venerdì 22 febbraio 2013

Lavorazione metalli nell'antichità



I lavori detti all'agemina (dal latino ad gemina metalla, a doppi metalli, e dall'arabo àgamī, ossia straniero, proveniente dalla Persia) consistono nell'incastro di piccole parti di uno o più metalli di vario colore, in sedi appositamente scavate su un oggetto di metallo diverso preventivamente preparato (in genere oro su argento), per ottenere una colorazione policroma. Una variante superficiale prende il nome di damaschinatura.
Termine derivato dalla città di Damasco.

Tecnica
L'agemina è in definitiva una specie di niello, non realizzato a mistura ma con un metallo germine, il quale inoltre non è più colato negli incavi come per il niello propriamente detto, ma battuto dentro a mo' d'intarsio.
L'aderenza dei tratti incisi non si determina con effetti di saldatura, ma per effetto della presa che deriva dallo schiacciamento del filo stesso negli incavi. Gli incavi perciò devono essere eseguiti a sotto squadri e devono presentare le pareti inclinate verso l'interno in modo che il filo che è battuto dentro non si allarghi sul fondo e rimanga stretto alla superficie della parete incisa che ne determina il disegno.
Condizione importante è che il filo sia più molle del metallo nel quale deve essere battuto, in modo che non abbia a danneggiare la forma, la forma dell'incavo.
Per tale ragione è d'uso praticare la damascatura impegnando metalli preziosi sul bronzo, ferro, acciaio come usavano fare largamente gli antichi per incastrare le loro armi.

 L'agemina è una particolare tecnica, nata in Cina nell'ambito della lavorazione del bronzo.
I racconti tradizionali narrano della rilevanza del bronzo in Cina nel suo passaggio dal neolitico all'età del bronzo nel III millennio, attraverso le tre dinastie Hsia, Shang e Zhou che costituiscono un continuum economico e culturale. I bronzi orientali sono universalmente noti per l'alto livello delle tecniche, l'originalità delle forme, la varietà degli stili.
Le lavorazioni sempre più accurate e complesse iniziarono con la dinastia Hsia (XXI-XVI secolo a.C.) durante la quale si cominciò a praticare l'arte della fusione del bronzo, si pone la questione dell'origine dello stato cinese. L'eroe civilizzatore, fondatore della dinastica, You il Grande, è detto il "traforatore delle montagne", è il "minatore felice che bonifica la terra".
Ciò lo apparenta a Hang, il Signore del cielo e della terra, che è il "primo fonditore".
Incrostazioni metalliche si trovano già nell'arte egizia, basti pensare agli oggetti di bronzo decorati rinvenuti nella tomba della regina Asciotep (XVI secolo a.C.) e in quella cretese-micenea.
La tecnica propriamente detta "agèmina orientale" ha avuto origine in Mesopotamia e si diffuse nel XIII secolo in Persia, in Arabia, in India, dove fu usata nella decorazione di vasi metallici.
Nel XIV secolo, l'agemina venne conosciuta ed adottata in Europa, attraverso i collegamenti commerciali di Venezia con l'Impero bizantino e furono soprattutto i bronzi di Mossul e la loro tecnica realizzativa, ad introdursi a Venezia con grande successo.
Infine trovò larghissimo uso fra gli armaioli italiani e spagnoli nel Rinascimento per la decorazione delle armature.

L'agemina in Europa era una tecnica usata in pittura per lumeggiare con l'oro le tavole dipinte.
Venne applicata per la prima volta in Italia nella seconda metà del XIII secolo, da artisti di scuola fiorentina come Coppo di Marcovaldo (come nella Madonna del Bordone) o, in seguito, Cimabue (Maestà di Santa Trinita o il Crocifisso di Arezzo), per poi diffondersi a Siena e in altre località.
La tecnica venne superata dal realismo di Giotto e già entro la prima metà del XIV secolo doveva apparire piuttosto antiquata.

