domenica 10 marzo 2013

Lo straordinario mondo delle forme volanti

Il lavoro di Daniel Wurtzel che si definisce uno scultore cinetico è il tentativo di porre l'attenzione sullo stupore che provoca il divenire delle manifestazioni della semplice materia. Trasforma ciò che consideriamo ordinario in qualcosa di meraviglioso e straordinario. " Il mio punto d' ingresso nel fare arte, dice Wurtzel, è stato quello di utilizzare i materiali in modi che distillano e ri-presentino i vari aspetti della proprietà materiali intrinseche, fisiche, rivelando una bellezza inaspettata in un modo precedentemente non-visto". Noi non siamo abituati a vedere la bellezza nella nostra vita quotidiana e nelle manifestazioni della natura, porre coscienza su ciò che abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni. Eppure basta poco, basta un tessuto leggero che si muove al vento sotto il riflettore di un teatro per ricordarci quanta poesia è lì per noi quotidianamente, quanta incantevole bellezza in una minima variazione di colore in un tramonto, in un ticchettio della pioggia che sbatte contro il vetro. Wurtzel ci aiuta in teatro a renderci consapevoli di non avere abbastanza attenzione, di non provare forse abbastanza meraviglia e stupore per ciò che ci circonda. Eppure c'è lo stesso amore nelle opere di Wurtzel che fuori, anche per un minimo sibilo della natura, per una minima sfumatura, moto, evento dinamico.

Abaved e il suo gregge


Ci vuol ben altro che un proiettile per fermare un cane tenace come Abayed. La sua è una storia che ha dell'incredibile: scambiato per un cane randagio, due anni fa è stato ferito con un colpo di pistola alla spina dorsale nell'ambito di un programma di riduzione del randagismo in Giordania. 
Trovato immobile e ululante di dolore dai suoi proprietari, pastori come lui, è stato trasportato al vicino Humane Center for Animal Welfare di Amman dove, anziché abbatterlo come da prassi, è stato deciso di assecondare la sua incredibile voglia di vivere dandogli un'altra chance. Dopo un intervento e il lungo ricovero, grazie a una speciale struttura a due ruote realizzata apposta per lui, Abayed - che in italiano significa "bianco" - è tornato a condurre una vita pressoché normale.

L'uomo razzo | tiscali.video

L'uomo razzo | tiscali.video


Un incredibile volo sul Grand Canyon da parte Yves Rossy. Utilizzando uno speciale equipaggiamento (ali dotato di una propulsione a Jet) quest'uomo riesce a sorvolare in caduta controllata il Grand Canyon West.
10 anni di studi, 15 prototipi differenti, ma alla fine il sogno di quest'uomo svizzero è diventato realtà.

Lavori di giardinaggio nel mese di Marzo



Abbiamo notato tutti che le giornate si stanno allungando e pian piano anche le temperature stanno cambiando. I rami stanno assumendo colorazioni verde pallido e i primi fiori stanno per sbocciare. E’ giunto il momento di preparare il necessario per mettere a dimora gli arbusti e le erbacee all’interno delle aiuole. Anche per l’orto il momento è importante: vanno seminati i pomodori, gli zucchini e le melanzane. Le piante aromatiche necessitano di potatura, così come le rose. Per accelerare il risveglio vegetativo si può spargere fertilizzante sul prato e alla base delle piante.

Lavori in casa e sul terrazzo 

 Rinvasare le piante E’ possibile che le radici inizino a fuoriuscire dal foro di drenaggio dei vasi. E’ arrivato il momento di rinvasare le piante in un contenitore di dimensioni maggiori.
 Il nuovo vaso deve essere preparato con attenzione: sul fondo si deve collocare uno strato di ghiaia e sopra va messo del terriccio di buona qualità. Se invece scegliamo di mantenere lo stesso vaso premuriamoci di sostituire la terra con del nuovo terriccio correttamente concimato, in maniera tale da fornire alla pianta tutti gli elementi nutritivi necessari per la crescita.

In questo periodo ricordatevi di aggiungere all’acqua per le innaffiature anche del fertilizzante. Questo aiuterà la pianta nel suo risveglio vegetativo.
 E’ anche importante smuovere un po’ la terra, per ammorbidirla e aerarla. Abbiate cura di distribuire l’acqua in maniera uniforme, facendo si che l’intero terreno si inumidisca.
 Durante il rinvaso di una pianta è facile notare radici infeltrite o particolarmente aggrovigliate. In questo caso sarà necessario tagliarle. Per eseguire questa operazione si consiglia l’utilizzo di un coltello ben affilato. Si dovranno eliminare tutte quelle radici che fuoriescono dai confini della terra. Queste eliminazioni saranno utili per sviluppare la produzione di nuove radici, rinforzando la pianta, che, grazie al rinvaso in nuovo terriccio, acquisterà maggiore vigore.  

