giovedì 25 ottobre 2012
Furbe come le volpi
Fin dai tempi remoti, l'astuzia e la scaltrezza della volpe hanno ispirato mille fiabe, miti e aneddoti. Agile, furba e di bocca buona, la volpe rossa (Vulpes vulpes) è in assoluto la specie di volpe più numerosa del pianeta. Diffusa in tutto l'emisfero settentrionale, la sua estrema capacità di adattamento le ha permesso di colonizzare qualsiasi ambiente, dall'artico al deserto, periferie cittadine comprese dove trovano facili spuntini tra i rifiuti.
Nonostante sia classificata come un carnivoro, in realtà la volpe è onnivora oltre che opportunista, ovvero mangia quello che trova: piccoli mammiferi, uccelli, carogne e frutta, ma in caso di scarsità di prede non disdegna neppure insetti, rane, rettili e qualsiasi altra cosa commestibile.
Per catturare le sue prede, la volpe utilizza una tecnica tutta sua: anziché lanciarsi sull'obiettivo, spicca un balzo in aria con un angolo di 40°, riuscendo a coprire distanze di 5 metri e ricadendo esattamente con le zampe anteriori sopra alla sua preda.
La sua furbizia proverbiale si manifesta anche nell'abitudine di fare scorta di cibo nei periodi di abbondanza, seppellendolo in tante piccole buche di 5-10 cm anziché in un'unica grande dispensa.
Nonostante sia classificata come un carnivoro, in realtà la volpe è onnivora oltre che opportunista, ovvero mangia quello che trova: piccoli mammiferi, uccelli, carogne e frutta, ma in caso di scarsità di prede non disdegna neppure insetti, rane, rettili e qualsiasi altra cosa commestibile.
Per catturare le sue prede, la volpe utilizza una tecnica tutta sua: anziché lanciarsi sull'obiettivo, spicca un balzo in aria con un angolo di 40°, riuscendo a coprire distanze di 5 metri e ricadendo esattamente con le zampe anteriori sopra alla sua preda.
La sua furbizia proverbiale si manifesta anche nell'abitudine di fare scorta di cibo nei periodi di abbondanza, seppellendolo in tante piccole buche di 5-10 cm anziché in un'unica grande dispensa.
© Kelly Colgan Azar
Chinatown - San Francisco
Bandierine colorate in Grant StreetSempre più spesso le grandi città hanno dei quartieri nuovi, tutti da scoprire, nati dagli sforzi di comunità di immigrati venuti in cerca di fortuna. La realtà più colorata e forse più numerosa è quella dei cinesi, bravi a creare piccole città nelle grandi metropoli.
I biscotti della fortuna Uno degli elementi che hanno reso famosi i ristoranti cinesi nel mondo sono quei biscottini, chiamati biscotti della fortuna, che contengono al loro interno un messaggio per il destinatario.
San Francisco, l'ufficio della East West Bank ricorda molto l'arte cinese, soprattutto quella dei palazzi antichi.
Fuochi d'artificio cinesi Tra i tanti prodotti disponibili nei negozi della Chinatown di San Francisco si possono trovare anche dei fuochi d'artificio in esercizi specializzati.artcolo di cui i cinesi sono famosi
Chinatown significa colore, suono, odori . Quella di San Francisco è ritenuta la più grande e la più affascinante comunità cinese. La città quartiere nel cuore della metropoli californiana mantiene intatta la sua identità. Strade ed edifici vengono addobbati pittorescamente come queste centinaia di lanterne pensili situate sul tetto dello How Temple.
I biscotti della fortuna Uno degli elementi che hanno reso famosi i ristoranti cinesi nel mondo sono quei biscottini, chiamati biscotti della fortuna, che contengono al loro interno un messaggio per il destinatario.
San Francisco, l'ufficio della East West Bank ricorda molto l'arte cinese, soprattutto quella dei palazzi antichi.
Fuochi d'artificio cinesi Tra i tanti prodotti disponibili nei negozi della Chinatown di San Francisco si possono trovare anche dei fuochi d'artificio in esercizi specializzati.artcolo di cui i cinesi sono famosi
Chinatown significa colore, suono, odori . Quella di San Francisco è ritenuta la più grande e la più affascinante comunità cinese. La città quartiere nel cuore della metropoli californiana mantiene intatta la sua identità. Strade ed edifici vengono addobbati pittorescamente come queste centinaia di lanterne pensili situate sul tetto dello How Temple.