S.Maria in Trastevere

 La basilica di S.Maria in Trastevere, che sorge sulla omonima piazza, fu probabilmente il primo luogo ufficiale di culto cristiano edificato a Roma e sicuramente il primo dedicato al culto della Vergine. Secondo la leggenda la chiesa fu eretta da S.Giulio I nel 340 sull'oratorio fondato da papa Callisto I nel III secolo, quando il Cristianesimo non si era ancora diffuso, tanto che la chiesa fu chiamata titulus Calixti fino al VI secolo, quando poi fu dedicata a Maria. Un fatto antico e mistico la contraddistingue dalle altre chiese: S.Maria sorge sul luogo dove, nel 38 a.C., dal terreno fuoriuscì uno zampillo di olio minerale, la divina fons olei, poiché i cristiani vi videro il segno premonitore della venuta di Cristo, l'Unto del Signore (il punto dove sgorgò è ancora indicato su un gradino del presbiterio). La chiesa fu ricostruita quasi completamente da Innocenzo II nel XII secolo, in gran parte con i travertini ed i marmi provenienti dalle Terme di Caracalla. Nel 1702 papa Clemente XII incaricò Carlo Fontana della costruzione del portico esterno, costituito da cinque arcate inquadrate da due paraste e quattro colonne di granito, al di sopra delle quali una balaustra sorregge le statue di 4 pontefici: S.Callisto, S.Cornelio, S.Giulio e S.Calepodio. Nel portico, fino alla fine dell'800, si potevano vedere, a lato del Crocifisso del Cavallini, coltelli e spiedi (un'arma antica, poco più corta di una lancia) perché quando un "bullo" decideva di cambiare vita, appendeva l'arma del mestiere in S.Maria in Trastevere; oggi vi sono conservate una raccolta di epigrafi cristiane, frammenti di fregi, resti di plutei dell'antica basilica,sarcofagi, affreschi e pietre tombali

 Bellissimo il campanile  costruito nella prima metà del XII secolo, all'interno del quale vi sono quattro campane datate 1580, 1600, 1667 e 1772; la facciata custodisce invece un grande orologio risalente al XIX secolo e, sulla sommità, un tabernacolo con un mosaico raffigurante la Vergine con il Bambino  La struttura è costituita da un alto basamento sul quale si impostano i quattro ordini superiori; di base quadrata, il campanile ha il primo piano scandito da trifore a pilastro, il secondo ed il terzo da doppie bifore su colonnine, il quarto da trifore su colonnine. Nel 1860 la chiesa fu restaurata per volontà di Pio IX dall'architetto Virginio Vespignani, il quale ricreò anche, sul pavimento interno, i mosaici pavimentali cosmateschi caratteristici del XIII secolo. L'interno, è ricchissimo di opere d'arte e conserva sepolture illustri: i cardinali Pietro Stefaneschi, Osio e d'Alençon, parente di Carlo V, Altemps di Gallese, Armellini e anche quella di papa Innocenzo II, che Pio IX fece trasferire qui dal Laterano. Degna di menzione è la Cappella Avila (nella foto 3), la quinta a sinistra dell'ingresso, che, seppure è stata definita "uno dei più complessi e singolari monumenti romani" viene a malapena menzionata nelle guide della città. Pietro Paolo Avila affidò, nel 1678, il compito di restaurare la cappella di famiglia al pittore reatino Antonio Gherardi, il quale, chissà per quale motivo, decise di improvvisarsi architetto. Sfruttando la conoscenza dei due principali protagonisti del barocco romano, Bernini e Borromini, realizzò qualcosa di straordinario: una sorta di "teatrino sacro" liberamente ispirato alle opere dei suoi maestri. Al centro della parete di fondo collocò una specie di piccola galleria prospettica a mo' di presbiterio, che ingigantisce il quadro di S.Girolamo, il santo a cui è dedicata la cappella, dipinto da lui stesso nel 1686. Le nicchie poste ai lati contengono gli eleganti sepolcri dei membri della famiglia, inseriti in edicole dalla struttura fortemente plastica, composte da coppie di colonne dai capitelli ionici. In cima, al centro del timpano, si trova un'aquila che tiene tra gli artigli due rami di palma incrociati, emblema degli Avila. Ma l'invenzione più incredibile è costituita dalla cupoletta al centro della volta, dalla quale fuoriescono quattro angeli che sembrano portare in volo una lanterna, composta da sottili colonnine di stucco, su cui posa un secondo cupolino, più alto, con al centro la colomba dello Spirito Santo. Questa volta ha la funzione di ottenere un effetto luminoso straordinario, creato dal contrasto tra la penombra della cappella e la luce naturale proveniente dall'esterno. Le 22 colonne in granito che inquadrano le tre navate della chiesa provengono probabilmente dalle Terme di Caracalla. Una curiosità è rappresentata da una piccola nicchia in fondo alla navata destra, dove vi sono conservati alcuni strumenti di morte e di tortura utilizzati per numerosi martiri, come catene, pesi di ferro e pietre, fra le quali, secondo la leggenda, anche quella che fu legata al collo di S.Callisto per annegarlo nel pozzo ancora conservato nella vicina chiesa di S.Callisto.

