mercoledì 4 aprile 2018

Scoperto un nuovo organo: l’interstizio


Si trova sotto la pelle: riveste l’intestino, i polmoni, i vasi sanguigni e i muscoli, e forma una rete di compartimenti interconnessi e pieni di liquido, supportati da un reticolo di fibre di collagene ed elastina. 

L’interstizio (interstitium) è il «nuovo» organo umano identificato dai medici del Mount Sinai Beth Israel Medical Center: i dottori David Carr-Locke e Petros Benias l’hanno scoperto mentre analizzavano il dotto biliare di un paziente, alla ricerca di segni di cancro, come spiega lo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports. 
Carr – Locke e Benias hanno individuato cavità che non corrispondevano a nessuna parte dell’anatomia umana precedentemente conosciuta e ne hanno parlato a Neil Theise, patologo della New York University. 
Il team di ricerca ha appurato che l’interstizio non si trova solo nel dotto biliare, ma attorno a molti organi di fondamentale importanza.

 È sorprendente che finora fosse passato inosservato: è uno degli organi più grandi.
 I ricercatori non avevano individuato l’interstizio perché i metodi tradizionali per esaminare i tessuti corporei (la tecnica per osservarlo al microscopio) comportano il drenaggio del fluido, e quindi distruggono la sua struttura, facendolo apparire denso e compatto. 
Per questo veniva considerato un semplice strato di tessuto connettivo. 
L’interstizio è stato invece esaminato grazie a una nuova tecnica di endomicroscopia confocale laser, che permette di vedere al microscopio i tessuti vivi direttamente dentro il corpo, senza doverli prelevare e poi fissare su un vetrino.


Secondo il team che l’ha scoperto, i compartimenti agirebbero come «ammortizzatori» capaci di proteggere i tessuti del corpo dai danni. 
L’interstizio avrebbe anche un ruolo importante per capire come si diffonde il cancro all’interno dell’organismo.

 Questo sistema di cavità, drenato dal sistema linfatico, è la «sorgente» da cui nasce la linfa, di fondamentale importanza per il funzionamento delle cellule immunitarie che generano l’infiammazione. 
Il continuo movimento del fluido potrebbe spiegare perché i tumori che invadono l’interstizio si diffondono più velocemente nel corpo: nel fornire una «strada» per consentire al fluido di spostarsi, le cellule interconnesse dell’interstizio potrebbero quindi avere lo sfortunato effetto collaterale di diffondere il cancro in tutto il corpo.


Non solo: le cellule che popolano questo sistema e le fibre di collagene che lo sostengono cambiano con il passare degli anni e potrebbero avere un ruolo nella formazione delle rughe, nell’irrigidimento delle articolazioni e nella progressione delle malattie infiammatorie legate a sclerosi e fibrosi.

 «Questa scoperta potrà favorire importanti progressi in medicina», ha spiegato il patologo Neil Theise, «è possibile, ad esempio, che il campionamento diretto del liquido interstiziale possa diventare un potente strumento diagnostico» 

 Fonte: vanityfair.it

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