La Pianura delle Giare
Si tratta di un sito archeologico megalitico del Laos, chiamato anche "la Stonehenge asiatica", ed è uno dei posti più enigmatici della Terra.
Migliaia di giare e vasi di pietra giganti sono disseminati lungo l'altopiano chiamato Xieng Khouang, a volte singolarmente, altre volte vicini, in gruppi composti anche da centinaia di vasi di pietra.
Le prime ricerche archeologiche iniziarono nel 1930 quando il mondo dell'archeologia associò la presenza di questi vasi giganti a pratiche di sepoltura decisamente antiche. Si parla infatti di un periodo che risale all' Età del Ferro, probabilmente oltre 2000 anni fa.
Fino ad ora sono stati scoperti oltre 90 siti nella sola provincia di Xieng Khouang. Ogni sito contiene da una a 400 giare di pietra, che variano in dimensioni da uno a tre metri di diametro. Le giare sono prive di decorazioni, tranne una singola giara, scoperta nel Sito 1, uno dei pochi siti pubblici del complesso, che mostra bassorilievi sulla superficie esterna. Si ritiene che molte di queste giare avessero coperchi, alcuni dei quali decorati da motivi animali raffiguranti tigri, scimmie e rane, ritrovati in quantità nel Sito 52. Oltre ai coperchi, ci sono anche dischi di pietra, con un lato piatto ed uno convesso, che pare venissero utilizzati per ricoprire le sepolture. Sono meno frequenti delle giare di pietra, ma sono spesso vicini ad esse.
Secondo la tradizione e le leggende del Laos, la Piana era un tempo abitata da una civiltà di giganti.
Le leggende parlano di un sovrano chiamato Khun Cheung che, dopo una gloriosa e sanguinosa battaglia contro il suo nemico, fece creare le giare per contenere enormi quantità di "lao lao", il vino di riso locale.
Gli anacardi
Gli anacardi sono i semi dell'anacardio (Anacardium occidentale ) è un albero da frutta tropicale originario dell'Amazzonia. I Portoghesi lo introdussero in India nel XVI secolo, oggi l'India e l'Africa orientale sono i maggiori produttori di anacardi.
L'anacardio ha una forma di fruttificazione caratteristica, in quanto fornisce due tipi di frutti intimamente uniti: uno fresco, la "mela d'anacardio" (chiamata in Brasile "mela di acagiù"), e uno secco, la "mandorla o nocciola d'anacardio" (chiamata in Brasile "noce di acagiù o mandorla di acagiù"), gli anacardi come noi li conosciamo.
La mela d'anacardio è un falso frutto, una ipertrofia del penduncolo fiorale che raggiunge le dimensioni di una piccola pera, con superficie liscia, sottile e fragile, di colore dal giallo al rosso vivo, con una polpa fibrosa.
Il vero frutto, gli anacardi come li conosciamo, è costituito dalla "mandorla" o "nocciola d'anacardio", costituito da una noce provvista di un duro pericarpo, contenente un seme oleoso e commestibile, l'anacardo o anacardio.
La mela di anacardio, il falso frutto, si consuma solo nei paesi di origine, nel periodo da novembre a gennaio. Ha un sapore acidulo e rinfrescante. In Brasile, dalla sua polpa si estrae un succo che viene bevuto dopo essere stato leggermente fermentato. La trasformazione degli anacardi è tutt'altro che semplice, il che spiega il prezzo degli anacardi sul mercato europeo. Il seme contiene un olio irritante che deve essere eliminato con il calore prima di essere estratto con molta cura per evitare di contaminarlo: solo il 10% della produzione grezza passa indenne attraverso le varie fasi della trasformazione e confezionamento. Gli anacardi in guscio vengono quindi tostati e poi sgusciati, operazione fatta per lo più a mano. Il frutto viene poi scottato per facilitare la rimozione della leggera pellicola scura che lo ricopre. Gli anacardi irrancidiscono in fretta e quindi è opportuno conservarli sottovuoto e non lasciarli per lungo tempo esposti all'aria. La pianta dell'anacardio ha anche altri usi oltre a quello alimentare: dal guscio si estrae un inchiostro indelebile; il succo ha un potente potere antitermiti; dal frutto si ricavano alcool e aceto e, previa pressione a freddo, un olio pregiato; dalla pianta si ottengono una gomma e un liquido lattiginoso che vengono usati come basi per le vernici. Il succo, di colore nerastro, resinoso e molto caustico, viene utilizzato in medicina.