Il disco di Nebra


Molte sono le rappresentazioni del cielo prodotte dalle culture antiche che si sono succedute sul pianeta: dagli Egizi, agli Assiri, alle culture della valle dell’Indo, solo per citarne alcune.  Sul territorio europeo, nonostante esistano grandi evidenze che tra le popolazioni ivi stanziate durante il Neolitico, l’Eneolitico, l’Età del Bronzo e del Ferro, fossero diffuse ben precise nozioni di Astronomia, queste evidenze sono derivate soprattutto dallo studio archeoastronomico di siti importanti quali Stonehenge in Inghilterra, Callanish in Scozia, Carnac in Bretagna, oltre che di una grande quantità di siti megalitici, sparsi lungo tutta la costa atlantica e mediterranea dell’Europa, e nelle isole, in cui gli studiosi hanno messo in evidenza l’esistenza di ben precise linee astronomicamente orientate. Di fatto, però queste sono tutte evidenze indirette basate sulla verifica di congetture, nel senso che la ricerca di allineamenti astronomicamente significativi presenti nei siti megalitici soffre del problema che questa ricerca si basa sul prerequisito di sapere in anticipo dove si vuole arrivare.
 Il disco di Nebra (dalla omonima cittadina, nella regione di Sassonia-Anhalt) è così chiamato appunto dal luogo in cui fu rinvenuto nel 1999, in un bosco posto sull’altura del Mittelberg, a 252 metri di quota, nella foresta dello Ziegelroda, a 180 km a sud-ovest di Berlino.
 Il ritrovamento avvenne in seguito ad uno scavo clandestino eseguito illegalmente da persone definite “cacciatori di tesori” i quali ricavano denaro rivendendo illegalmente i reperti archeologici ai collezionisti privati; insieme al disco furono rinvenute 2 spade, e 2 asce
 Durante la fase di scavo clandestino il reperto subì alcuni danni che però non ne hanno pregiudicato lo stato di conservazione generale e non hanno diminuito la quantità di informazione codificata nelle configurazioni presenti su di esso. Il reperto fu rivenduto più volte dai trafficanti di materiale archeologico finché nel 2001 una brillante operazione della polizia svizzera ha consentito il recupero dell’oggetto e l’arresto dei responsabili del traffico illegale; attualmente il disco è conservato al museo archeologico di Halle in Germania.
 Il reperto è un disco in bronzo del diametro di 32 centimetri e dal peso di 2 chilogrammi su cui sono riportate, in lamina d’oro, le possibili figure del Sole, della falce lunare e un insieme di 32 piccoli dischetti che potrebbero rappresentare le stelle. Di questi 32 dischetti aurei, 29 sono ben visibili, mentre i restanti si sono staccati, lasciando però una traccia evidente sulla superficie del disco di bronzo 
La collocazione cronologica del reperto è stata fissata al 1600 a.C. circa, quindi in piena età del Bronzo e se la datazione è corretta, il disco di Nebra potrebbe essere considerato la più antica mappa stellare conosciuta anche se la configurazione presente sul reperto ci può autorizzare solamente ad affermare che ciò che è riportato è in realtà solamente una serie di figure tratte da una non precisata simbologia probabilmente cosmogonica diffusa tra una popolazione locale.  La collocazione cronologica del disco è però piuttosto difficile in quanto il suo rinvenimento non avvenne durante uno scavo stratigrafico condotto con rigore archeologico, ma fu dissotterrato in fretta e di nascosto, quindi è andata perduta qualsiasi informazione relativa al contesto archeologico e culturale associato al reperto. Nonostante questo è stato possibile appurare che, in origine, il disco fu sepolto con molta cura ed in posizione orizzontale, anche se le ragioni del seppellimento ci rimangono completamente sconosciute, però a causa del dissotterramento in seguito ad uno scavo clandestino, non sarà mai più possibile, sapere quale fosse la sua orientazione rispetto alle direzioni astronomiche fondamentali.
  

