatinismo, vissuto intorno al 300 d.C. Platone insegnava che esisteva una realtà ultima, che andava oltre il raggiungimento del pensiero o del linguaggio. Ipazia insegnò queste idee filosofiche con un'enfasi scientifica maggiore rispetto ai seguaci del Neoplatinismo. Viene infatti descritta, da tutti i commentatori, come un'insegnante estremamente carismatica. Ipazia simboleggiava la dottrina e la scienza, che i primi Cristiani identificavano con il paganesimo. Comunque, tra gli uomini a cui insegnò ad Alessandria, c'erano molti Cristiani importanti. Uno dei più famosi è Synesius di Cirene. Molte delle lettere che Synesius scrisse a Ipazia furono conservate e sappiamo che molte furono piene di ammirazione e riverenza per il suo sapere e le sue abilità scientifiche. Nel 412, Cyril (dopo St Cyril) divenne il patriarca di Alessandria, mentre il prefetto romano di Alessandria era Orestes. Cyril e Orestes diventarono acerrimi rivali politici, come chiesa e stato, che combattevano per il controllo del territorio. Ipazia fu un'amica di Orestes e questo, insieme al pregiudizio che avevano i Cristiani nei confronti del suo punto di vista filosofico, la rese il punto focale dei tumulti tra i Cristiani e i non-Cristiani. Ipazia, scrive Heath: "...attraverso la sua eloquenza e autorità...ottenne una tale influenza, che la Cristianità la considerò una minaccia...". Alcuni anni dopo - nel mese di marzo dell'anno 415 - in accordo con quanto riportato da fonti autorevoli, Ipazia fu brutalmente uccisa dalle scimmie Nitrian, una setta cristiana fanatica, che supportava Cyril. Sicuramente fu assassinata dai Cristiani, che si sentivano minacciati dalla sua cultura, dalla sua sapienza e dalla vastità della sua conoscenza scientifica. Tutto il lavoro di Ipazia è andato perduto, eccetto i suoi titoli e alcuni riferimenti ad essi. Comunque, non si conosce alcun lavoro filosofico puro, ma soltanto opere di matematica e astronomia. Basandosi su questa piccola quantità di testimonianze, Deakin, sostiene che Ipazia fu un'eccellente compilatrice, editrice e conservatrice delle prime opere matematiche. Come detto sopra, esistono alcune lettere scritte da Synesius a Ipazia. Queste chiedono il suo consiglio per la costruzione di un astrolabio e di un idroscopio.
Ipazia ipotizza la prima legge di Keplero.
Prima donna a dare un contributo sostanziale allo sviluppo della matematica, era la figlia del matematico e filosofo Theon di Alessandria ed è quasi sicuro che ella studiò matematica sotto la guida e l'istruzione di suo padre. Nata nel 370 è importante sottolineare che Ipazia diventò il capo della scuola platonica ad Alessandria, circa nel 400 d.C. Qui, tenne lezioni di matematica e filosofia, in particolare insegnando la filosofia del Neoplatonismo. Ipazia basò i suoi insegnamenti su quelli di Platone, il fondatore del Neoplatonismo e Iamblichus, che fu uno sviluppatore del Neoplatinismo, vissuto intorno al 300 d.C. Platone insegnava che esisteva una realtà ultima, che andava oltre il raggiungimento del pensiero o del linguaggio. Ipazia insegnò queste idee filosofiche con un'enfasi scientifica maggiore rispetto ai seguaci del Neoplatinismo. Viene infatti descritta, da tutti i commentatori, come un'insegnante estremamente carismatica. Ipazia simboleggiava la dottrina e la scienza, che i primi Cristiani identificavano con il paganesimo. Comunque, tra gli uomini a cui insegnò ad Alessandria, c'erano molti Cristiani importanti. Uno dei più famosi è Synesius di Cirene. Molte delle lettere che Synesius scrisse a Ipazia furono conservate e sappiamo che molte furono piene di ammirazione e riverenza per il suo sapere e le sue abilità scientifiche. Nel 412, Cyril (dopo St Cyril) divenne il patriarca di Alessandria, mentre il prefetto romano di Alessandria era Orestes. Cyril e Orestes diventarono acerrimi rivali politici, come chiesa e stato, che combattevano per il controllo del territorio. Ipazia fu un'amica di Orestes e questo, insieme al pregiudizio che avevano i Cristiani nei confronti del suo punto di vista filosofico, la rese il punto focale dei tumulti tra i Cristiani e i non-Cristiani. Ipazia, scrive Heath: "...attraverso la sua eloquenza e autorità...ottenne una tale influenza, che la Cristianità la considerò una minaccia...". Alcuni anni dopo - nel mese di marzo dell'anno 415 - in accordo con quanto riportato da fonti autorevoli, Ipazia fu brutalmente uccisa dalle scimmie Nitrian, una setta cristiana fanatica, che supportava Cyril. Sicuramente fu assassinata dai Cristiani, che si sentivano minacciati dalla sua cultura, dalla sua sapienza e dalla vastità della sua conoscenza scientifica. Tutto il lavoro di Ipazia è andato perduto, eccetto i suoi titoli e alcuni riferimenti ad essi. Comunque, non si conosce alcun lavoro filosofico puro, ma soltanto opere di matematica e astronomia. Basandosi su questa piccola quantità di testimonianze, Deakin, sostiene che Ipazia fu un'eccellente compilatrice, editrice e conservatrice delle prime opere matematiche. Come detto sopra, esistono alcune lettere scritte da Synesius a Ipazia. Queste chiedono il suo consiglio per la costruzione di un astrolabio e di un idroscopio.