Il vero frutto, gli anacardi come li conosciamo, è costituito dalla "mandorla" o "nocciola d'anacardio", costituito da una noce provvista di un duro pericarpo, contenente un seme oleoso e commestibile, l'anacardo o anacardio.
La mela di anacardio, il falso frutto, si consuma solo nei paesi di origine, nel periodo da novembre a gennaio. Ha un sapore acidulo e rinfrescante. In Brasile, dalla sua polpa si estrae un succo che viene bevuto dopo essere stato leggermente fermentato. La trasformazione degli anacardi è tutt'altro che semplice, il che spiega il prezzo degli anacardi sul mercato europeo. Il seme contiene un olio irritante che deve essere eliminato con il calore prima di essere estratto con molta cura per evitare di contaminarlo: solo il 10% della produzione grezza passa indenne attraverso le varie fasi della trasformazione e confezionamento. Gli anacardi in guscio vengono quindi tostati e poi sgusciati, operazione fatta per lo più a mano. Il frutto viene poi scottato per facilitare la rimozione della leggera pellicola scura che lo ricopre. Gli anacardi irrancidiscono in fretta e quindi è opportuno conservarli sottovuoto e non lasciarli per lungo tempo esposti all'aria. La pianta dell'anacardio ha anche altri usi oltre a quello alimentare: dal guscio si estrae un inchiostro indelebile; il succo ha un potente potere antitermiti; dal frutto si ricavano alcool e aceto e, previa pressione a freddo, un olio pregiato; dalla pianta si ottengono una gomma e un liquido lattiginoso che vengono usati come basi per le vernici. Il succo, di colore nerastro, resinoso e molto caustico, viene utilizzato in medicina.
Lo specchietto per le allodole si è rotto
LE DOMANDE SONO:
In 19 anni + 1 (perchè oggi sono ancora li tutti insieme a monti)
Casa hanno fatto (tutti)???
L'Italia è allo sfascio (dicono)
Chi ce l'ha portata quindi????
Dobbiamo fare, riformare bla...bla...bla...fanno la fila per andare in TV a blaterare e far promesse (le elezioni sono alle porte)
Chi ha governato in questi 20 anni?
In 19 anni + 1 (perchè oggi sono ancora li tutti insieme a monti)
Casa hanno fatto (tutti)???
L'Italia è allo sfascio (dicono)
Chi ce l'ha portata quindi????
Dobbiamo fare, riformare bla...bla...bla...fanno la fila per andare in TV a blaterare e far promesse (le elezioni sono alle porte)
Chi ha governato in questi 20 anni?
La vita è troppo bella per essere insignificante
Ho provato a sostituire persone insostituibili e dimenticato persone indimenticabili.
Ho agito per impulso, sono stato deluso da persone che non pensavo lo potessero fare, ma anch’io ho deluso.
Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo; mi sono fatto amici per l’eternità.
Ho agito per impulso, sono stato deluso da persone che non pensavo lo potessero fare, ma anch’io ho deluso.
Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo; mi sono fatto amici per l’eternità.
Ho riso quando non era necessario, ho amato e sono stato riamato, ma sono stato anche respinto. Sono stato amato e non ho saputo ricambiare.
Ho gridato e saltato per tante gioie, tante.
Ho gridato e saltato per tante gioie, tante.
Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto. Ho telefonato solo per ascoltare una voce.
Io sono di nuovo innamorato di un sorriso...
Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale (che ho finito per perdere)… ma sono sopravvissuto! E vivo ancora! E la vita, non mi stanca… E anche tu non dovrai stancartene. Vivi!
È veramente buono battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione, perdere con classe e vincere osando, perchè il mondo appartiene a chi osa! LA VITA È TROPPO BELLA per essere insignificante!
Charlie Chaplin
La stupidità umana
Di fronte agli sciocchi e agli imbecilli esiste un modo solo per rivelare la propria intelligenza: quello di non parlare con loro. (Arthur Schopenhauer)
Mesopotamia
Con il termine Mesopotamia si intende una regione del Vicino Oriente, parte della cosiddetta Mezzaluna Fertile. Il nome stesso (en mésos potamós, o μέσος -mezzo- ποταμός -fiume- in greco) la indica come "terra tra due fiumi": il Tigri e l'Eufrate.