Geometrie nascoste


Osservare un fungo da questa prospettiva non è cosa di tutti i giorni. Le lamelle (qui al microscopio) infatti, si trovano disposte a raggiera proprio sotto al cappello, e solitamente rimangono nascoste. Queste sottili "pieghe" che sovrastano il gambo svolgono una funzione fondamentale per la riproduzione di molte specie di funghi. Sono infatti per lo più rivestite di un apparato che contiene milioni cellule riproduttrici dette spore. Una volta che queste sono mature, si staccano dalle lamelle e cadono sul terreno. Sarà poi il vento a diffonderle nei dintorni consentendo la nascita di nuovi funghi.

Estate




Non c’è che una stagione:
l’estate.
Tanto bella che le altre le girano attorno.
L’autunno la ricorda.
L'inverno la invoca.
La primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla.

Ennio Flaiano,

Ce la faremo????

Un articolo di Giovanni Zibordi di cobraf.com (un sito di finanza e trading), scritto in maniera semplice e chiara.
E spiega perché le ricette di austerità di Bruxelles sono la strada per la depressione economica.

Ce la Faremo ? Va Spiegato una volta per tutte come funziona l'economia La questione del "ce la faremo...?" in Italia ora sta coinvolgendo sempre più gente che di solito non si poneva problemi sull'economia.
I media i politici non contribuiscono certo a fare chiarezza.
I numeri dicono che la matematica del debito italiano non sta in piedi.
Un modo semplice di vederlo è che quest'anno il reddito nazionale crescerà del 3% (0.2% reale e 2.8% inflazione) cioè di circa 40-45 miliardi e gli interessi sul debito pubblico saranno sui 45 miliardi (il costo del debito è ancora per fortuna in media al 3%, anche se le NUOVE emissioni di titoli di stato ora costano allo stato italiano tra il 5.1% e il 6.2%).
Si evince quindi che l'incremento del reddito nazionale annuo va SOLO a pagare gli interessi annui sul debito.
Già questo dovrebbe far fermare un attimo a pensare: oggi la gente lavora in Italia non più per migliorare il tenore di vita, ma per pagare gli interessi annuali sul debito... (senza contare che questo è solo il debito pubblico, poi c'è il debito privato da aggiungere che è circa 1/3 di quello pubblico).
Ma ai livelli raggiunti dai rendimenti dei BTP questo mese, in circa 3 anni il costo medio del debito italiano supererà il 5% che su più di 2.000 miliardi di debito si traduce in 100 miliardi di interessi l'anno.
Questo però non è nemmeno il vero problema. Con queste manovre di sacrifici, se le incrementano la crescita reale del PIL diventerà negativa  e probabilmente anche l'inflazione si azzererà. Questo perchè se risucchi via dalle famiglie ed imprese 40-50 miliardi di "manovre fiscali" e li usi per ripagare rate di debito ed interessi quello che fai in sostanza è distruggere moneta.
Ogni miliardo di "sacrifici" sono soldi che erano in tasca a famiglie ed imprese e spariscono in un buco nero, il pagamento del debito pubblico, SONO SOLDI TOLTI ALL'ECONOMIA, ALLE FAMIGLIE, ALLE IMPRESE, AL COMMERCIO.
A questo punto occorre spiegare una volta per tutte come funziona un economia come la nostra, qui in Italia molto raramente si spiega chiaramente questo meccanismo.
Un avanzo di bilancio dello stato, (entrate maggiori delle uscite), E' UNA DISTRUZIONE DI MONETA, PER LE FAMIGLIE ED IMPRESE.
Perchè nella nostra economia basata sulla "cartamoneta" la moneta la crea essenzialmente il deficit pubblico annuale.
In realtà era così anche ai tempi dei romani, del medioevo, del rinascimento, era lo stato che emetteva moneta in varie forme per coprire parte delle spese. Se lo stato in un anno spende 1100 miliardi e ne incassa 1000 ("è in deficit") crea 100 miliardi in più per il pubblico e le imprese da usare.
Viceversa se lo stato spende 1000 e incassa 1100 (è "in attivo") riduce il denaro disponibile di 100 miliardi per il pubblico e le imprese.
Di contro  però c'è un altra fonte di moneta per le imprese e le famiglie: l'INCREMENTO DEL CREDITO.
Se le banche incrementano il credito di 100 miliardi in un anno questo compensa il fatto che lo stato abbia un saldo di bilancio in attivo di 100 miliardi (che significa che sta riducendo la moneta in circolazione di 100 miliardi). Ma SE LE BANCHE RIDUCONO IL CREDITO E IN PIU' LO STATO RIDUCE LE SPESE E AUMENTA LE TASSE, allora LA MONETA SI RIDUCE NELL'ECONOMIA
Ora, se c'è inflazione elevata o crescente velocemente e anche una buona crescita reale dell'economia, questa riduzione di moneta può essere utile, per tenere a freno l'inflazione (se si limita ad un anno o due)
Questo meccanismo è stato capito  dopo la Grande Depressione, per cui da allora succedeva quasi sempre così: se le banche avendo esagerato di colpo riducevano il credito, gli stati compensavano questa distruzione di moneta con qualche cosa d'altro, riducevano le tasse o aumentavano la spesa, insomma incassano meno di quanto spendono in modo da CREARE MONETA PER LE FAMIGLIE ED IMPRESE.
