giovedì 23 maggio 2013
DOVREMO DIVENTARE TUTTE COSI' PER NON ESSERE STUPRATE????
“Il codice di abbigliamento, dalle minigonne ai top senza maniche, è ritenuto dagli Imam e dai loro seguaci, corrispondente alla loro impurità e immoralità.
Secondo questa mentalità, queste donne bianche meritano di essere punite e quindi, per il loro comportamento, essere sfruttate e degradate con lo stupro”.
E’ emerso che la banda di stupratori islamici di Oxford è stata promossa dagli imam che predicano ai seguaci a pensare che le donne bianche meritano di essere “punite”.
Lo ha ammesso lo stesso esponente islamico Taj Hargey.
Secondo lui razza e religione sono indissolubilmente legate alla recente ondata di stupri della “gang di Oxford”, in cui uomini musulmani hanno preso di mira ragazze bianche minorenni.
Tutti gli aguzzini erano islamici di differenti paesi, e tutte le vittime ragazzine inglesi bianche.
All’inizio di questa settimana sette membri del gruppo di Oxford sono stati giudicati colpevoli di rapimento, stupro e atti di “estrema depravazione” nei confronti di giovanissime inglesi.
I sette musulmani ”deliberatamente presero di mira vulnerabili ragazzine bianche, che consideravano come ‘carne facile’, per usare uno dei loro termini rivelatori “.
Questo atteggiamento è stato promosso dai leader religiosi. “A un certo livello, la maggior parte degli imam nel Regno Unito semplicemente utilizzano i loro sermoni per promuovere l’uso del hijab e anche del burka tra i loro aderenti di sesso femminile.
Ma il risultato è la misoginia brutale che vediamo in quello che è accaduto a Oxford.
Perché per loro chi non ha burka o velo è una puttana e come tale deve essere trattata”.
Agli islamici nelle moschee viene insegnato che le donne sono “cittadini di seconda classe, poco più di beni mobili o beni sui quali hanno autorità assoluta”, afferma
“Il punto di vista dei predicatori islamici nei confronti delle donne bianche può essere spaventoso.
Essi incoraggiano i loro seguaci a credere che queste donne sono abitualmente promiscue e prostitute da stuprare.
L’editto religioso di Yasir al-Ajlawni pubblicato su Youtube, definisce “melk al-yamin”, schiave di fede non musulmana, come vengono definite nel Corano, le donne Cristiane e Alawite che lo sceicco autorizza a stuprare.
Non è il primo editto ad autorizzare stupri nei confronti di donne prigioniere siriane, nel 2012, il predicatore saudita Muhammad al-Arifi aveva autorizzato i jihadisti a contrarre, con le prigioniere non islamiche, una sorta di matrimonio ‘a tempo’, pratica che nell’ipocrita religione maomettana consente prostituzione e stupro, senza peccare.
Infatti, il “buon musulmano” non va a puttane, ma contrae un matrimonio di cinque minuti con la prostituta.
E sempre con lo stesso “mezzuccio” non stupra, perché lo stupro della moglie è qualcosa non contemplato dall’Islam.
Sul tema, tempo fa, l’egiziano Ishaq Huwaini incoraggiava la vendita al mercato degli schiavi delle concubine, definite come “ciò che la vostra mano destra possiede”.
Oggetti, animali sessuali. Secondo una pratica ampiamente condivisa tra gli “ulema” – i preti islamici sunniti -.
Se un uomo vuole una donna va al mercato, sceglie quella a lui più gradita e la compra. l’Occidente che fa? Si schiera con gli stupratori.
Il mistero di Externsteine
Il Teutoburger Wald racchiude un luogo importante nella storia della Germania. Fu qui, infatti, nei pressi di Detmold, nella Bassa Sassonia, che Hermann, capo dei Cherusci, sconfisse le legioni romane nel 9 d.C., impedendo così ai Romani di soggiogare tutte le tribù germaniche.
Non lontano dalla località della battaglia sorge Externsteine, un complesso di cinque enormi pilastri calcarei consumati dal tempo che affiorano dal suolo
ergendosi per ben 30 m sopra la foresta.