Le "ziqqurat", edifici templari a forma di piramide, caratterizzate da una sovrapposizione di piani, sul cui culmine era edificato un tempio dedicato al dio della città. Si suppone che le ziggurat potessero essere utilizzate anche per le osservazioni astronomiche, scienza in cui i Babilonesi erano particolarmente esperti. La più antica ziqqurat a noi pervenuta si trova nell'antica città di Ur, sud della Mesopotamia, e risale all'epoca del re Urnammu (ca. 2050 a.C.) L'epicentro della "rivoluzione neolitica" nella zona della cosiddetta Mezzaluna fertile, da dove in seguito le novità si sarebbero trasmesse in Europa. La domesticazione dei cereali doveva infatti essere avvenuta dove erano presenti le specie selvatiche, e lo stesso per l'allevamento iniziale di capre e pecore (9000-4500 A.C.)
Scrittura precoce Pittografia è stata inventata in Mesopotamia prima del 3000 aC. Questa tavoletta di argilla, risalente a circa il 3100 aC, Essa mostra come la scrittura è stato lo sviluppo di utilizzare immagini a utilizzare i caratteri cuneiformi conosciuti Il primo linguaggio scritto è identificabile sumerico, che è estraneo a qualsiasi lingua moderna. Da 2400 aC, cuneiforme era stato adattato per la scrittura accadica, e in seguito è stato utilizzato per la scrittura assira e babilonese, che sono tutte le lingue semitiche, come lo sono oggi l'arabo e l'ebraico. I testi erano amministrativi, matematico, storico, astronomico e scuola, presagi, epopee, lettere e dizionari. Ci sono circa 130.000 tavolette al British Museum.
Figurine preistoriche Queste provengono da Ur, nel sud dell'Iraq, data intorno al 4500 aC, e sono tipici della cultura preistorica Ubaid. Una figurina appoggia le mani sul suo addome, mentre l'altro (testa mancante) in possesso di un bambino che ha una testa allungata. Questi, e altri si trovano nei siti limitrofi, sono conosciuti come "lucertola" figurine a causa del loro aspetto rettile - che è a causa della loro peculiare occhi 'coffee-bean' e teste allungate (probabilmente il risultato di legame nella prima infanzia). Il bitume è usato per indicare i capelli, verniciato o argilla segni di pellet sulla spalla può rappresentare tatuaggio o scarificazione. L'altezza conservata della figura a destra è 13,6 centimetri.
Il Royal Standard di Ur Nel 1920 Sir Leonard Woolley scavo presso il sito di Ur, nel sud dell'Iraq e ha scoperto un cimitero di tombe unlooted del circa 2.600 aC, questo oggetto enigmatico è stato trovato in uno di loro. I suoi lati sono costituiti da due pannelli rettangolari (altezza 20,3 centimetri), decorati con scene a base di un mosaico di guscio bianco, rosso e blu calcare lapislazzuli (importata dall'Afghanistan) impostato in bitume.
Intorno al 1990, gli archeologi iracheni trovato tre tombe molto ricche, risalente a circa il 750-700 aC, sotto i pavimenti delle camere a Ashurnasirpal l'harem. Uno conteneva questa corona d'oro straordinario: ha una vite sulla parte superiore a traliccio, con mazzi di lapislazzuli uva appeso al di sotto, supportati da figure vestite di quattro ali, in piedi su file di melagrane e rosette. Quando cadde l'impero assiro, nel 612 aC, le sue grandi città sono stati ampiamente saccheggiati. Questa corona fornisce alcune prove per la squisita fattura e le ricchezze scomparse dell'impero.
Assiro custode figura Questa statua colossale, 4.42m di altezza e peso di circa 30 tonnellate, Figure simili, ma più piccolo era stato utilizzato nei palazzi assiri per quasi due secoli. Essi combinano autorità divina (il cornuto copricapo) con l'intelligenza umana, un ali d'aquila e il potere sia un leone o, come in questo caso, un toro con cinque gambe (due se visto dalla parte anteriore e quattro di lato, con un iscrizione cuneiforme tra di loro), che simboleggia la forza dell'impero assiro che controllava il Vicino Oriente per tre secoli.
Il Diluvio Tablet Re Assurbanipal Ha anche accumulato una vasta libreria di tavolette come questa, raccolte in tutto il paese, soprattutto in Babilonia. Il Tablet Flood rappresenta la versione babilonese della storia dell' alluvione, che è strettamente legata alla storia del diluvio universale come raccontato nel libro biblico della Genesi. Quando il palazzo del re fu bruciato al momento della caduta dell'impero nel 612 aC, la biblioteca crollo nella stanza sottostante, e questa tavoletta si ruppe e parzialmente si brucio. Tuttavia, mentre una pergamena o archivio cartaceo sarebbe stata distrutta, le tavolette di argilla sono sopravvissute e sono ora al British Museum.