Quindi se sei in una situazione con inflazione bassa, recessione e le banche che riducono il credito (che costituisce MONETA!) allora bisogna che lo Stato stampi MONETA in misura proporzionale per evitare una brusca riduzione del reddito.
La quale riduzione del reddito poi porterebbe a fallimenti e default, i quali a loro volta a catena spingerebbero le banche a ridurre il credito ulteriormente, lo stato a perdere entrate e a dover aumentare tasse per pareggiare il bilancio ecc.. in una spirale in cui la moneta si riduce e il reddito si riducono automaticamente.
Se lo stato non è in grado di andare in deficit e le banche ad un certo punto di aumentare il credito di nuovo questo meccanismo ti crea la Grande Depressione.
Questo è quello che è successo in sintesi in America e altri paesi negli anni '30, il sistema bancario era paralizzato e lo stato non era in grado di spendere a sufficienza per cui la moneta veniva distrutta, calava del -30% e con lei il PIL calava del -30%.
Applicando ora questo ragionamento a quello che succede oggi capisci cosa succede in Grecia, Irlanda, Portogallo, Lettonia... e in Italia: se fai una "manovra di sacrifici" da 50 miliardi con tasse e riduzioni di spesa, in presenza di bassa inflazione e crescita zero, devi poi finanziare l'economia in qualche modo.
E come ? Tramite maggiore credito, le banche devono essere in grado di erogare credito.
Ma le banche hanno esteso troppo credito per 20 o 30 anni di seguito, si sono indebitate loro stesse, per ogni miliardo di capitale ne hanno 30 o 40 di impieghi.
E le famiglie sono molto indebitate.
Se le banche di colpo riducono il credito nell'economia devi fare allora per compensare una "manovra di spesa" da 50 miliardi, con MENO tasse e AUMENTI DI SPESA, creando un DEFICIT annuale di bilancio pubblico.
Perchè un deficit dello stato, significa un "surplus" per le famiglie ed imprese, le quali non possono vedersi tagliare il credito e simultaneamente aumentare le tasse e ridurre i trasferimenti della spesa pubblica. 
In sintesi: IN UN ECONOMIA MOLTO INDEBITATA, IN RECESSIONE E CON BASSA INFLAZIONE NON PUOI RIDURRE SIMULTANEAMENTE IL CREDITO E IL DEFICIT PUBBLICO.
PERCHE' ALTRIMENTI RIDUCI DEL 10% o 20% LA MONETA NELL'ECONOMIA, e l'economia automaticamente si riduce del 10% o 20%.
E questo fa diminuire automaticamente le entrate dello stato, inducendo lo stato a spendere ancora meno per mantenere il pareggio di bilancio, aumenta i fallimenti e bancarotte spingendo le banche ad erogare ancora meno credito. SE RIDUCI LA MONETA L'ECONOMIA MODERNA SOFFOCA.
L'unica altra via d'uscita in questa situazione sarebbe svalutare la VALUTA del -20% o -30%. Questo fa aumentare di un 5% ad esempio il reddito nazionale grazie alle esportazioni all'estero e in questo modo INCREMENTA LA MONETA GRAZIE A MAGGIORI ESPORTAZIONI, CHE LA RISUCCHIANO DALL'ESTERO (vedi la Cina, Corea, Taiwan e gli altri astuti asiatici che da 20 anni tengono le loro valute depresse...)
In sostanza la moneta deve aumentare ogni anno almeno di un 3-5% in qualche modo perchè il reddito nazionale cresca.
Tu puoi anche lavorare molto e tanti altri come te e altri ancora essere disposti a lavorare di più, MA SENZA MONETA HAI DISOCCUPAZIONE E L'ECONOMIA SI CONTRAE ANCHE SE LA GENTE VORREBBE LAVORARE.
Anche se la popolazione non è pigra e indolente, anche se sono americani, giapponesi o tedeschi e non greci e boliviani si ritrovano in decine di milioni ad essere disoccupati con le aziende che chiudono.
E tutti si chiedono come mai visto che tante gente lavora bene come prima, tanti vorrebbero lavorare e ci sono tante tecnologie utili.
Ma milioni di persone non possono lavorare perchè:  le banche gonfiatesi troppo e piene di "sofferenze" riducono il credito, lo stato passa all'"austerità" e alle stangate fiscali per ridurre il deficit, per cui assorbe denaro dal pubblico e le esportazioni non salgono rispetto alle importazioni come valvola di sfogo. Per cui LA MONETA NELL'ECONOMIA SI RIDUCE SEMPRE.
E automaticamente l'economia si contrae e la cosa peggiore è che questo meccanismo continua a ridurre la moneta e a ridurre il reddito continuamente e automaticamente, se non fai qualcosa.
Come negli anni '30 quando inesplicabilmente americani, inglesi e tedeschi, popoli diligenti e per niente pigri, erano tutti senza lavoro...SENZA MONETA L'ECONOMIA MODERNA SOFFOCA! In conclusione: la situazione attuale è di enorme accumulo di debito, bassa inflazione, crescita zero e tasso di cambio sopravvalutato.
Per evitare la spirale della depressione devi fare una scielta
-) svalutare la moneta oppure 
-) aumentare il defici pubblico stampando moneta oppure 
-) fare aumentare il credito alle banche (ad esempio nazionalizzandole o garantendole dallo stato). 
Ma se non fai nessuna di queste tre cose, perchè sei nell'euro, perchè ti impongono i sacrifici e le stangate fiscali, perchè la Banca d'Italia non ha poteri perchè le banche sono cotte.... hai
UNA CONTINUA RIDUZIONE DELLA MONETA NELL'ECONOMIA CHE SI AUTOALIMENTA IN UNA SPIRALE CHE CREA
non una normale recessione, MA UNA DEPRESSIONE come negli anni '30

