giovedì 25 ottobre 2012

Il segreto dei mammut


Nuove scoperte per l’universo della paleontologia.
 Dall’esame dei resti del Dna di un esemplare di mammut di ben 43000 anni fa, è emerso che quei bestioni avevano l’antigelo nel sangue. Gli animali, infatti, riuscivano a sopravvivere a temperature glaciali. I pachidermi, riporta il britannico Guardian, nel corso dei secoli avevano adattato la loro emoglobina che trasportava ossigeno alle cellule anche sottozero. Questo consentiva loro, addirittura, anche un dispendio minore di energia. Chi sono i mammut. I mammut sono dei grossi proboscidati estinti, caratterizzati da lunghe zanne ricurve e, in alcune specie, da un lungo vello che ne ricopriva il corpo. Come gli odierni elefanti, con cui sono strettamente imparentati, anche i mammut potevano raggiungere dimensioni ragguardevoli. La specie più grande conosciuta, il Mammuthus Sungari è vissuto tra la Cina e la Mongolia, raggiungeva l’altezza di 5 metri al garrese. Probabilmente i mammut pesavano circa 6/8 tonnellate, ma si pensa che i grandi maschi possano aver superato le 12 tonnellate. In ogni caso la maggior parte delle specie erano grandi solo quanto un elefante asiatico attuale. Questi animali vissero circa 4,8 milioni di anni fa. La maggior parte dei mammut si estinse alla fine del periodo del Pleistocene. Fa eccezione la specie nana dell’isola di Wrangel, che si è estinta solo intorno al 1500 avanti Cristo. La sopravvivenza di questi mammut dell’isola russa è dovuta al fatto che il luogo era molto remoto. Infatti è stato scoperto solo nel 1820 da una baleniera britannica.

Le principali spiegazioni sull’estinzione dei mammut si rifanno a ragioni climatiche o alla eccessiva caccia da parte dell’uomo ma il dibattito è tuttora aperto. Nuovi dati derivati da studi fatti su elefanti viventi e diffusi dall’American Institute of Biological Sciences suggeriscono che anche se la caccia potrebbe non essere stata la prima causa dell’estinzione finale dei mammut, è probabile che sia stata comunque un fattore fondamentale. Una recente toeria fa pensare a una malattia infettiva.

La clonazione. Nel 1977 venne scoperto un giovane esemplare di mammut congelato. Venne chiamato Dima. Gli scienziati estrassero alcune cellule dal suo corpo perché volevano far nascere un mammut da un’elefantessa ma non ci riuscirono. Ma oggi gli scienziati hanno una marcia in più: la clonazione. Estraendo le cellule dagli esemplari perfettamente conservati nel ghiaccio, come quelle delle mammuttina Ljuba scoperta nel 2007, gli scienziati hanno estratto circa il 70/80% del DNA. Gli embrioni che verranno creati con questo materiale genetico verranno impiantati nel grembo di femmine di elefante asiatico, l’animale che geneticamente è più simile al mammut. Gli esemplari così creati verranno portati in Siberia e in Canada, i luoghi con il clima più adatto per la loro sopravvivenza. Gli scienziati credono che non dovrebbero creare uno scompenso biologico essendo che i mammut si sono estinti circa 4.000 anni fa ai tempi degli egizi.

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