Se avete agito in maniera corretta le vostre cactacee avranno passato l’inverno all’asciutto, senza subire quasi nessun mutamento. Da marzo in poi inizia però la stagione vegetativa; sarà quindi necessario incominciare a bagnarle, anche se con moderazione. E’ consigliabile nebulizzare il terreno nelle ore più calde ogni due settimane circa; andando avanti con la stagione gli apporti d’acqua andranno resi più frequenti e regolari.

I bulbi e le piante con fioritura tardo primaverile o estiva vanno invasati con luna crescente per ottenere ottimi risultati. Il terriccio da utilizzar deve essere piuttosto sabbioso ma con un ottimo drenaggio. Si consiglia di scegliere più specie differenti e di collocarle tutte nello stesso vaso, sistemandole su più strati. Nel periodo di fioritura si otterrà un’aiuola straordinaria.

 Durante tutto l’inverno alcuni di voi avranno utilizzato delle miniserre per conservare le piante in un ambiente riparato dalle intemperie. Ora il clima sta diventando più mite ed è arrivato il momento di aprirle. Inizialmente sarà opportuno farlo nelle ore più calde della giornata, in maniera tale da far prendere aria alle piante, evitando che umidità e calore sviluppino fenomeni di muffe o malattie fungine. Pian piano lasciate le miniserre aperte per un tempo sempre più lungo, compatibilmente con l’innalzamento delle temperature. Ciò consentirà un risveglio graduale delle piante, con conseguente acclimatarsi naturale.

 Con la bella stagione il tempo che spenderete con le vostre piante e il lavoro da affrontare sarà molto. Vanno quindi controllati per tempo tutti gli attrezzi da utilizzare. Dovendo gestire nel migliore dei modi trapianti, potature e fissaggio delle piante è bene mettere a punto tutti gli strumenti necessari e, nel caso, comprarne di nuovi più funzionali.

 Attenzione ai marciumi 
 Se i terreni risultano troppo compatti e con un’umidità elevata c’è la possibilità dell’insorgere di marciumi localizzati nel colletto e nelle radici. Questo fenomeno è da attribuirsi ad un fungo che si conserva e successivamente si propaga tramite residui di colture decomposte. Attacca prevalentemente giovani piante e i germogli. Si manifesta formando zone scure alla base dei fusti.

 Potare le rose 
 A breve la pianta si risveglierà. Diventa necessario correggere la forma e indurre lo sviluppo dei nuovi rami prima che questo avvenga. E’ necessario agire sui rami più vecchi, effettuando dei tagli decisi in prossimità dei nodi o delle nuove gemme.E’ opportuno tagliare i rami rivolti verso l’interno e quelli troppo vicini. Si consiglia, in questo caso, di mantenere sempre il ramo più vigoroso. Anche i moncherini di potature precedenti, se forati lungo l’asse centrale, andranno eliminati: potrebbe essere presente una larva che passa l’inverno all’interno della pianta, mangiandone il midollo.

