giovedì 19 giugno 2014

Manufatti unici rinvenuti in Messico fanno luce sull’antica civiltà P’urhépecha




Il suono di un sonaglio antico di 500 anni anni aiuta a raccontare la storia di un’antica civiltà precolombiana: i P’urhépecha.
 Il sonaglio di rame e bronzo, del quale è possibile ascoltarne il suono, è stato scoperto da un team di ricercatori della Colorado State University guidato da Chris Fisher in un antico cimitero di Angamuco, una città precolombiana situata nello stato di Michoacán, Messico occidentale. 
 La squadra di Fisher ha scoperto anche gli scheletri completi di 37 individui, resti di sepolture parziali di entrambi i sessi che vanno dai bambini agli adulti.
 Inoltre, sono state rinvenuti numerosi vasi in ceramica e altri corredi. 
Secondo gli archeologi, i manufatti risalgono al periodo Postclassico (1000-1520 d.C.), arco di tempo nel quale si assiste a radicali cambiamenti sociali, ambientali e politici. 
 “La scoperta di questo complesso funerario offre un punto di vista unico attraverso il quale siamo in grado di esaminare i cambiamenti nella salute e nel benessere durante un periodo di rapido cambiamento sociale associato all’ascesa dell’Impero P’urhépecha”, spiega Fisher sul sito dell’Università. 
“Si tratta di un periodo di riorganizzazione e cambiamento sociale collocato nel tardo Postclassico. Gli individui recuperati rappresentano un impressionante spaccato dell’antica popolazione P’urhépecha”.


I P’urhépecha, denominati Taraschi dai conquistadores spagnoli, fiorirono nello stato di Michoacan tra il 1100 e il 1530 d.C. Le origini di questa popolazioni sono sconosciute e la loro lingua, estranea a qualsiasi altra in Mesoamerica, è stata collegata a quella Quechua, lingua originaria del Perù.
 Erano conosciuti come abili fabbri e feroci guerrieri, tanto che l’Impero Azteco, in anni di conquiste e di gloria, non riusci mai a sottometterli. 
 Tzintzuntzan, la capitale dell’Impero P’urhépecha, era dominata da un’enorme piattaforma sulla quale erano poste in fila cinque piramidi tempio chiamate Yacatas.


Precedenti scavi e indagini hanno rivelato che la città antica si estendeva su una superficie di più di 12 km². Le scansioni eseguite con il LiDAR indicanbo che si trattava di una città molto organizzata e molto più complessa di quanto precedentemente ipotizzato.
 Così come l’Impero Azteco, i P’urhépecha hanno visto la loro distruzione dopo l’arrivo degli occupanti europei avvenuta nei primi anni del 1500.


Fonte: www.ilnavigatorecurioso.it

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