domenica 13 aprile 2014

La leggenda delle camelie


C'era una volta nell'antico Giappone, Susanowo, il dio del vento, della pioggia e dell'uragano.
 Un giorno Susanowo fu rinchiuso nel regno stregato per volere del serpente a otto teste, un terribile drago che tormentava i poveri abitanti dei villaggi giapponesi. 
Lo spaventoso mostro, infatti, pretendeva ogni anno il sacrificio della più bella fanciulla del regno.
 Un bel giorno Susanowo, deciso a liberare i villaggi del Giappone dalle persecuzioni del terrificante mostro, scese nel regno dei morti. E in una fucina incantata forgiò una spada imprigionandovi un raggio di luce.
 Con la magica spada ottenuta, il dio benefattore Susanowo si recò all'ingresso della grotta del mostro e attese pazientemente il suo arrivo. 
Nel frattempo un lungo corteo composto da tutti gli abitanti del regno attraversava la valle accompagnando al sacrificio la dolce principessa "Campo di riso".
 La bella fanciulla, infatti, era stata scelta dal drago quale vittima del suo capriccio crudele.
 Con aria mesta ma dignitosa, la principessa si avviava al palazzo stregato, sapendo di offrire la sua giovane vita per la sola colpa di possedere una bellezza rara, destinata purtroppo a essere perduta per sempre per la volontà malefica di un mostro. 
Alle prime luci del giorno il drago finalmente apparve dalle profondità della caverna e al suo ruggito ogni cosa tremò. Ma Susanowo fu l'unico essere a non tremare: si lanciò invece sul serpente ingaggiando con lui una terribile lotta.


Il sole era ormai alto quando il dio del vento, dopo un estenuante combattimento, abbatté il drago. Susanowo si avvicinò quindi alla meravigliosa principessa "Campo di riso" per chiederla in sposa. Appoggiò sull'erba la spada affilata e insanguinata e, come per magia, i verdi steli si tinsero di rosso e apparve un grande arbusto dal lucido fogliame e dai bellissimi fiori bianchi chiazzati di porpora. I fiori vennero chiamati "Tsubaki" che nella lingua giapponese significa appunto "rose del Giappone".



La loro caratteristica di non perdere i petali, ma di cadere interi dalla pianta, venne assunta a simbolo di sacrificio di ogni giovane vita umana, a ricordo delle dolci principesse vittime della crudeltà del terribile drago.

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