lunedì 10 novembre 2014
Dalla fisica la spiegazione del luccichio degli animali
Cetonia dorata (Cetonia Aurata)
Uno studio dell'Università di Bristol ha dimostrato che il brillio delle squame di un pesce spatola, le formazioni luccicanti intorno agli occhi di una seppia e l'effetto metallico del carapace di una cetonia hanno tutti la stessa origine.
Per spiegare questo fenomeno ai biologi è venuta in aiuto la fisica e in particolare il modello cosiddetto della localizzazione di Anderson, che secondo il team di scienziati Thomas Jordan, Julian Partridge e Nicholas Roberts spiega i riflettori naturali che caratterizzano certi animali, come questi:
Farfalla Morpho
Quetzal (Pharomacrus sp.)
Carpa (Cyprinus Carpio)
Che si tratti del colore argenteo di una carpa, o dell'iridescenza di un insetto, questo effetto è frutto di un processo evolutivo su scala nanometrica che ha permesso ad alcuni animali di sfruttare le proprietà delle onde luminose, come nel caso di alcuni pesci che utilizzano i cristalli presenti nelle loro squame per camuffarsi in acque poco profonde.
Ciò che hanno scoperto gli studiosi è che tutti gli animali "brillanti" hanno una cosa in comune: la differenza di spessore tra gli strati cristallini della loro parte più esterna (squame, gusci, ali ecc...).
Nicholas Roberts ha spiegato alla BBC che «quando la luce filtra all'interno e incontra l'irregolarità tra i diversi strati, le onde luminose interferiscono tra loro» ovvero «rimbalzano tra i vari strati» e alla fine tornano indietro.
Uno degli aspetti più interessanti di questo studio è che tali superfici naturali sono spesso più riflettenti di quelle create artificialmente.
Comprendere il loro funzionamento potrebbe quindi portarci a riprodurre materiali altamente riflettenti e, per esempio, rendere le luci a LED ancora più efficienti.
Fonte: http://www.focus.it
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