Ipazia ipotizza la prima legge di Keplero.
Dormire bene
La stanza da letto è un po’ come il nostro personale carica batterie. Nella camera non solo si dorme, ma ci si rigenera. Il riposo notturno serve al nostro benessere fisico e psicologico molto più di quanto noi crediamo ed occorre tener presente che proprio le ore in cui il nostro corpo giace disteso è il momento in cui i processi vitali si intensificano, si eliminano le tossine e avviene il ricambio cellulare.
Siamo sicuri di “dormire bene”? Il solo fatto che ci si riesca ad addormentare non significa che la mattina dopo ci si risvegli più in forma o di buon umore, anzi,
speso accade il contrario. Dunque se insonnia o altri disturbi del sonno sono dei segnali più evidenti, non bisogna trascurare anche quelli meno percepibili come
potrebbe essere l’umore mattutino. Soprattutto non bisogna trascurare la stanza in cui si dorme e ciò su cui ci si distende.Feng Shui, bioedilizia ebioarchitettura vengono
in nostro soccorso. In questa sede non possiamo approfondire troppo il discorso relativo allo bio-casa ma ci limitiamo a fornire dei consigli e delle indicazioni che, in effetti corrono il rischio di risultare troppo semplificati, ma che potrete facilmente integrare con qualche buona lettura o rivolgendovi a degli esperti.
Partiamo dall’inquinamento elettromagnetico. E’ buona regola non tenere televisore e computer in camera da letto. Da evitare anche le radiosveglie, meglio sostituirle con
semplici sveglie a pile (e perché non quella vecchia sveglia a molla della nonna che fa tanto rumore ma è anche così… affascinante?). Il letto stesso dovrebbe distare almeno 40 cm dalle prese elettriche presenti sulla parete cui poggia.
Nel caso in cui nella vostra stanza siano presenti apparecchi elettrici e/o non abbiate spazio necessario a rispettare le distanze da cui sopra, potete mettere una rete
di rame (isolante) dietro la testata del letto. Un’altra soluzione è un disgiuntore di corrente elettrica (che toglie la tensione dall'impianto elettrico quando non viene più
utilizzata la corrente elettrica).
L’orientamento del letto. Occorre orientare il letto con la testata verso nord, in questo modo il corpo (il cui polo positivo combacia con quello negativo della Terra) si trova nella posizione ideale per un buon riequilibrio magnetico ed energetico. Nel caso non sia proprio possibile questo tipo di orientamento, si può scegliere una posizione intermedia tra il nord e l’est (da evitare il sud ed ovest). Meglio disporre il letto in modo che: non sia rivolto verso la porta; non poggi sulla parete dove si apre la finestra; non sia attraversato dalla linea che va dalla finestra alla porta (nel caso non ci siano alternative fate in modo che tale linea tagli il letto nella parte dei piedi). Altra cosa da evitare è appoggiare la testata contro la parete adiacente allo scarico del bagno o dietro cui si trova un apparecchio elettrico (computer, televisore…). I colori delle pareti. La questione del colore (come tutte le altre del resto) è molto complessa, anche perché nella scelta del colore per una stanza, oltre a conoscere come esso agisce in quanto vibrazione energetica, occorrerebbe tener conto dell’orientamento della stanza stessa, della sua funzione, della zona della casa in cui essa è ubicata, delle persone che la abiteranno e del loro equilibrio energetico, del gusto estetico di queste ultime. Bisogna tenere conto anche del fatto che un colore a tinta unita è diverso da un colore mosso, vale a dire spugnato, a spatola, a puntini…; il primo è più Ying (femminile, passivo, negativo, quiete) il secondo più Yang (maschile, attivo, positivo, movimento) Il soffitto andrebbe colorato di bianco. In linea generale si suggerisce di scegliere tonalità tenui nella camera da letto, non eccessivamente “stimolanti”. La temperatura. Nella stanza da letto la temperatura non deve essere né troppo calda né troppo fredda… che scoperta! Al di là della banalità di quest’affermazione, non sottovalutate l’importanza del suo significato: una temperatura non costante costringe l’organismo ad utilizzare il proprio sistema di termoregolazione e ciò di conseguenza può provocare difficoltà ad addormentarsi ed altri disturbi del sonno. Veniamo al punto. La temperatura ideale dovrebbe oscillare tra i 18° e i 20°, con un'umidità non al di sotto del 50%.
