martedì 11 marzo 2014
Firenze : il giardino di Boboli
Il giardino di Boboli, fiore all’occhiello dei giardini storici fiorentini e famoso in tutto il mondo come uno dei più importanti giardini italiani, rappresenta uno dei punti più alti raggiunti dall’arte italiana del giardinaggio.
Il parco come lo vediamo oggi deriva da due interventi principali: dapprima si crea il giardino cinquecentesco posto alle spalle di Palazzo Pitti, in seguito agli interventi di restauro e ampliamento della reggia di Pitti voluti da Cosimo I de Medici, poi durante il 1600 il giardino viene ampliato verso porta romana e modificato.
Il progetto che dà forma al giardino è di Niccolò Pericoli detto il Tribolo, per poi passare sotto la direzione di Giorgio Vasari, Bartolomeo Ammannati e Bernardo Buontalenti.
La storia del giardino si snoda nei secoli successivi con interventi costanti operati dagli architetti di maggior fama delle varie epoche, acquistando infine un prestigio universale.
Il giardino presenta le caratteristiche del giardino italiano: è infatti suddiviso in aree regolari, coltivate secondo criteri rigorosi e nettamente delimitate da viali e vialetti rettilinei e ortogonali tra loro. Le piante utilizzate sono sempreverdi e potate in forme geometriche.
Le specie erbacee ed arbustive da fiore sono invece coltivate in appositi spazi, detti giardini segreti.
Boboli è comunemente definito giardino sempreverde per eccellenza, dove si ritiene che i fiori avessero avuto un ruolo più che marginale.
Niente di più falso.
Sin dalle origini del giardino infatti sono state create grandi e ricche collezioni botaniche.
La vocazione collezionistica dei Medici trova un modo logico di realizzarsi attraverso la sistematica ricerca nelle più remote parti del mondo e al coltivazione di alberi, piante da frutto, piante da fiori, erbe e quant’altro servisse a coniugare le conoscenze botaniche con le esigenze estetiche di un giardino all’italiana.
I fiori erano quindi coltivati in giardini recintati da muri o cancellate, e il loro accesso era consentito a pochi selezionati visitatori, data la rarità e la preziosità delle specie in essi coltivate.
Così erano il Giardino del Cavaliere, il giardino della Limonaia, quello dell’Isola e il perduto grandioso Prato di Madama.
Altri giardini di dimensioni ridotte erano spazi ancor più esclusivi, in quanto annessi ad appartamenti privati di principi della famiglia de’ Medici.
E’ il caso del cosiddetto ‘Giardinetto del Principe Mattias’, oggi detto ‘delle Camelie’.
Nel 1993 è stato eseguito il restauro dei giardini chiusi, che ha compreso la ricostruzione di una collezione di rosai antichi, già ampiamente testimoniati nel Catalogo Generale del Reale Giardino di Boboli del 1847, che cita le ubicazioni delle rose all’interno dei giardini della Limonaia, della vasca dell’isola e del giardino del Cavaliere.
Attualmente il giardino vanta una collezione di circa 142 varietà di rose antiche.
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