La Spiaggia dei Conigli a Lampedusa è la più bella del mondo

La Spiaggia dei Conigli di Lampedusa è la più bella del mondo: è quanto ha decretato Tripadvisor, il sito di recensioni di viaggi, che con il Traveler's Choice Beaches Awards 2013 ha messo sul gradino più alto uno dei più rinomati gioielli turistici della Sicilia. Ma vengono premiate anche alcune spiagge della Sardegna, molte di queste al top nella graduatoria italiana, con ben cinque litorali segnalati. Tra queste La Pelosa (a Stintino), seconda classificata, seguita da Cala Mariolu (Orosei). La Pelosa entra anche nella graduatoria europea, piazzandosi all'ottavo posto. La Spiaggia dei Conigli ha avuto la meglio, su un totale di 276 località esaminate, grazie al mare cristallino e alla sabbia bianca che si fa largo tra costoni di roccia arricchiti da macchia mediterranea. Un luogo incontaminato, certifica Tripadvisor, grazie alla riserva naturale gestita da Legambiente, dove ogni anno a primavera inoltrata le tartarughe marine Caretta Caretta depositano le uova nella parte orientale della spiaggia. Qui Legambiente gestisce una riserva naturale per conto della regione Siciliana. ''La cosa emblematica" osserva Sebastiano Venneri, responsabile mare di Legambiente "è che la Spiaggia dei Conigli riassume la natura e il turismo: l'estrema naturalità connessa all'unica nidificazione conosciuta delle tartarughe marine nel sud Italia e il legame con un turismo di massa, sebbene contigentato. L'abilità è stata di tenere insieme queste due esigenze". Inoltre, "l'accessabilità a questa baia è migliorata; tutti i lavori infatti hanno recuperato percorsi di accesso alla spiaggia anche grazie ai progetti Life". Tra l'altro Venneri racconta di una spiaggia "strappata a un destino di abusivismo. La storia della spiaggia dei conigli è di quelle 'classiche' della Sicilia del degrado; basti pensare che la zona del belvedere, una terrazza meravigliosa che domina l'insenatura, era fino a vent'anni fa un parcheggio, ci sono immagini terribili degli anni '80 in cui tutta la spiaggia era una distesa di camper che vendevano panini e bibite". In questo, spiega Venneri, si deve molto al "lavoro di ripristino di legalità, un percorso difficile e faticoso. A livello mondiale la Spiaggia dei Conigli sopravanza i Caraibi, con la Grace Bay nell'isola di Providenciales (nell'arcipelago di Turks and Caicos, non lontana da Cuba) e l'australiana Whitehaven, nell'isola di Whitsunday. A seguire la Baia do Sancho, a Fernando de Noronha (Brasile) e la Flamenco Beach a Culebra (Portorico). La classifica italiana comprende, dopo la Spiaggia dei Conigli di Lampedusa, La Pelosa di Stintino e Cala Marioli di Orosei, la Baia del Silenzio di Sestri Levante (Liguria), la Spiaggia di Tuerredda a Teulada (Sardegna), quella di San Vito lo Capo (Sicilia), di Tropea (Calabria), Cala Brandinchi (Sardegna), la Spiaggia del Fornillo a Positano (Campania) e Cala Goloritze a Baunei (Sardegna)
 Fonte: Panorama,it

