lunedì 16 febbraio 2015
Insalate nella storia: come si sono evolute dai romani ai giorni nostri
Le insalate hanno davvero una storia lunga e affascinante che si perde nei secoli.
La classica insalata verde, condita con olio, aceto e sale, è presente nell'alimentazione dell'umanità fin dai tempi dei Greci e dei Romani.
Già a quell'epoca si discuteva di qual fosse il momento migliore per servire l'insalata, se all'inizio del pasto, oppure come ultima portata. Pare che gli antichi non siano riusciti a dare una risposta definitiva a questa domanda.
Secondo Ippocrate e Galeno, l'insalata andava premiata perché migliorava la digestione ed era preferibile consumarla all'inizio del pasto.
Altri ritenevano che l'insalata dovesse rappresentare l'ultimo piatto da consumare a cena, addirittura prima di andare a dormire, per via delle sue proprietà rilassanti.
Altre fonti ritenevano che nella lattuga selvatica – Lactuga virosa – fossero presenti delle sostanze sedative, utilizzate nel medioevo per contrastare l'insonnia e addirittura somministrate ai feriti nella Seconda Guerra Mondiale.
Storicamente la lattuga ha avuto la reputazione di anti-afrodisiaco. Ecco perché probabilmente le insalate e le verdure crude in generale rientrano nelle diete legate alle tradizioni di ritiro nei monasteri e agli stili di vita spartani degli eremiti alla ricerca di un maggior contatto spirituale che portasse ad un certo distacco dalle passioni terrene.
John Evelyn, autore di "Acetaria: A Discourse of Sallets" (1699), sosteneva che le insalate verdi avessero un'influenza benefica sulla morale, sulla temperanza e sulla castità dei pensieri.
Si tratta del primo libro dedicato solamente alle insalate, intese come verdure crude accompagnate da condimenti, pubblicato in Inghilterra.
Non si tratta soltanto di un trattato sulle insalate, ma anche di uno scritto importante di quel tempo a supporto del vegetarianismo.
L'opera indica 73 possibili ingredienti per preparare insalate sempre diverse accanto ai condimenti da associare nelle ricette.
Il Seicento fu il secolo delle grandi insalate colorate, composte da un vero e proprio caleidoscopio di ingredienti.
Furono numerosi i ricettari che spiegavano come preparare le insalate. "The Accomplisht Cook" (1660) di Robert May spiegava come preparare un'insalata con almeno 18 ingredienti, compresi fichi e patate.
I discorsi sulle insalate continuarono anche nell'Ottocento, con la pubblicazione di diversi manuali dedicati alla buona tavola e al gusto del tempo, come "The Physiology of Taste" (1825) di Jean Anthelme Brillat-Savarin.
In questo periodo in Francia si preparavano insalate da Chef.
Dal Novecento in poi, in particolare in Inghilterra, le insalate venivano considerate un piatto da ricchi e dovevano essere condite con la massima cura al momento di portarle in tavola.
Ora le insalate sono tra i piatti più economici , ma al giorno d'oggi la maggior parte delle persone non le porta in tavola abbastanza spesso.
Aumenta però il numero delle persone che coltivano un orto e che possono avere a disposizione erbe aromatiche e ortaggi perfetti per preparare le insalate.
Raccogliere le insalate fresche è il segreto per amarle di più e avvicinare i bambini agli orti per dare una mano nella raccolta li aiuta ad apprezzare di più le verdure.
Nei ristoranti del mondo possiamo ormai trovare delle insalate da Chef, con abbinamenti che creano piatti colorati e il più delle volte salutari, quando non si esagera con i condimenti e si utilizzano ortaggi crudi di cui spesso la nostra dieta è carente.
La primavera si avvicina e sarà il momento di portare in tavola delle ottime insalate di stagione, siete pronti a scatenare la fantasia?
Marta Albè
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