Frequentato dai cacciatori nomadi dell'Età della Pietra, Externsteine è stato un importante centro di cerimonie del culto pagano germanico fin da un lontano passato. Ecco perché il suo nome evoca associazioni mistiche e mitologiche. Giacché punto di emanazione dell'energia naturale, Externsteine fu riconosciuto fin dai tempi più remoti come un luogo sacro.
Nella tradizione tedesca occupa un posto simile a quello di Stonehenge nei misteri d'Inghilterra.
Carlo Magno, re dei Franchi e imperatore del Sacro Romano Impero, attuò una politica di sistematica soppressione del paganesimo e, nel 772, proibì a Externsteine lo svolgersi degli antichi riti. In seguito, alcuni monaci della vicina Abbazia di Paderborn utilizzarono le camere scavate nella roccia per le loro preghiere.
Durante le guerre di religione del XVIII secolo le rocce divennero una fortezza militare, mentre in epoche più pacifiche furono fonte d’irresistibile ispirazione per artisti e scrittori romantici. Oggi, Externsteine costituisce un'importante attrazione turistica, grazie anche alla creazione di un lago artificiale che ne esalta le qualità pittoresche.
I dirupi naturali di Externsteine sono disseminati di grotte e aperture scavate dalla mano dell'uomo e, a quanto sembra, ampliate da generazioni successive.
Mentre alcune, come la cappella, si prestano a ben identificabili funzioni, altre rappresentano un assoluto mistero. Si vedono gradini che non conducono in nessun luogo, piattaforme, fessure, nicchie, fori trapanati nella roccia e squarci più larghi. Nel pilastro più grosso, si accede a una camera di forma irregolare attraverso due entrate. L'accesso di nordest e le due finestre del vano si affacciano verso il punto in cui sorge il sole nel solstizio d'estate, ma l'altro ingresso immette in un angusto corridoio, dal percorso tracciato in modo volutamente tortuoso. La stanza principale era adibita ai rituali d’iniziazione e purificazione compiuti dai sacerdoti di epoca precristiana. Molti suoi elementi, come le varie nicchie, un volto grottesco scolpito nella roccia, l'avvallamento circolare del pavimento e gli antichi graffiti, corrispondono ad analoghe strutture sotterranee ritrovate altrove in Europa.
Scavata nella viva roccia, vicino alla sommità di uno dei pilastri, vi è la cappella, forse il luogo più misterioso di Externsteine. Accessibile solo mediante gradini scavati nella pietra e una malsicura passerella, la cappella non ha tetto e, all'estremità est, presenta una nicchia arrotondata con un altare-pilastro di tipo sconosciuto altrove nell'architettura chiesastica. Immediatamente sopra l'altare si apre una finestra circolare di 50 cm di diametro.
Nel 1823, lo studioso di preistoria Otto von Bennigsen assistette dalla cappella al sorgere del sole nel giorno del solstizio d'estate e al levarsi della luna nel suo punto più settentrionale. Questi due importanti avvenimenti astronomici sono identificati da un gran numero di cerchi di pietre e altri siti megalitici preistorici. L'ubicazione della cappella, molto distante da terra, era stata scelta appositamente per spaziare con lo sguardo sopra la volta degli alberi e osservare questi avvenimenti avvalendosi dei punti di riferimento posti all'orizzonte, lontano 6,5 km. da Externsteine sorge inoltre, pressoché alla stessa latitudine, Stonehenge e ciò significa che la direzione del levarsi del sole a metà estate è identica nei due luoghi, un fattore importante per i sacerdoti-astronomi europei.
Von Bennigsen formulò l'ipotesi che la cappella fosse di origine precristiana e che fosse stata costruita dagli officianti di un antico 'culto della luce'.
Un pastore evangelico, William Teudt, sviluppò le idee di von Bennigsen, e negli Anni Venti condusse a Externsteine delle accurate ricerche archeologiche e astronomiche. Scoprì che il luogo faceva parte della rete da lui ravvisata di Heilige Linieri, che si estende attraverso la Germania settentrionale. Queste 'linee sacre', all'incirca equivalenti ai 'leys' inglesi, collegavano Externsteine al non lontano cerchio di pietre megalitiche di Bad Meinberg. Teudt si convinse che sopra la cappella fossero esistite in passato camere e strutture in legno utilizzate per osservare il levarsi del sole in periodi dell'anno diversi dal solstizio d'estate, nonché i cicli della luna e delle stelle.