Questo reperto Mesopotamico risale circa al 2291 aC - 2254 aC ed imprimeva i caratteri nell'argilla morbida.
Le "ziqqurat", edifici templari a forma di piramide, caratterizzate da una sovrapposizione di piani, sul cui culmine era edificato un tempio dedicato al dio della città. Si suppone che le ziggurat potessero essere utilizzate anche per le osservazioni astronomiche, scienza in cui i Babilonesi erano particolarmente esperti. La più antica ziqqurat a noi pervenuta si trova nell'antica città di Ur, sud della Mesopotamia, e risale all'epoca del re Urnammu (ca. 2050 a.C.) L'epicentro della "rivoluzione neolitica" nella zona della cosiddetta Mezzaluna fertile, da dove in seguito le novità si sarebbero trasmesse in Europa. La domesticazione dei cereali doveva infatti essere avvenuta dove erano presenti le specie selvatiche, e lo stesso per l'allevamento iniziale di capre e pecore (9000-4500 A.C.)
Scrittura precoce Pittografia è stata inventata in Mesopotamia prima del 3000 aC. Questa tavoletta di argilla, risalente a circa il 3100 aC, Essa mostra come la scrittura è stato lo sviluppo di utilizzare immagini a utilizzare i caratteri cuneiformi conosciuti Il primo linguaggio scritto è identificabile sumerico, che è estraneo a qualsiasi lingua moderna. Da 2400 aC, cuneiforme era stato adattato per la scrittura accadica, e in seguito è stato utilizzato per la scrittura assira e babilonese, che sono tutte le lingue semitiche, come lo sono oggi l'arabo e l'ebraico. I testi erano amministrativi, matematico, storico, astronomico e scuola, presagi, epopee, lettere e dizionari. Ci sono circa 130.000 tavolette al British Museum.
Figurine preistoriche Queste provengono da Ur, nel sud dell'Iraq, data intorno al 4500 aC, e sono tipici della cultura preistorica Ubaid. Una figurina appoggia le mani sul suo addome, mentre l'altro (testa mancante) in possesso di un bambino che ha una testa allungata. Questi, e altri si trovano nei siti limitrofi, sono conosciuti come "lucertola" figurine a causa del loro aspetto rettile - che è a causa della loro peculiare occhi 'coffee-bean' e teste allungate (probabilmente il risultato di legame nella prima infanzia). Il bitume è usato per indicare i capelli, verniciato o argilla segni di pellet sulla spalla può rappresentare tatuaggio o scarificazione. L'altezza conservata della figura a destra è 13,6 centimetri.
Il Royal Standard di Ur Nel 1920 Sir Leonard Woolley scavo presso il sito di Ur, nel sud dell'Iraq e ha scoperto un cimitero di tombe unlooted del circa 2.600 aC, questo oggetto enigmatico è stato trovato in uno di loro. I suoi lati sono costituiti da due pannelli rettangolari (altezza 20,3 centimetri), decorati con scene a base di un mosaico di guscio bianco, rosso e blu calcare lapislazzuli (importata dall'Afghanistan) impostato in bitume.
Intorno al 1990, gli archeologi iracheni trovato tre tombe molto ricche, risalente a circa il 750-700 aC, sotto i pavimenti delle camere a Ashurnasirpal l'harem. Uno conteneva questa corona d'oro straordinario: ha una vite sulla parte superiore a traliccio, con mazzi di lapislazzuli uva appeso al di sotto, supportati da figure vestite di quattro ali, in piedi su file di melagrane e rosette. Quando cadde l'impero assiro, nel 612 aC, le sue grandi città sono stati ampiamente saccheggiati. Questa corona fornisce alcune prove per la squisita fattura e le ricchezze scomparse dell'impero.
Assiro custode figura Questa statua colossale, 4.42m di altezza e peso di circa 30 tonnellate, Figure simili, ma più piccolo era stato utilizzato nei palazzi assiri per quasi due secoli. Essi combinano autorità divina (il cornuto copricapo) con l'intelligenza umana, un ali d'aquila e il potere sia un leone o, come in questo caso, un toro con cinque gambe (due se visto dalla parte anteriore e quattro di lato, con un iscrizione cuneiforme tra di loro), che simboleggia la forza dell'impero assiro che controllava il Vicino Oriente per tre secoli.