L’orientamento del letto. Occorre orientare il letto con la testata verso nord, in questo modo il corpo (il cui polo positivo combacia con quello negativo della Terra) si trova nella posizione ideale per un buon riequilibrio magnetico ed energetico. Nel caso non sia proprio possibile questo tipo di orientamento, si può scegliere una posizione intermedia tra il nord e l’est (da evitare il sud ed ovest). Meglio disporre il letto in modo che: non sia rivolto verso la porta; non poggi sulla parete dove si apre la finestra; non sia attraversato dalla linea che va dalla finestra alla porta (nel caso non ci siano alternative fate in modo che tale linea tagli il letto nella parte dei piedi). Altra cosa da evitare è appoggiare la testata contro la parete adiacente allo scarico del bagno o dietro cui si trova un apparecchio elettrico (computer, televisore…). I colori delle pareti. La questione del colore (come tutte le altre del resto) è molto complessa, anche perché nella scelta del colore per una stanza, oltre a conoscere come esso agisce in quanto vibrazione energetica, occorrerebbe tener conto dell’orientamento della stanza stessa, della sua funzione, della zona della casa in cui essa è ubicata, delle persone che la abiteranno e del loro equilibrio energetico, del gusto estetico di queste ultime. Bisogna tenere conto anche del fatto che un colore a tinta unita è diverso da un colore mosso, vale a dire spugnato, a spatola, a puntini…; il primo è più Ying (femminile, passivo, negativo, quiete) il secondo più Yang (maschile, attivo, positivo, movimento) Il soffitto andrebbe colorato di bianco. In linea generale si suggerisce di scegliere tonalità tenui nella camera da letto, non eccessivamente “stimolanti”. La temperatura. Nella stanza da letto la temperatura non deve essere né troppo calda né troppo fredda… che scoperta! Al di là della banalità di quest’affermazione, non sottovalutate l’importanza del suo significato: una temperatura non costante costringe l’organismo ad utilizzare il proprio sistema di termoregolazione e ciò di conseguenza può provocare difficoltà ad addormentarsi ed altri disturbi del sonno. Veniamo al punto. La temperatura ideale dovrebbe oscillare tra i 18° e i 20°, con un'umidità non al di sotto del 50%.
Petradox
John J. Williams,ha ritrovato nel 1998 tra le montagne degli USA, una curiosa pietra porosa. Il cosiddetto “Petradox” o “Enigmalito” così come è stato chiamato l’oggetto trovato, è uno strano minerale che sembra “contenere” al suo interno un componente elettronico il cui aspetto è simile a un modello del connettore XLR, con le tre gambe in metallo di circa 3 mm, perfettamente posizionato nel suo delta, composto di materiale biancastro come ceramica o porcellana. La roccia che supporta questo pezzo è una variante di granito, con una certa quantità di quarzo e di mica. Precisamente è un fillosilicato che si trova, in diverse rocce magmatiche e metamorfiche, tra cui appunto graniti e micascisti. Si parla di roccia metamorfica che si forma principalmente da 1,5 a 50km sotto terra per poi risalire gli strati di subduzione della crosta terrestre. Il granito risale allo stato semi-liquido attraverso i canali magmatici ed ingloba tutto quello che trova sul suo cammino, in particolar modo le rocce preesistenti trasformandole a loro volta in minerali (come le Xenoliti). La temperatura di fusione per queste rocce è di circa 700°, mentre il magma ha mediamente una temperatura che va da 650°C a 1200°C. L’analisi della ricerca sullo strano oggetto metallico, dimostrerebbe che non è stato incollato alla roccia con una sorta di sostanza appiccicosa, o in qualche modo incastrato, ma effettivamente incorporato, inglobato o da enormi pressioni o da energia termica. Si suppone quindi che lo strano oggetto metallico, sarebbe stato inglobato dalla roccia quando si trovava allo stato liquido o semiliquido, resistendo tuttavia a quel calore e a quella pressione; l’oggetto dimostra comunque tutta l’usura del caso. La roccia è stata datata al Carbonio 14 risalente tra i 100.000 e i 155.000 anni.