Queste scoperte convinsero Teudt e molti altri che lo stato della cappella, in rovina e senza tetto, era il risultato della deliberata demolizione di un tempio più antico da parte dei monaci cristiani che intendevano così distruggere un osservatorio pagano. Teudt dimostrò che una lastra di 50 tonnellate giacente ai piedi delle rocce si era staccata dal fianco della cappella. L'opera devastatrice, affermò, era stata attuata per trasformare il santuario pagano in un luogo di culto cristiano.
Quando i monaci cristiani si sostituirono alla classe sacerdotale pagana, spesso, per motivi di politica religiosa, convertirono i luoghi sacri esistenti in chiese in cui celebrare il nuovo culto.
Externsteine costituisce un valido esempio di questa linea di condotta.
Verso il 1120 dei monaci cistercensi scolpirono la Deposizione dalla Croce che conteneva un riferimento simbolico alla religione praticata in passato nel luogo. Il bassorilievo mostra il pilastro del mondo pagano, l'Irminsul, che sosteneva l'universo ed era associato alla venerazione della suprema divinità dei cieli. Ma nella scultura l’lrminsul è piegato a metà a formare una sorta di sedile di cui Nicodemo si serve per staccare il corpo del Cristo dalla Croce. L'asservimento dell’Irminsul simboleggia la sottomissione dell'antica fede al nuovo credo. Una caratteristica interessante del bassorilievo è che i piedi di Nicodemo sono stati deliberatamente mutilati. Un simile atto di vandalismo si spiega con la vendetta dei pagani locali contro chi aveva requisito il sacro luogo.
Sotto la scultura vi è il Serpente del Mondo, ritenuto da alcuni, opera di un altro incisore, forse anglosassone. Si pensa che esso simboleggi anche le energie telluriche sottostanti. Queste influenze provenienti dalle profondità erano accessibili solo a chi penetrava nelle grotte o nelle spaccature della roccia. La creazione di cripte, camere e caverne artificiali era quindi un mezzo per accedere, per così dire, alle ossa della terra.
Ovunque nel mondo ritroviamo luoghi sacri scavati nella pietra, completamente sotterranei oppure ricavati incidendo il fianco di rocce affioranti dal suolo, come a Externsteine, dove degli uomini tentarono con questo sistema di attingere alle energie della Terra
Non lontano dalla località della battaglia sorge Externsteine, un complesso di cinque enormi pilastri calcarei consumati dal tempo che affiorano dal suolo
ergendosi per ben 30 m sopra la foresta.
Frequentato dai cacciatori nomadi dell'Età della Pietra, Externsteine è stato un importante centro di cerimonie del culto pagano germanico fin da un lontano passato. Ecco perché il suo nome evoca associazioni mistiche e mitologiche. Giacché punto di emanazione dell'energia naturale, Externsteine fu riconosciuto fin dai tempi più remoti come un luogo sacro.
Nella tradizione tedesca occupa un posto simile a quello di Stonehenge nei misteri d'Inghilterra.
Carlo Magno, re dei Franchi e imperatore del Sacro Romano Impero, attuò una politica di sistematica soppressione del paganesimo e, nel 772, proibì a Externsteine lo svolgersi degli antichi riti. In seguito, alcuni monaci della vicina Abbazia di Paderborn utilizzarono le camere scavate nella roccia per le loro preghiere.
Durante le guerre di religione del XVIII secolo le rocce divennero una fortezza militare, mentre in epoche più pacifiche furono fonte d’irresistibile ispirazione per artisti e scrittori romantici. Oggi, Externsteine costituisce un'importante attrazione turistica, grazie anche alla creazione di un lago artificiale che ne esalta le qualità pittoresche.
I dirupi naturali di Externsteine sono disseminati di grotte e aperture scavate dalla mano dell'uomo e, a quanto sembra, ampliate da generazioni successive.
