lunedì 27 aprile 2015

Furore (Sa): ecco perché visitare il paese che non c'è almeno una volta nella vita


Nell'Italia del Sud, tra le perle della Costiera amalfitana, c'è un posto lontano dalla vista dei più. 
Furore, un borgo di neanche mille abitanti, si staglia verso il basso, giù in direzione del mare, e solo il viaggiatore più attento può scorgerne l'originalità, distante dalla classica strada panoramica. 

Non ci sono piazze principali, ma solo sentieri e scale che un tempo portavano al villaggio dei pescatori, mai visibile dalla costa, in modo che Furore è rimasta praticamente nascosta agli occhi del viandante di passaggio. 
Perché, allora, vale la pena visitare un "paese che non c'è"? Perché si possono fare escursioni a contatto con la natura, perché c'è un Ecomuseo che ne racconta la storia, perché c'è un Fiordo e altri valloni che vale la pena ammirare per tutte le caratteristiche messe insieme, perché si mangia bene e c'è un ottimo vino.


Il "Fiordo" o vallone di Furore è più che altro una netta e profonda spaccatura nella roccia, che si è formata dal lavoro di un torrente quasi sempre secco, lo Schiato, che scende a picco dal bordo dell'altopiano di Agerola. 
Qui le rocce a strapiombo e la vegetazione che vive lungo le pareti, le case ricavate nel suolo e i murales colorati che affrescano la case stesse e gli edifici pubblici, la fanno da padroni. E non è difficile rimanerne estasiati.


Nel fiordo si trovano poi lo Stenditoio, un tempo usato per asciugare i fogli di carta estratti dalle fibre di stoffa, e la Calcara, adibita alla lavorazione delle pietre per l'edilizia locale.
 In più, il fiordo è scavalcato dalla strada statale attraverso un ponte sospeso alto 30 metri, dal quale, ogni estate, si svolge una tappa del Campionato Mondiale di Tuffi dalle Grandi Altezze. 
Chi ha tanta energia e il gusto di stare a contatto con la natura, può approfittare di una delle tante escursioni che si possono fare tra canali, chiuse, grotte preistoriche e vigne.
 Chi, invece, ama conoscere il bello più comodamente, deve fare tappa all'Ecomuseo, con Mulini e Cartiere trasformate in musei, un erbario con l'esposizione delle essenze vegetali più preziose dell'area, un piccolo osservatorio astronomico e molto altro.






La visita a questo originale luogo della provincia di Salerno vale il tempo di una giornata. 
La durata giusta per portarselo nel cuore per parecchio tempo. 

 Germana Carillo

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