martedì 17 novembre 2015

Yellowstone è più colossale di quanto si credesse: se eruttasse oggi sfigurerebbe il volto del pianeta


Il bellissimo Parco Nazionale di Yellowstone, nel Wyoming, nasconde nel sottosuolo il più grande vulcano del pianeta e, potenzialmente, il più distruttivo in assoluto. 

Uno studio condotto dagli scienziati dell’Università dello Utah ha  rivelato che le dimensioni della camera magmatica del gigante addormentato erano state sottostimate.

 La squadra di ricercatori guidata dal professor Bob Smith ha scoperto che la gigantesca sacca di magma incandescente si estende per oltre 90 chilometri nel sottosuolo, con una capacità di 200-600 chilometri cubi di roccia fusa, ben 2,5 volte in più di quanto stimato in precedenza. 

 «Abbiamo lavorato per un lungo periodo di tempo», spiega Smith alla BBC. «Avevamo la convinzione che fosse grande, ma i risultati sono davvero stupefacenti».

 Per mappare la camera magmatica, i ricercatori hanno utilizzato una rete di sismografi installata intorno al parco.
 «Abbiamo registrato i terremoti dentro e attorno a Yellowstone, misurando le onde sismiche mentre si propagano attraverso il terreno», ha spiegato Jamie Farrell della University of Utah. 
«Le onde viaggiano più lentamente attraverso il materiale caldo e parzialmente fuso. Grazie a questa caratteristica possiamo misurare il contenuto del sottosuolo».

 I nuovi dati diffusi dal gruppo di ricercatori indicano che le conseguenze di un’eventuale eruzione di Yellowstone sarebbero disastrose. 

L’ultima grande eruzione del vulcano si ritiene sia avvenuta circa 640 mila anni fa, con il risultato di ricoprire di cenere l’interno Nord America e influenzare l’equilibrio climatico del pianeta. 

Naturalmente sono in molti a chiedersi quando il gigante addormentato potrebbe svegliarsi di nuovo. 

Gli scienziati non sono in possesso di una risposta precisa. 
 Secondo le statistiche geologiche, il vulcano sembra essersi messo in attività una volta ogni 700 mila anni. 
Dato che l’ultima eruzione è avvenuta 640 mila anni fa, la prossima potrebbe accadere tra 60 mila anni.






Ma il professor Smith ha sottolineato che sono necessari più dati per ottenere una previsione realistica, visto che sono state registrate solo tre eruzioni finora. 
 «Per calcolare la frequenza, abbiamo a disposizione solo l’intervallo tra tre eruzioni, quindi solo due cifre per arrivare ai famosi 700 mila anni», spiega Smith. «Ma quante persone comprerebbero un titolo al mercato azionario con i dati dell’andamento di soli due giorni?». 
 I vulcani, infatti, non seguono cicli e comportamenti regolari tant’è che uno studio presentato durante lo stesso convegno dimostra che tra gli 8 milioni e 2 milioni di anni fa lungo lo stesso tratto di placca continentale di Yellowstone le eruzioni sono state molto meno frequenti, ma decisamente più violente. 
 «Studiare i vulcani più antichi può aiutarci a capire con cosa abbiamo a che fare con Yellowstone», conclude Smith.

 Fonte: ilnavigatorecurioso.it

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