La mattanza delle balene

Nel dicembre 2012, la corte americana del nono distretto ha concesso un’ingiunzione temporanea per le baleniere giapponesi e ha ordinato alla Sea Shepherd Conservation Society USA di star lontana 500 metri dalle navi baleniere.
La Sea Shepherd USA ha subito ottemperato all’ingiunzione.
Non ha mai infranto una legge americana a partire dal giorno della sua nascita, nell’agosto del 1977.
In conformità a quanto ordinato, la Sea Shepherd USA ha bloccato il fondo Operazione Zero Tolleranza e ha ritirato ogni forma di sostegno, lasciando la campagna nelle mani della Sea Shepherd Australia, sotto il controllo di Bob Brown, ex sen. federale australiano e leader dei Verdi.

 Bob Brown aveva già condotto una campagna per la Sea Shepherd con la Steve Irwin per la protezione delle balene in Australia Occidentale, e le campagne nell’Oceano del Sud sono state condotte al di fuori dell’Australia dal 2005.
Questa stagione, con quattro navi, la campagna è più forte, ma sta affrontando sfide più complesse.
L’ingiunzione imposta alla Sea Shepherd USA ha indebolito le finanze della campagna, ma ha causato qualcosa di ancora più pericoloso agli equipaggi delle quattro navi.
Ha incoraggiato le baleniere giapponesi.
Sono bracconieri, non diversi dai cacciatori di elefanti e rinoceronti in Africa, ad eccezione del fatto che i bracconieri africani sono generalmente neri e poveri e vengono perseguiti per i loro crimini.
I bracconieri di balene invece sono incoraggiati dal proprio governo a perpetrare i loro crimini. È una strana battaglia quaggiù, nei mari del sud. Entro due giorni ci aspettiamo che le navi arpionatrici, insieme alla nave Shonan Maru #2 armata dal governo e alla petroliera coreana Sun Laurel, recuperino il ritardo con la Nisshin Maru.
Questo opporrà una flotta di 6 baleniere contro 3 navi della Sea Shepherd.
Gli equipaggi della Sea Shepherd si sono impegnati a bloccare le operazioni di caccia illegale, e sembra che i cacciatori abbiano ricevuto l’ordine di uccidere il numero più alto di balene possibile.
È una prova di forza maggiore, la sfida per i volontari della Sea Shepherd è di salvare più balene possibili, facendo in modo che non ci siano feriti tra i bracconieri sempre però più ostili e aggressivi.
Il tutto è reso più pericoloso dall’isolamento e dalle precarie condizioni meteorologiche e del mare.
L’agenzia della pesca giapponese ha rilanciato il permesso di uccidere 935 balene minke che sono specie protetta, 50 balenottere in via di estinzione, e 50 megattere sempre in via di estinzione.
E se ritorneranno l’anno prossimo, anche l’equipaggio della Sea Shepherd lo farà, e l’anno seguente lo stesso, se necessario.
Qual è il fine di dichiarare e stabilire una riserva per le balene se viene permessa la loro uccisione?