Mentre alcune, come la cappella, si prestano a ben identificabili funzioni, altre rappresentano un assoluto mistero. Si vedono gradini che non conducono in nessun luogo, piattaforme, fessure, nicchie, fori trapanati nella roccia e squarci più larghi. Nel pilastro più grosso, si accede a una camera di forma irregolare attraverso due entrate. L'accesso di nordest e le due finestre del vano si affacciano verso il punto in cui sorge il sole nel solstizio d'estate, ma l'altro ingresso immette in un angusto corridoio, dal percorso tracciato in modo volutamente tortuoso. La stanza principale era adibita ai rituali d’iniziazione e purificazione compiuti dai sacerdoti di epoca precristiana. Molti suoi elementi, come le varie nicchie, un volto grottesco scolpito nella roccia, l'avvallamento circolare del pavimento e gli antichi graffiti, corrispondono ad analoghe strutture sotterranee ritrovate altrove in Europa.
Scavata nella viva roccia, vicino alla sommità di uno dei pilastri, vi è la cappella, forse il luogo più misterioso di Externsteine. Accessibile solo mediante gradini scavati nella pietra e una malsicura passerella, la cappella non ha tetto e, all'estremità est, presenta una nicchia arrotondata con un altare-pilastro di tipo sconosciuto altrove nell'architettura chiesastica. Immediatamente sopra l'altare si apre una finestra circolare di 50 cm di diametro.
Nel 1823, lo studioso di preistoria Otto von Bennigsen assistette dalla cappella al sorgere del sole nel giorno del solstizio d'estate e al levarsi della luna nel suo punto più settentrionale. Questi due importanti avvenimenti astronomici sono identificati da un gran numero di cerchi di pietre e altri siti megalitici preistorici. L'ubicazione della cappella, molto distante da terra, era stata scelta appositamente per spaziare con lo sguardo sopra la volta degli alberi e osservare questi avvenimenti avvalendosi dei punti di riferimento posti all'orizzonte, lontano 6,5 km. da Externsteine sorge inoltre, pressoché alla stessa latitudine, Stonehenge e ciò significa che la direzione del levarsi del sole a metà estate è identica nei due luoghi, un fattore importante per i sacerdoti-astronomi europei.
Von Bennigsen formulò l'ipotesi che la cappella fosse di origine precristiana e che fosse stata costruita dagli officianti di un antico 'culto della luce'.
Un pastore evangelico, William Teudt, sviluppò le idee di von Bennigsen, e negli Anni Venti condusse a Externsteine delle accurate ricerche archeologiche e astronomiche. Scoprì che il luogo faceva parte della rete da lui ravvisata di Heilige Linieri, che si estende attraverso la Germania settentrionale. Queste 'linee sacre', all'incirca equivalenti ai 'leys' inglesi, collegavano Externsteine al non lontano cerchio di pietre megalitiche di Bad Meinberg. Teudt si convinse che sopra la cappella fossero esistite in passato camere e strutture in legno utilizzate per osservare il levarsi del sole in periodi dell'anno diversi dal solstizio d'estate, nonché i cicli della luna e delle stelle.
Queste scoperte convinsero Teudt e molti altri che lo stato della cappella, in rovina e senza tetto, era il risultato della deliberata demolizione di un tempio più antico da parte dei monaci cristiani che intendevano così distruggere un osservatorio pagano. Teudt dimostrò che una lastra di 50 tonnellate giacente ai piedi delle rocce si era staccata dal fianco della cappella. L'opera devastatrice, affermò, era stata attuata per trasformare il santuario pagano in un luogo di culto cristiano.
Quando i monaci cristiani si sostituirono alla classe sacerdotale pagana, spesso, per motivi di politica religiosa, convertirono i luoghi sacri esistenti in chiese in cui celebrare il nuovo culto.
Externsteine costituisce un valido esempio di questa linea di condotta.