La domanda è: come c’è finito un oggetto simile a un cavo XLR in una roccia vecchia di 100.000/155.000 anni? Soprattutto, come è possibile che sia riuscito a mantenere la sua forma anche a tali temperature? Ai Raggi X un’analisi ha dimostrato che, all’interno di questa pietra è vi è una cavità di 6,1 cm. lungo da 3.8 cm. di larghezza e 2,2 di altezza, in cui lo strano oggetto si trova e ha una struttura complessa all’interno di una cavità, in cui l’oggetto ha forme arrotondate. L’oggetto è messo a disposizione dal suo scopritore per chiunque lo volesse studiare, ma al momento nessuno ha fatto studi diretti sull’oggetto metallico, ma ha solo preso in considerazione la roccia. Williams non vuole rivelare il luogo del suo ritrovamento . Per questo, l’oggetto viene tacciato come un falso e quindi non desta molto interesse nella scienza e negli scienziati. Tuttavia, vi sono aspetti che sono favorevoli alla credibilità di Williams. Egli spiega che il suo rifiuto di dire il luogo in cui ha trovato la roccia sta nella sua convinzione che sia assolutamente necessario proteggere il sito del ritrovamento finché non diventi area protetta. ( forse perché vi è altro? ) Infine se l’oggetto è poco conosciuto è per la mancanza di interesse tra gli scienziati su questo argomento. L’autenticità dell’oggetto e l’onestà di Williams sono date al momento, dal suo invito a svolgere analisi aperte sull’oggetto, che però stranamente nessuno ha accettato.
John J. Williams,ha ritrovato nel 1998 tra le montagne degli USA, una curiosa pietra porosa. Il cosiddetto “Petradox” o “Enigmalito” così come è stato chiamato l’oggetto trovato, è uno strano minerale che sembra “contenere” al suo interno un componente elettronico il cui aspetto è simile a un modello del connettore XLR, con le tre gambe in metallo di circa 3 mm, perfettamente posizionato nel suo delta, composto di materiale biancastro come ceramica o porcellana. La roccia che supporta questo pezzo è una variante di granito, con una certa quantità di quarzo e di mica. Precisamente è un fillosilicato che si trova, in diverse rocce magmatiche e metamorfiche, tra cui appunto graniti e micascisti. Si parla di roccia metamorfica che si forma principalmente da 1,5 a 50km sotto terra per poi risalire gli strati di subduzione della crosta terrestre. Il granito risale allo stato semi-liquido attraverso i canali magmatici ed ingloba tutto quello che trova sul suo cammino, in particolar modo le rocce preesistenti trasformandole a loro volta in minerali (come le Xenoliti). La temperatura di fusione per queste rocce è di circa 700°, mentre il magma ha mediamente una temperatura che va da 650°C a 1200°C. L’analisi della ricerca sullo strano oggetto metallico, dimostrerebbe che non è stato incollato alla roccia con una sorta di sostanza appiccicosa, o in qualche modo incastrato, ma effettivamente incorporato, inglobato o da enormi pressioni o da energia termica. Si suppone quindi che lo strano oggetto metallico, sarebbe stato inglobato dalla roccia quando si trovava allo stato liquido o semiliquido, resistendo tuttavia a quel calore e a quella pressione; l’oggetto dimostra comunque tutta l’usura del caso. La roccia è stata datata al Carbonio 14 risalente tra i 100.000 e i 155.000 anni.