Il Diluvio Tablet Re Assurbanipal Ha anche accumulato una vasta libreria di tavolette come questa, raccolte in tutto il paese, soprattutto in Babilonia. Il Tablet Flood rappresenta la versione babilonese della storia dell' alluvione, che è strettamente legata alla storia del diluvio universale come raccontato nel libro biblico della Genesi. Quando il palazzo del re fu bruciato al momento della caduta dell'impero nel 612 aC, la biblioteca crollo nella stanza sottostante, e questa tavoletta si ruppe e parzialmente si brucio. Tuttavia, mentre una pergamena o archivio cartaceo sarebbe stata distrutta, le tavolette di argilla sono sopravvissute e sono ora al British Museum.
Questo reperto Mesopotamico risale circa al 2291 aC - 2254 aC ed imprimeva i caratteri nell'argilla morbida.
Il segreto dei mammut
Nuove scoperte per l’universo della paleontologia.
Dall’esame dei resti del Dna di un esemplare di mammut di ben 43000 anni fa, è emerso che quei bestioni avevano l’antigelo nel sangue. Gli animali, infatti, riuscivano a sopravvivere a temperature glaciali. I pachidermi, riporta il britannico Guardian, nel corso dei secoli avevano adattato la loro emoglobina che trasportava ossigeno alle cellule anche sottozero. Questo consentiva loro, addirittura, anche un dispendio minore di energia. Chi sono i mammut. I mammut sono dei grossi proboscidati estinti, caratterizzati da lunghe zanne ricurve e, in alcune specie, da un lungo vello che ne ricopriva il corpo. Come gli odierni elefanti, con cui sono strettamente imparentati, anche i mammut potevano raggiungere dimensioni ragguardevoli. La specie più grande conosciuta, il Mammuthus Sungari è vissuto tra la Cina e la Mongolia, raggiungeva l’altezza di 5 metri al garrese. Probabilmente i mammut pesavano circa 6/8 tonnellate, ma si pensa che i grandi maschi possano aver superato le 12 tonnellate. In ogni caso la maggior parte delle specie erano grandi solo quanto un elefante asiatico attuale. Questi animali vissero circa 4,8 milioni di anni fa. La maggior parte dei mammut si estinse alla fine del periodo del Pleistocene. Fa eccezione la specie nana dell’isola di Wrangel, che si è estinta solo intorno al 1500 avanti Cristo. La sopravvivenza di questi mammut dell’isola russa è dovuta al fatto che il luogo era molto remoto. Infatti è stato scoperto solo nel 1820 da una baleniera britannica.
Le principali spiegazioni sull’estinzione dei mammut si rifanno a ragioni climatiche o alla eccessiva caccia da parte dell’uomo ma il dibattito è tuttora aperto. Nuovi dati derivati da studi fatti su elefanti viventi e diffusi dall’American Institute of Biological Sciences suggeriscono che anche se la caccia potrebbe non essere stata la prima causa dell’estinzione finale dei mammut, è probabile che sia stata comunque un fattore fondamentale. Una recente toeria fa pensare a una malattia infettiva.
La clonazione. Nel 1977 venne scoperto un giovane esemplare di mammut congelato. Venne chiamato Dima. Gli scienziati estrassero alcune cellule dal suo corpo perché volevano far nascere un mammut da un’elefantessa ma non ci riuscirono. Ma oggi gli scienziati hanno una marcia in più: la clonazione. Estraendo le cellule dagli esemplari perfettamente conservati nel ghiaccio, come quelle delle mammuttina Ljuba scoperta nel 2007, gli scienziati hanno estratto circa il 70/80% del DNA. Gli embrioni che verranno creati con questo materiale genetico verranno impiantati nel grembo di femmine di elefante asiatico, l’animale che geneticamente è più simile al mammut. Gli esemplari così creati verranno portati in Siberia e in Canada, i luoghi con il clima più adatto per la loro sopravvivenza. Gli scienziati credono che non dovrebbero creare uno scompenso biologico essendo che i mammut si sono estinti circa 4.000 anni fa ai tempi degli egizi.
MA QUANTE BRAVE PERSONE !!!!