Verso il 1120 dei monaci cistercensi scolpirono la Deposizione dalla Croce che conteneva un riferimento simbolico alla religione praticata in passato nel luogo. Il bassorilievo mostra il pilastro del mondo pagano, l'Irminsul, che sosteneva l'universo ed era associato alla venerazione della suprema divinità dei cieli. Ma nella scultura l’lrminsul è piegato a metà a formare una sorta di sedile di cui Nicodemo si serve per staccare il corpo del Cristo dalla Croce. L'asservimento dell’Irminsul simboleggia la sottomissione dell'antica fede al nuovo credo. Una caratteristica interessante del bassorilievo è che i piedi di Nicodemo sono stati deliberatamente mutilati. Un simile atto di vandalismo si spiega con la vendetta dei pagani locali contro chi aveva requisito il sacro luogo.
Sotto la scultura vi è il Serpente del Mondo, ritenuto da alcuni, opera di un altro incisore, forse anglosassone. Si pensa che esso simboleggi anche le energie telluriche sottostanti. Queste influenze provenienti dalle profondità erano accessibili solo a chi penetrava nelle grotte o nelle spaccature della roccia. La creazione di cripte, camere e caverne artificiali era quindi un mezzo per accedere, per così dire, alle ossa della terra.
Ovunque nel mondo ritroviamo luoghi sacri scavati nella pietra, completamente sotterranei oppure ricavati incidendo il fianco di rocce affioranti dal suolo, come a Externsteine, dove degli uomini tentarono con questo sistema di attingere alle energie della Terra
Razzismo a Milano: congolese si rifiuta di stringere la mano a capogruppo Lega | VoxNews
Razzismo a Milano: congolese si rifiuta di stringere la mano a capogruppo Lega | VoxNews
per vedere video cliccare qui
MILANO – Dopo la strage compiuta dal suo simile, e dopo avere disertato il funerale delle vittime, ennesima prova di arroganza da parte del ministro congolese.
Ha trovato il tempo di partecipare alla pagliacciata organizzata dal sindaco di Kinshasa Milano Pisapia, la consegna dei fasulli attestati di cittadinanza onoraria ai figli di immigrati nati in Italia. Ovviamente non hanno potuto presenziare le vittime di Kabobo.
Ma che importa erano solo tre italiani Quelli servono solo per pagargli il super stipendio l'auto blu le scorte addestrate per non farle avvicinare questa razza schifosa d'italiani che però le devono pagare
Nonostante le continue richieste da parte del capogruppo della Lega Morelli la congolese fa finta di nulla e lo ignora Morelli conclude con una frase: “Sono un semplice cittadino, nato a Milano che desidera invitarla nel Castello Sforzesco. Me ne farò una ragione!”. Ma sei un cittadino “vero”, non come la ministra, quindi per lei non esisti.
Immaginate se qualcuno di noi italiani avesse “osato” non stringere la mano alla ministra!!!
Grazie PD ci hai dato un grande ministro (dovrebbe lavorare per l'integrazione)
Bell'esempio d'integrazione
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MILANO – Dopo la strage compiuta dal suo simile, e dopo avere disertato il funerale delle vittime, ennesima prova di arroganza da parte del ministro congolese.
Ha trovato il tempo di partecipare alla pagliacciata organizzata dal sindaco di Kinshasa Milano Pisapia, la consegna dei fasulli attestati di cittadinanza onoraria ai figli di immigrati nati in Italia. Ovviamente non hanno potuto presenziare le vittime di Kabobo.
Ma che importa erano solo tre italiani Quelli servono solo per pagargli il super stipendio l'auto blu le scorte addestrate per non farle avvicinare questa razza schifosa d'italiani che però le devono pagare
Nonostante le continue richieste da parte del capogruppo della Lega Morelli la congolese fa finta di nulla e lo ignora Morelli conclude con una frase: “Sono un semplice cittadino, nato a Milano che desidera invitarla nel Castello Sforzesco. Me ne farò una ragione!”. Ma sei un cittadino “vero”, non come la ministra, quindi per lei non esisti.
Immaginate se qualcuno di noi italiani avesse “osato” non stringere la mano alla ministra!!!
Grazie PD ci hai dato un grande ministro (dovrebbe lavorare per l'integrazione)
Bell'esempio d'integrazione
La compagnia delle Indie
La Compagnia britannica delle Indie orientali (British East India Company),Compagnia inglese delle Indie orientali, nacque il 31 dicembre 1600, quando la regina Elisabetta I d'Inghilterra accordò una "carta" o patente reale che le conferiva per 21 anni il monopolio del commercio nell'Oceano Indiano.