La domanda è: come c’è finito un oggetto simile a un cavo XLR in una roccia vecchia di 100.000/155.000 anni? Soprattutto, come è possibile che sia riuscito a mantenere la sua forma anche a tali temperature? Ai Raggi X un’analisi ha dimostrato che, all’interno di questa pietra è vi è una cavità di 6,1 cm. lungo da 3.8 cm. di larghezza e 2,2 di altezza, in cui lo strano oggetto si trova e ha una struttura complessa all’interno di una cavità, in cui l’oggetto ha forme arrotondate. L’oggetto è messo a disposizione dal suo scopritore per chiunque lo volesse studiare, ma al momento nessuno ha fatto studi diretti sull’oggetto metallico, ma ha solo preso in considerazione la roccia. Williams non vuole rivelare il luogo del suo ritrovamento . Per questo, l’oggetto viene tacciato come un falso e quindi non desta molto interesse nella scienza e negli scienziati. Tuttavia, vi sono aspetti che sono favorevoli alla credibilità di Williams. Egli spiega che il suo rifiuto di dire il luogo in cui ha trovato la roccia sta nella sua convinzione che sia assolutamente necessario proteggere il sito del ritrovamento finché non diventi area protetta. ( forse perché vi è altro? ) Infine se l’oggetto è poco conosciuto è per la mancanza di interesse tra gli scienziati su questo argomento. L’autenticità dell’oggetto e l’onestà di Williams sono date al momento, dal suo invito a svolgere analisi aperte sull’oggetto, che però stranamente nessuno ha accettato.
Il tè verde
Il tè verde è una pianta usata dai cinesi da più di 2000 anni, sia come rinfrescante che come medicinale e comunque le sue foglie sono sempre state conosciute come portatrici di salute.
I principali componenti del tè verde sono: la caffeina (teina), aminoacidi, vitamina C, olio essenziale, proteine, ferro, calcio, vitamine del gruppo B, teofillina e teobromina, tannini. Molti i principi attivi contenuti in queste sostanze.
Proprietà e benefici
Uno dei più interessanti aspetti del tè verde riguarda le sue proprietà anti-invecchiamento e anti-cancro. Si è riscontrato che nei paesi ad alto consumo di tè vi è una bassa percentuale di ammalati di cancro. In Giappone le donne che insegnano la cerimonia del tè, e quindi ne assumono in quantità maggiore , sono note per la loro longevità. Le percentuali di cancro al colon, seno, pelle, pancreas e stomaco sono estremamente basse tra i bevitori di tè verde. Anche il cuore ne trae enormi benefici, infatti le molte sostanza antiossidanti presenti nel tè lo proteggono dall'infarto. Non solo. Colesterolo e radicali liberi, nei forti bevitori di tè verde, non sembrano essere un problema; pare che gli antiossidanti in esso contenuti siano molto più attivi degli antiossidanti contenuti in qualsiasi altro alimento, con benefici non indifferenti per la salute.
Anche i fumatori giapponesi che fanno uso di tè verde sembrano essere immuni dal tumore al polmone; avendo il giappone il più alto tasso di fumatori, ha, allo stesso tempo, la più bassa percentuale di ammalati di cancro al polmone. Il tè verde ha inoltre proprietà rilassanti, aiuta a lenire il mal di testa, l'ansia e lo stress. Alcuni dentifrici usano estratti di tè verde, in quanto, pare, esso abbia effetti anche contro le carie ai denti.
Onde evitare di distruggere parte dei principi attivi in esso contenuti, e quindi i suoi benefici, è consigliato che l'acqua utilizzata non sia proprio bollente, ma qualche grado sotto ai 90° (circa 80°). Il tempo in cui il tè verde va lasciato in infusione non deve superare i 2 minuti. Passato questo tempo, si può aggiungere eventualmente limone e zucchero, ma attenzione a non aggiungere il latte, in quanto, la caseina in esso contenuta, neutralizza i polifenoli ossia le componenti più benefiche del tè verde che ne esaltano le proprietà curative. Ricordiamo che un uso eccessivo di tè verde può causare irritabilità, a causa della caffeina in esso contenuta e per questo chi ha problemi di insonnia dovrebbe evitare l'assunzione prima del sonno. Il tè verde disintossica, è diuretico, rallenta l'invecchiamento e riduce notevolmente il rischio tumore....cosa volere di più? Fa bene alla salute, non fa ingrassare ed invecchiare. Questi sono tre splendidi motivi che dovrebbero indurre ciascuno di noi a consumare tè verde regolarmente, ma in Italia, a differenza dei paesi orientali, non è così. Il principio attivo forse più importante del tè verde è la catechina, un potente polifenolo che, a differenza di altri antiossidanti, riesce a prevenire i danni delle ossidazioni alle cellule, oltre che a ripararli.