Sopra le teste il politico campa
sotto il popolo crepa
Segretaria di Bersani indagata per truffa a regione Emilia Romagna BOLOGNA,
24 OTT – Zoia Veronesi, storica segretaria di Pier Luigi Bersani, e’ indagata alla Procura di Bologna per truffa aggravata ai danni della Regione Emilia-Romagna. A mettere in moto l’inchiesta fu nel 2010 un esposto del deputato Enzo Raisi, in cui si ipotizzava la creazione di un incarico appositamente per lei da parte della Regione per cui lavorava (da tempo e’ dipendente del Pd), che le consentisse di continuare a seguire a Roma l’attivita’ del segretario Pd ed ex presidente della Regione. ansa
Vendola, concorso in abuso d’ufficio: pm chiedono 20 mesi
25 ott – I Pm di Bari hanno chiesto la condanna a un anno e 8 mesi per concorso in abuso d’ufficio nei confronti il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, in riferimento alla vicenda del concorso per il posto da primario di chirurgia toracica all’ospedale San Paolo di Bari, vinto dal professor Paolo Sardelli, nel corso del giudizio in forma abbreviata, così come chiesto dal governatore, che si sta svolgendo davanti al gup del Tribunale di Bari, Susanna De Felice. Dopo la richiesta formulata dal pm Desirè Digeronimo, che con il pm Francesco Bretone e procuratore aggiunto Giorgio Lino Bruno, è titolare dell’inchiesta, sono in corso le arringhe delle parti. Vendola è assistito dall’avvocato Vincenzo Muscatiello ma non è escluso – spiega il portavoce – che possa rendere dichiarazioni in aula. La sentenza potrebbe già arrivare in serata. tmnews
25 ott – La Guardia di Finanza del comando provinciale di Napoli – Nucleo di polizia tributaria – al termine di una lunga indagine coordinata dalla procura della Corte dei Conti della Campania ha notificato un atto di “citazione in giudizio” a 17 persone, tra cui l’ex presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, l’ex ministro Willer Bordon, l’ex sottosegretario Raffaele Morese. L’operazione, condotta dalle Fiamme gialle, avrebbe fatto chiarezza su un enorme spreco di denaro pubblico nell’ambito del settore delle bonifiche ambientali, nella fattispecie nella zona flegrea e domiziana e nell’agro aversano, che avrebbe determinato danni all’erario per 43 milioni di euro. Ha operato il Gruppo Tutela Spesa Pubblica della Guardia di Finanza che ha ricostruito nel dettaglio ”la complessa vicenda riferita ad un contratto stipulato nel 2002 tra la società Jacorossi Imprese Spa, la Regione Campania e il commissariato di governo per l’emergenza bonifiche e la tutela delle acque della Regione Campagnia – spiegano gli investigatori – per la realizzazione del progetto piano per la gestione degli interventi di bonifica e rinaturalizzazione dei siti inquinati del litorale Domizio flegreo ed Agroaversano”. In base alle indagini svolte dalle Fiamme Gialle il viceprocuratore generale della Corte dei Conti, Pierpaolo Grasso ha potuto rilevare ”che l’affidamento dell’appalto era intervenuto non solo senza gara pubblica ed in assenza della prevista certificazione Soa, necessaria a comprovare la capacità tecnica ed economica dell’impresa per l’esecuzione dell’appalto pubblico ma anche in dispregio dei vari pareri negativi espressi dai competenti uffici ministeriali e dall’Anpa (Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente)”. Infatti tali enti avevano subito evidenziato che il progetto della Jacorossi fosse carente di numerose informazioni necessarie per un’adeguata valutazione dell’opera da realizzare. I citati in giudizio oltre a Bassolino nella sua qualità di ex presidente della Regione Campania e di ex commissario straordinario per le bonifiche e dell’ex ministro all’Ambiente Bordon e dell’ex sottosegretario Raffaele Morese sono l’ex assessore regionale alla Pubblica istruzione Adriana Buffardi, i due subcommissari Raffaele Vanoli e Arcangelo Cesarano, il vicepresidente della Giunta regionale dell’epoca Antonio Valiante e tutti gli ex assessori che si sono succeduti nel tempo: Vincenzo Aita, Gianfranco Alois, Luigi Anzalone, Teresa Armato, Ennio Cascetta, Maria Fortuna Incostante, Federico Simoncelli, Marco Di Lello, Luigi Nicolais e Rosalba Tufano. adnkronos
Catania, abuso d’ufficio e truffa: marito di Finocchiaro e altri 3 a giudizio