Prima delle compagnie commerciali europee create nel XVII secolo per conquistare "le Indie" e dominare i flussi commerciali con l'Asia, essa trovò il suo posto accanto alla Compagnia Olandese delle Indie Orientali, la celebre VOC (Vereenigde Oostindische Compagnie), e prese il sopravvento sulla Compagnia francese delle Indie Orientali, che condusse alla rovina conquistando tutti i suoi possedimenti in India.
Essa segnò profondamente il futuro Impero britannico. Società anonima, sarebbe divenuta l'impresa commerciale più potente della sua epoca, fino ad acquisire funzioni militari e amministrative regali nell'amministrazione dell'immenso territorio indiano.
Colpita in pieno dall'evoluzione economica e politica del XIX secolo, declinò progressivamente e poi scomparve nel 1874. Dal suo quartier generale di Londra, la sua straordinaria influenza si estese a tutti i continenti: la Compagnia presiedette alla creazione dell'India britannica, il cosiddetto Raj, fondò Hong Kong e Singapore, ingaggiò Capitan Kidd per combattere la pirateria, impiantò la coltura del tè in India, tenne Napoleone prigioniero a Sant'Elena, e si trovò direttamente implicata nel celebre Boston Tea Party che funse da detonatore per la guerra d'indipendenza degli Stati Uniti.
Un po' mercanti, un po' soldati, un po' amministratori Tra il 17° e il 19° secolo i mercanti di alcuni paesi europei (Inghilterra, Paesi Bassi, Francia, Portogallo) si organizzarono in associazioni per unire le proprie forze nella conquista commerciale e coloniale degli altri continenti.
Furono le Compagnie delle Indie, Occidentali e Orientali, che consentirono all'Europa di rifornirsi di seta, spezie, tessuti e prodotti di ogni parte del mondo e di imporre il proprio dominio a vari popoli dell'Asia, dell'Africa e dell'America. Non sempre le cose andarono per il meglio: spesso i costi delle guerre di conquista e dell'amministrazione dei territori furono più alti dei profitti commerciali.
Quando le Compagnie furono soppresse, le loro colonie passarono sotto il controllo dei rispettivi Stati La colonizzazione commerciale Le Compagnie furono protagoniste, nei secoli 17° e 18°, della colonizzazione del mondo e della costruzione di un unico mercato mondiale sotto l'egemonia europea.
Esse rifornirono l'Europa nel 17° secolo di prodotti come spezie (pepe, noce moscata, chiodi di garofano) e tessuti orientali, ai quali si aggiunsero, nel 18° secolo, tè, caffè e zucchero. Poiché in Asia i prodotti europei non erano richiesti, le Compagnie dovevano pagare in oro le merci asiatiche.
Talvolta, però, per evitarlo, organizzarono commerci interasiatici, scambiando, per esempio, tessuti indiani o pepe e spezie indonesiane con tè e porcellane cinesi.
I privilegi delle Compagnie scontentavano in Europa sia i mercanti che non ne godevano sia gli artigiani in difficoltà per la concorrenza dei prodotti coloniali (soprattutto tessili) importati dalle Compagnie. La Rivoluzione americana scoppiò proprio in occasione di una protesta contro il monopolio della vendita del tè della Compagnia inglese delle Indie Orientali. Per questo a cavallo tra 18° e 19° secolo le Compagnie furono private dei privilegi commerciali e politici e, infine, soppresse.
I loro territori passarono sotto il diretto controllo degli Stati. la compagnia inglese. Tra Seicento e Settecento La Compagnia, fondata a Londra nel 1599, nel 1600 ottenne dalla regina Elisabetta I il monopolio del commercio con i territori a est del Capo di Buona Speranza. Dopo anni di guerre con gli Olandesi per il controllo dell'Oceano Indiano, nel 1623 si arrivò a un accordo di spartizione: ai Britannici andò l'India, agli Olandesi Ceylon ‒ l'odierno Sri Lanka ‒ e l'Indonesia. In India la Compagnia aveva ottenuto nel 1616 l'autorizzazione del Gran Mogol (l'imperatore) a stabilire basi commerciali: le più importanti furono Surat, Madras, Bombay e Calcutta.