Onde evitare di distruggere parte dei principi attivi in esso contenuti, e quindi i suoi benefici, è consigliato che l'acqua utilizzata non sia proprio bollente, ma qualche grado sotto ai 90° (circa 80°). Il tempo in cui il tè verde va lasciato in infusione non deve superare i 2 minuti. Passato questo tempo, si può aggiungere eventualmente limone e zucchero, ma attenzione a non aggiungere il latte, in quanto, la caseina in esso contenuta, neutralizza i polifenoli ossia le componenti più benefiche del tè verde che ne esaltano le proprietà curative. Ricordiamo che un uso eccessivo di tè verde può causare irritabilità, a causa della caffeina in esso contenuta e per questo chi ha problemi di insonnia dovrebbe evitare l'assunzione prima del sonno. Il tè verde disintossica, è diuretico, rallenta l'invecchiamento e riduce notevolmente il rischio tumore....cosa volere di più? Fa bene alla salute, non fa ingrassare ed invecchiare. Questi sono tre splendidi motivi che dovrebbero indurre ciascuno di noi a consumare tè verde regolarmente, ma in Italia, a differenza dei paesi orientali, non è così. Il principio attivo forse più importante del tè verde è la catechina, un potente polifenolo che, a differenza di altri antiossidanti, riesce a prevenire i danni delle ossidazioni alle cellule, oltre che a ripararli.
Il castello di Macbeth
Nella celebre tragedia shakesperiana che porta il suo nome, Macbeth uccide re Duncan proprio a Cawdor Castle, dopo aver sognato che lui stesso sarebbe salito sul trono di Scozia. Probabilmente furono le possenti mura e la fama della fortificazione, con il suo inconfondibile mastio a suggerire l’ambientazione.
Secondo la tradizione, sarebbe stato un albero piantato nel 1370 a determinare il luogo della costruzione. A William Calder, capostipe della famiglia Cawdor, era stato infatti ordinato in sogno di edificare un castello nel punto in cui il suo somaro si fosse fermato. L’animale, carico degli averi di famiglia, fece sosta proprio accanto a quell’albero, e li si mise placidamente a dormire. William allora eresse sul posto ?scelto? dall’asino il castello che per 600 anni sarebbe stato la residenza dei Cawdor.
Che la storia dell’asino sia vera oppure no, Cawdor Castle fu innalzato effettivamente attorno al 1372, nelle forme attuali. L’antica costruzione è dominata dal KEEP, il poderoso mastio contornato da quattro bertesche. Le spesse mura e il ponte levatoio, originale, gli danno tuttora l’aspetto di un tipico castello medievale. A differenza di altre costruzioni simili, infatti, poco è stato modificato in seguito: nel corso del tempo, le varie ristrutturazioni intervenute hanno sempre rispettato l’impianto originale.
STORIA DI MACBETH Nel dramma shakespeariano è Lady Macbeth che induce il marito a uccidere re Duncan a Cawdor Castle. Tuttavia la trama teatrale non coincide esattamente con la vicenda storica: a quei tempi il castello non esisteva, e re Duncan I non viene assassinato, ma cade nel 1040 in combatimento. E’ però vero che Macbeth, dopo la morte del sovrano, ne prese il posto per diciassette anni, finché non viene sconfitto e ucciso in battaglia, dal figlio di Duncan, Malcom III. La sostanza della storia è rispettata. La fine di Macbeth viene avvolta da Shakespeare in un’atmosfera misteriosa: tre streghe gli predicano che nessun uomo nato da una donna avrà il potere di nuocergli, e la sua morte arriverà solo quando la foresta di Birnam muoverà contro di lui. Proprio questo accade: le truppe di Malcom avanzarono dalla foresta nascondendosi con tronchi, rami e arbusti, sembrando una foresta in movimento. Le guidava un guerriero venuto al mondo non con parto spontaneo, ma con taglio cesareo, Malcom
Che la storia dell’asino sia vera oppure no, Cawdor Castle fu innalzato effettivamente attorno al 1372, nelle forme attuali. L’antica costruzione è dominata dal KEEP, il poderoso mastio contornato da quattro bertesche. Le spesse mura e il ponte levatoio, originale, gli danno tuttora l’aspetto di un tipico castello medievale. A differenza di altre costruzioni simili, infatti, poco è stato modificato in seguito: nel corso del tempo, le varie ristrutturazioni intervenute hanno sempre rispettato l’impianto originale.