25 ott – Sono quattro i rinvii a giudizio per abuso di ufficio e truffa nell’ambito dell’inchiesta sulla procedura amministrativa che aveva portato, a Catania, all’affidamento senza gara dell’appalto per l’informatizzazione del Presidio territoriale di assistenza (Pta) di Giarre, assegnato alla Solsamb srl, società guidata da Melchiorre Fidelbo, marito di Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd. Oltre a Fidelbo, ci sono anche il manager l’ex direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania Giuseppe Calaciura, il direttore amministrativo dell’Asp Giovanni Puglisi e il manager dell’Asp etnea Antonio Scavone. Il legale di quest’ultimo, l’avvocato Carlo Galati, sottolinea come il suo assistito sia “totalmente estraneo alla vicenda ed è documentalmente provato che lo è. Spero che il dibattimento chiarisca inequivocabilmente quanto abbiamo già dimostrato perché è tutta documentazione cartacea prodotta al gip che attesta la linearità del comportamento del dottore Scavone”. Gli avvisi di chiusura delle indagini preliminari erano stati firmati dal procuratore Michelangelo Patanè e dal sostituto Alessandro La Rosa, e sono stati notificati dalla Guardia di Finanza. Al centro dell’inchiesta la stipula della delibera 1719 del 30 luglio del 2010 che autorizzava l’Asp di Catania a stipulare un convenzione con la Solsamb per il Pta di Giarre che, secondo l’accusa, sarebbe stata redatta “senza previo espletamento di una procedura ad evidenza pubblica e comunque in violazione del divieto di affidare incarichi di consulenza esterna”, come prevede la normativa regionale. adnk
Il Salar de Uyuni (Bolivia)
(© Stuart Westmorland/Corbis)
Una volta qui erano tutti…laghi. Certo, bisogna andare indietro di almeno 40.000 anni, ma durante il Pleistocene il Salar de Uyuni – la più grande distesa di sale esistente sulla Terra – faceva parte del gigantesco lago Minchin, oggi prosciugato. Siamo sull’altopiano della Bolivia, a 3650 metri di quota, su una delle più grandi riserve al mondo di minerali rari. Il Salar de Uyuni non è infatti solo una sconfinata salina da oltre 12.000 kmq, ma anche il più importante giacimento al mondo di Litio, Potassio, Boro e Magnesio. I numeri di questa miniera a cielo aperto sono impressionanti: si stima che contenga oltre 10.000 miliardi di tonnellate di sale che formano 11 strati di spessore compreso tra i 2 e gli 11 metri. Lo strato più superficiale è alto in media oltre 10 metri. Si tratta di uno dei luoghi più estremi e pericolosi del mondo: la sua superficie è punteggiata dagli ojos de salar, buche dalle quali fuoriesce l’acqua sottostante che, in particolari condizioni di luce, diventano praticamente invisibili non lasciando scampo a chi vi finisce dentro. Il governo boliviano stima che il Salar de Uyuni rappresenti il 43% delle riserve mondiali di litio, minerale indispensabile per la produzione di batterie ricaricabili
Rebecca Mantovani
Una volta qui erano tutti…laghi. Certo, bisogna andare indietro di almeno 40.000 anni, ma durante il Pleistocene il Salar de Uyuni – la più grande distesa di sale esistente sulla Terra – faceva parte del gigantesco lago Minchin, oggi prosciugato. Siamo sull’altopiano della Bolivia, a 3650 metri di quota, su una delle più grandi riserve al mondo di minerali rari. Il Salar de Uyuni non è infatti solo una sconfinata salina da oltre 12.000 kmq, ma anche il più importante giacimento al mondo di Litio, Potassio, Boro e Magnesio. I numeri di questa miniera a cielo aperto sono impressionanti: si stima che contenga oltre 10.000 miliardi di tonnellate di sale che formano 11 strati di spessore compreso tra i 2 e gli 11 metri. Lo strato più superficiale è alto in media oltre 10 metri. Si tratta di uno dei luoghi più estremi e pericolosi del mondo: la sua superficie è punteggiata dagli ojos de salar, buche dalle quali fuoriesce l’acqua sottostante che, in particolari condizioni di luce, diventano praticamente invisibili non lasciando scampo a chi vi finisce dentro. Il governo boliviano stima che il Salar de Uyuni rappresenti il 43% delle riserve mondiali di litio, minerale indispensabile per la produzione di batterie ricaricabili
Rebecca Mantovani