In India la Compagnia comprava pepe, cotone, seta, zucchero e caffè che rivendeva poi in Europa e in America. Nella seconda metà del secolo, la Compagnia ottenne dal re Carlo II l'autorizzazione a esercitare anche poteri sovrani sui territori conquistati.
Nel 18° secolo estese il raggio dei suoi traffici alle colonie portoghesi, a Moka, nello Yemen, nota per il caffè, ma soprattutto alla Cina, famosa per la seta, le porcellane e il tè, prodotto sempre più richiesto in Europa. Nel frattempo si scontrò più volte con la Francia per il controllo dell'India: alla fine ebbero la meglio i Britannici, con la vittoria nella guerra dei Sette anni (1756-63). La crisi dell'Impero moghul consentì alla Compagnia di estendere il proprio dominio anche all'interno, sottomettendo i principi locali.
Fu un dominio spesso oppressivo: nel 1770 la Compagnia fece pagare un gravoso carico fiscale agli abitanti del Bengala, dove una carestia stava provocando la morte per fame di un terzo della popolazione. Nel 1784, l'India Act di William Pitt pose la Compagnia sotto il controllo del governo britannico, per limitarne l'autonomia e contrastare la corruzione dei suoi funzionari. la compagnia inglese si scioglie Alla fine del 18° secolo prese avvio una nuova fase di espansione territoriale della Compagnia, che strappò agli Olandesi la Colonia del Capo e l'isola di Ceylon, quindi conquistò Singapore, la Malesia e la Birmania (odierna Myanmar). La decisione di comprare il tè cinese pagandolo con oppio prodotto in India portò nel 1839 alla prima guerra dell'oppio (vinta dai Britannici), poiché l'imperatore cinese aveva vietato l'importazione della droga.
La Compagnia ha contribuito a creare la ricchezza di Amsterdam, appropriandosi di parecchi galeoni spagnoli e praticando il commercio degli schiavi: si stimano 10 Milioni il numero di schiavi che gli olandesi hanno trasferito dall'Africa al continente americano.
Prima delle compagnie commerciali europee create nel XVII secolo per conquistare "le Indie" e dominare i flussi commerciali con l'Asia, essa trovò il suo posto accanto alla Compagnia Olandese delle Indie Orientali, la celebre VOC (Vereenigde Oostindische Compagnie), e prese il sopravvento sulla Compagnia francese delle Indie Orientali, che condusse alla rovina conquistando tutti i suoi possedimenti in India.
Essa segnò profondamente il futuro Impero britannico. Società anonima, sarebbe divenuta l'impresa commerciale più potente della sua epoca, fino ad acquisire funzioni militari e amministrative regali nell'amministrazione dell'immenso territorio indiano.
Colpita in pieno dall'evoluzione economica e politica del XIX secolo, declinò progressivamente e poi scomparve nel 1874. Dal suo quartier generale di Londra, la sua straordinaria influenza si estese a tutti i continenti: la Compagnia presiedette alla creazione dell'India britannica, il cosiddetto Raj, fondò Hong Kong e Singapore, ingaggiò Capitan Kidd per combattere la pirateria, impiantò la coltura del tè in India, tenne Napoleone prigioniero a Sant'Elena, e si trovò direttamente implicata nel celebre Boston Tea Party che funse da detonatore per la guerra d'indipendenza degli Stati Uniti.
Un po' mercanti, un po' soldati, un po' amministratori Tra il 17° e il 19° secolo i mercanti di alcuni paesi europei (Inghilterra, Paesi Bassi, Francia, Portogallo) si organizzarono in associazioni per unire le proprie forze nella conquista commerciale e coloniale degli altri continenti.
Furono le Compagnie delle Indie, Occidentali e Orientali, che consentirono all'Europa di rifornirsi di seta, spezie, tessuti e prodotti di ogni parte del mondo e di imporre il proprio dominio a vari popoli dell'Asia, dell'Africa e dell'America. Non sempre le cose andarono per il meglio: spesso i costi delle guerre di conquista e dell'amministrazione dei territori furono più alti dei profitti commerciali.