STORIA DI MACBETH Nel dramma shakespeariano è Lady Macbeth che induce il marito a uccidere re Duncan a Cawdor Castle. Tuttavia la trama teatrale non coincide esattamente con la vicenda storica: a quei tempi il castello non esisteva, e re Duncan I non viene assassinato, ma cade nel 1040 in combatimento. E’ però vero che Macbeth, dopo la morte del sovrano, ne prese il posto per diciassette anni, finché non viene sconfitto e ucciso in battaglia, dal figlio di Duncan, Malcom III. La sostanza della storia è rispettata. La fine di Macbeth viene avvolta da Shakespeare in un’atmosfera misteriosa: tre streghe gli predicano che nessun uomo nato da una donna avrà il potere di nuocergli, e la sua morte arriverà solo quando la foresta di Birnam muoverà contro di lui. Proprio questo accade: le truppe di Malcom avanzarono dalla foresta nascondendosi con tronchi, rami e arbusti, sembrando una foresta in movimento. Le guidava un guerriero venuto al mondo non con parto spontaneo, ma con taglio cesareo, Malcom
La leggenda di Halloween
Con l’inizio dell’autunno impazzano ormai ovunque le teste di zucca e prolificano le organizzazioni di cene e veglioni in onore di Halloween. Una leggenda che ci tramanda come gli spiriti erranti di chi è morto durante l’anno tornino indietro la notte del 31 ottobre in cerca di un corpo da possedere per l’anno successivo.
Tradizionalmente il Capodanno Celtico si celebra a partire dal tramonto del sole, tra il 30 ottobre e il 1° novembre. Questo era il momento più solenne e importante dell’antico: rappresentava il rinnovamento dell’anno, la fine e l’inizio di un ciclo in natura, nella vita quotidiana e nella sfera più intima e profonda della vita stessa, la spiritualità. Questo Capodanno segnava la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno, la notte era più lunga del giorno e l’anno nuovo si raffreddava gradualmente nella sua metà oscura e sotterranea. Samhain era chiamato anche Trinoux Samonia, ovvero “Tre Notti di Fine Estate” e i festeggiamenti si protraevano per tre giornate.
Per i Celti, che erano un popolo dedito all'agricoltura e alla pastorizia, questa ricorrenza assumeva un’importanza particolarissima. La vita quotidiana cambiava radicalmente: le greggi venivano riportate giù dagli alpeggi e dai pascoli estivi, le ultime mele erano state raccolte, i campi non davano più frutti e venivano preparati per la nuova semina, le persone si chiudevano nelle case per trascorrere al caldo le lunghe e fredde notti invernali trascorrendo il tempo in lavori artigianali, costruendo utensili e passando le serate a raccontarsi storie e leggende. In alcune regioni del nord Europa, in particolare nelle Highlands scozzesi, i giovani uomini percorrevano i confini delle fattorie, dopo il tramonto, tenendo in mano delle torce fiammeggianti per proteggere le famiglie dalle Fate e dalle forze malevole che erano libere di camminare sulla terra quella notte.
La festa di Halloween venne portata negli USA intorno al 1840 dagli emigranti irlandesi
La parola Halloween ha lontana origine anglosassone; si fa risalire alla tradizione della chiesa cattolica e deriva probabilmente da una contrazione della frase “All Hallows Eve” ovvero la notte di ognissanti festeggiata il 31 ottobre, data che nel quinto secolo avanti Cristo nell’Irlanda celtica coincideva con la fine dell’estate.
I simboli e le usanze tradizionali di Halloween Dolcetto o Scherzetto? La tradizione di trick-or-treat pare non abbia origine dai celti bensì da una pratica europea del nono secolo d.C. chiamata in inglese souling che in italiano si puo’ tradurre con “elemosinare anima”. Il 2 novembre, Ognissanti, i primi Cristiani vagavano di villaggio in villaggio elemosinando per un po’ di “pane d’anima”, dolce fatto di forma quadrata con l’uva passa. Più dolci ricevevano più preghiere promettevano per i parenti defunti dei donatori. A quell’epoca si credeva che i morti rimanessero nel limbo per un certo periodo dopo la morte e che le preghiere anche fatte da estranei potessero rendere più veloce il passaggio in paradiso.
La zucca di Halloween
La tradizione di Jack-o-lantern (l’equivalente in inglese) deriva probabilmente dal folklore irlandese. Narra la leggenda che un uomo di nome Jack, noto baro e malfattore, ingannò Satana sfidandolo nella notte di Ognissanti a scalare un albero sulla cui corteccia incise una croce intrappolandolo tra i rami. Jack fece un patto col diavolo: se non lo avesse più indotto in tentazione lo avrebbe fatto scendere dall’albero. Alla morte di Jack, continua la leggenda, gli venne impedito di entrare in paradiso a causa della cattiva condotta avuta in vita, ma gli venne negato l’ingresso anche all’inferno perchà aveva ingannato il diavolo. Allora Satana gli porse un piccolo tizzone d’inferno per illuminare la via nella tremenda tenebra che lo attorniava. Per far durare più a lungo la fiamma Jack scavò un grosso cavolo rapa e ve la pose all’interno.
