giovedì 16 novembre 2017

La rivalsa del pesce blob: non è brutto come pensiamo


Questa foto di "Mr Blobby" finisce spesso nelle collezioni di scatti delle creature più buffe del mondo animale.
 Ma la fama del pesce blob (Psychrolutes marcidus), un pesce abissale che vive nelle acque profonde di Australia meridionale, Tasmania e Nuova Zelanda, è in parte immeritata e causata dall'uscita dal suo habitat naturale: quando nuota nella sua casa oceanica, tra i 600 e i 1200 metri sotto alla superficie, questo animale non è flaccido e informe come lo vediamo.

 Lo scatto qui sopra è stato realizzato nel 2003 al largo della costa della Nuova Zelanda, durante una spedizione scientifica di un gruppo di biologi australiani (la New Zealand and Australia Norfolk Ridge - Lord Howe Rise Biodiversity Voyage, in breve: NORFANZ). 
Nel 2013 l'animale (in realtà, la foto) ha partecipato a una competizione per la creatura più brutta del mondo, sbaragliando la concorrenza e diventando così la mascotte della Ugly Animal Preservation Society. 

 Forse dovremmo togliergli il titolo: il suo aspetto "rilassato", da blob, come fosse sul punto di sciogliersi, è dovuto in realtà a un danno da decompressione. 
A meno che uno scienziato, o un pescatore, non lo costringa, il pesce blob non si avventura mai sopra alla cosiddetta twilight zone, quella zona che inizia a 200-300 metri di profondità, caratterizzata da alta pressione e oscurità.




Il suo corpo è quindi fatto per sopportare pressioni notevoli: ha ossa morbide e carni gelatinose che gli permettono di resistere alle sollecitazioni e controllare la galleggiabilità.
 Non ha nemmeno la vescica natatoria, un organo che consente ai pesci di adattare il peso specifico all'ambiente, riempiendosi di gas. Senza supporti strutturali a tenerlo insieme, quando è sottratto al suo habitat naturale il pesce è sottoposto a decompressione e si espande, trasformandosi in una massa informe.

 Da "normale" non è un campione di bellezza, ma, come si suol dire, c'è di peggio.

 Fonte: focus.it

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