Quando le Compagnie furono soppresse, le loro colonie passarono sotto il controllo dei rispettivi Stati La colonizzazione commerciale Le Compagnie furono protagoniste, nei secoli 17° e 18°, della colonizzazione del mondo e della costruzione di un unico mercato mondiale sotto l'egemonia europea.
Esse rifornirono l'Europa nel 17° secolo di prodotti come spezie (pepe, noce moscata, chiodi di garofano) e tessuti orientali, ai quali si aggiunsero, nel 18° secolo, tè, caffè e zucchero. Poiché in Asia i prodotti europei non erano richiesti, le Compagnie dovevano pagare in oro le merci asiatiche.
Talvolta, però, per evitarlo, organizzarono commerci interasiatici, scambiando, per esempio, tessuti indiani o pepe e spezie indonesiane con tè e porcellane cinesi.
I privilegi delle Compagnie scontentavano in Europa sia i mercanti che non ne godevano sia gli artigiani in difficoltà per la concorrenza dei prodotti coloniali (soprattutto tessili) importati dalle Compagnie. La Rivoluzione americana scoppiò proprio in occasione di una protesta contro il monopolio della vendita del tè della Compagnia inglese delle Indie Orientali. Per questo a cavallo tra 18° e 19° secolo le Compagnie furono private dei privilegi commerciali e politici e, infine, soppresse.
I loro territori passarono sotto il diretto controllo degli Stati. la compagnia inglese. Tra Seicento e Settecento La Compagnia, fondata a Londra nel 1599, nel 1600 ottenne dalla regina Elisabetta I il monopolio del commercio con i territori a est del Capo di Buona Speranza. Dopo anni di guerre con gli Olandesi per il controllo dell'Oceano Indiano, nel 1623 si arrivò a un accordo di spartizione: ai Britannici andò l'India, agli Olandesi Ceylon ‒ l'odierno Sri Lanka ‒ e l'Indonesia. In India la Compagnia aveva ottenuto nel 1616 l'autorizzazione del Gran Mogol (l'imperatore) a stabilire basi commerciali: le più importanti furono Surat, Madras, Bombay e Calcutta.
In India la Compagnia comprava pepe, cotone, seta, zucchero e caffè che rivendeva poi in Europa e in America. Nella seconda metà del secolo, la Compagnia ottenne dal re Carlo II l'autorizzazione a esercitare anche poteri sovrani sui territori conquistati.
Nel 18° secolo estese il raggio dei suoi traffici alle colonie portoghesi, a Moka, nello Yemen, nota per il caffè, ma soprattutto alla Cina, famosa per la seta, le porcellane e il tè, prodotto sempre più richiesto in Europa. Nel frattempo si scontrò più volte con la Francia per il controllo dell'India: alla fine ebbero la meglio i Britannici, con la vittoria nella guerra dei Sette anni (1756-63). La crisi dell'Impero moghul consentì alla Compagnia di estendere il proprio dominio anche all'interno, sottomettendo i principi locali.
Fu un dominio spesso oppressivo: nel 1770 la Compagnia fece pagare un gravoso carico fiscale agli abitanti del Bengala, dove una carestia stava provocando la morte per fame di un terzo della popolazione. Nel 1784, l'India Act di William Pitt pose la Compagnia sotto il controllo del governo britannico, per limitarne l'autonomia e contrastare la corruzione dei suoi funzionari. la compagnia inglese si scioglie Alla fine del 18° secolo prese avvio una nuova fase di espansione territoriale della Compagnia, che strappò agli Olandesi la Colonia del Capo e l'isola di Ceylon, quindi conquistò Singapore, la Malesia e la Birmania (odierna Myanmar). La decisione di comprare il tè cinese pagandolo con oppio prodotto in India portò nel 1839 alla prima guerra dell'oppio (vinta dai Britannici), poiché l'imperatore cinese aveva vietato l'importazione della droga.
La Compagnia ha contribuito a creare la ricchezza di Amsterdam, appropriandosi di parecchi galeoni spagnoli e praticando il commercio degli schiavi: si stimano 10 Milioni il numero di schiavi che gli olandesi hanno trasferito dall'Africa al continente americano.