Con l’inizio dell’autunno impazzano ormai ovunque le teste di zucca e prolificano le organizzazioni di cene e veglioni in onore di Halloween. Una leggenda che ci tramanda come gli spiriti erranti di chi è morto durante l’anno tornino indietro la notte del 31 ottobre in cerca di un corpo da possedere per l’anno successivo.
Tradizionalmente il Capodanno Celtico si celebra a partire dal tramonto del sole, tra il 30 ottobre e il 1° novembre. Questo era il momento più solenne e importante dell’antico: rappresentava il rinnovamento dell’anno, la fine e l’inizio di un ciclo in natura, nella vita quotidiana e nella sfera più intima e profonda della vita stessa, la spiritualità. Questo Capodanno segnava la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno, la notte era più lunga del giorno e l’anno nuovo si raffreddava gradualmente nella sua metà oscura e sotterranea. Samhain era chiamato anche Trinoux Samonia, ovvero “Tre Notti di Fine Estate” e i festeggiamenti si protraevano per tre giornate.
Per i Celti, che erano un popolo dedito all'agricoltura e alla pastorizia, questa ricorrenza assumeva un’importanza particolarissima. La vita quotidiana cambiava radicalmente: le greggi venivano riportate giù dagli alpeggi e dai pascoli estivi, le ultime mele erano state raccolte, i campi non davano più frutti e venivano preparati per la nuova semina, le persone si chiudevano nelle case per trascorrere al caldo le lunghe e fredde notti invernali trascorrendo il tempo in lavori artigianali, costruendo utensili e passando le serate a raccontarsi storie e leggende. In alcune regioni del nord Europa, in particolare nelle Highlands scozzesi, i giovani uomini percorrevano i confini delle fattorie, dopo il tramonto, tenendo in mano delle torce fiammeggianti per proteggere le famiglie dalle Fate e dalle forze malevole che erano libere di camminare sulla terra quella notte.
La festa di Halloween venne portata negli USA intorno al 1840 dagli emigranti irlandesi
La parola Halloween ha lontana origine anglosassone; si fa risalire alla tradizione della chiesa cattolica e deriva probabilmente da una contrazione della frase “All Hallows Eve” ovvero la notte di ognissanti festeggiata il 31 ottobre, data che nel quinto secolo avanti Cristo nell’Irlanda celtica coincideva con la fine dell’estate.
I simboli e le usanze tradizionali di Halloween Dolcetto o Scherzetto? La tradizione di trick-or-treat pare non abbia origine dai celti bensì da una pratica europea del nono secolo d.C. chiamata in inglese souling che in italiano si puo’ tradurre con “elemosinare anima”. Il 2 novembre, Ognissanti, i primi Cristiani vagavano di villaggio in villaggio elemosinando per un po’ di “pane d’anima”, dolce fatto di forma quadrata con l’uva passa. Più dolci ricevevano più preghiere promettevano per i parenti defunti dei donatori. A quell’epoca si credeva che i morti rimanessero nel limbo per un certo periodo dopo la morte e che le preghiere anche fatte da estranei potessero rendere più veloce il passaggio in paradiso.
La zucca di Halloween
La tradizione di Jack-o-lantern (l’equivalente in inglese) deriva probabilmente dal folklore irlandese. Narra la leggenda che un uomo di nome Jack, noto baro e malfattore, ingannò Satana sfidandolo nella notte di Ognissanti a scalare un albero sulla cui corteccia incise una croce intrappolandolo tra i rami. Jack fece un patto col diavolo: se non lo avesse più indotto in tentazione lo avrebbe fatto scendere dall’albero. Alla morte di Jack, continua la leggenda, gli venne impedito di entrare in paradiso a causa della cattiva condotta avuta in vita, ma gli venne negato l’ingresso anche all’inferno perchà aveva ingannato il diavolo. Allora Satana gli porse un piccolo tizzone d’inferno per illuminare la via nella tremenda tenebra che lo attorniava. Per far durare più a lungo la fiamma Jack scavò un grosso cavolo rapa e ve la pose all’interno.
Praticare una religione
Praticare una religione non dovrebbe essere un motivo di divisione e astio, dovrebbe rappresentare un motivo in più per amare e rispettare il prossimo
Anton Vanligt
La falsità
Mi chiedo se, un amico falso sia mai stato veramente un amico. La falsità degli amici è tagliente come un’arma e fa male, troppo male.
Stephen Littleword