Jim Morrison

James Douglas "Jim" Morrison (Melbourne, 8 dicembre 1943 – Parigi, 3 luglio 1971) è stato un cantante e poeta statunitense.
Leader carismatico e frontman del gruppo rock statunitense The Doors, fu uno dei più importanti esponenti della rivoluzione culturale del '68, nonché uno dei più grandi cantanti rock della storia.
Definito il poeta del sesso e della morte, trasse ispirazione dalle opere dei poeti maledetti ed è ricordato come una delle figure di maggiore potere seduttivo della storia della musica rock.
E' soprannominato "Il Re Lucertola".
Le sue opere e la sua vita sono state oggetto di un'ammirazione quasi religiosa da parte di numerosissimi fan in tutto il mondo.
Jim Morrison nacque a Melbourne in Florida da George Steve Morrison, ammiraglio in servizio presso la Marina degli Stati Uniti, e da Clara Clark. A causa della professione del padre, la famiglia dovette trasferirsi diverse volte e per questo motivo Jim visse i primi anni della sua vita in un clima di solitudine, essendo costretto a cambiare spesso casa, scuola ed amicizie. Trascorse gran parte della sua infanzia a San Diego, California; nel 1958 s'iscrisse alla Alameda High School, per poi diplomarsi alla Washington Middle School di Alexandria, Virginia, nel 1961.
Trasferitosi presso i nonni a Clearwater in Florida (mentre la famiglia si era trasferita a Phoenix), nel 1962 frequentò la Florida State University. Nel gennaio 1964 l'intera famiglia tornò in California, a Los Angeles e, nonostante il padre avesse preferito che il figlio si dedicasse come lui alla carriera militare, Jim intraprese gli studi presso la UCLA per diventare regista, ma, dopo aver ricevuto critiche negative per il suo primo corto realizzato, decise di lasciare l'università.
Secondo Morrison, uno dei più importanti eventi della sua vita avvenne nel 1947 durante un viaggio con la famiglia nel New Mexico.
Egli descriveva così questo fatto: « La prima volta in cui ho scoperto la morte... io, mia madre, mio padre, mia nonna e mio nonno stavamo viaggiando in auto attraverso il deserto all'alba.
Un camion carico di Indiani Navahos aveva sbattuto contro un'altra auto o qualcos'altro: c'erano Indiani insanguinati che stavano morendo sparsi per tutta la strada.
Ero solo un bambino e per questo dovetti restare in macchina mentre mio padre e mio nonno scesero a guardare.Tutto ciò che vidi fu una divertente vernice rossa e della gente distesa attorno, ma sapevo cosa stava succedendo, perché riuscivo a sentire i fremiti delle persone intorno a me, e all'improvviso capii che loro non sapevano più di me cosa stava accadendo. Quella fu la prima volta che ebbi paura... ed ebbi la sensazione, in quel momento, che le anime di quegli Indiani morti - forse una o due di esse - stavano correndomi intorno, ed entravano nella mia anima, e io ero come una spugna, pronto a sedermi là e assorbirle »
Con i Doors Jim Morrison, studente di Cinema alla UCLA di Los Angeles, condusse una vita in stile bohémienne nelle vicinanze di Venice Beach.
Un incontro casuale con il compagno di università Ray Manzarek li portò alla formazione dei Doors, in cui confluirono poi anche il chitarrista Robby Krieger e il batterista John Densmore.
Il nome The Doors (Le Porte) deriva dal verso di una poesia di William Blake. Come diceva lo stesso Morrison: «Ci sono il noto e l'ignoto, e in mezzo ci sono le porte».
Per i Doors, il successo arrivò dopo l'uscita del primo omonimo album; la loro musica era un blues rock psichedelico originale, con le tastiere di Manzarek che davano l'impronta al sound con motivetti vaudeville, boogie woogie e jazz; con la chitarra-flamenco di Krieger (ora gitana, ora hawaiana) che duettava con le tastiere e creava l'atmosfera su cui poteva incedere la voce di Morrison.
Tra i vari soprannomi di Jim Morrison si possono ricordare Mr. Mojo Risin (un anagramma del suo nome), il Re Lucertola (da un verso del suo poema Celebrazione della lucertola "I'm the lizard king,i can do anything", parte del quale appare nell'album del 1968 Waiting for the Sun nella canzone Not to Touch the Earth), e Jimbo.
Nel 1970 Morrison partecipò ad una cerimonia simile ad un matrimonio, celebrata in stile Wicca, per ufficializzare la sua unione con la giornalista/scrittrice Patricia Kennealy; ma Morrison non la considerò molto seriamente, così come racconta in un'intervista nel libro Rock Wives della Kennealy.
La relazione infatti non durò molto.
La relazione più seria e duratura fu quella con Pamela Courson (22 dicembre 1946 - 25 aprile 1974), definita "compagna cosmica" da Jim Morrison, che la incontrò per la prima volta a Los Angeles nel 1965.
Pamela morì per overdose tre anni dopo il compagno.
Negli anni di ascesa al successo dei Doors con l'album omonimo e il singolo di maggior successo Light My Fire, lo stile di vita "sesso, droga e rock and roll" di Jim era sempre più intenso; egli divenne così un accanito alcolista e la band ne risentì.
Nel 1969, sotto l'effetto di stupefacenti, fu accusato di aver mostrato i genitali al pubblico durante un concerto a Miami e di aver simulato una fellatio a Krieger mentre suonava: per questo fu poi processato e condannato.
Le prove addotte sono state oggetto di contestazione, Morrison si è sempre proclamato innocente e non sono state depositate testimonianze da parte dei suoi compagni di band, a pochi metri da lui in quel momento.
Poesia Era attratto dalla cultura beat dei romanzi di Jack Kerouac e delle poesie di Allen Ginsberg, di cui si notano influssi nelle sue liriche, dal teatro greco (Dioniso e da opere come Le Baccanti di Euripide).
Si ritrova comunque nella poetica di Jim Morrison una forte influenza della poesia simbolista francese (Arthur Rimbaud e la sua filosofia sulla sregolatezza dei sensi per scoprire l'ignoto).
Già nei primi anni dell'adolescenza si poteva intravedere nella personalità di Jim Morrison la sua vocazione di poeta-ribelle.
Incominciò proprio in questi anni a tenere un diario dove scriveva le sue prime poesie che sarebbero comparse in futuro nelle sue canzoni.
Circondato da un'aura che lo ha spesso fatto accostare ai poeti maledetti e a quelli della beat generation, Morrison è stato comunque uno dei maggiori ispiratori della (sotto)cultura - almeno a parere di molti - legata all'uso di sostanze stupefacenti, di cui fu accusato di teorizzare il consumo, confortato dal pensiero di Nietzsche, Rimbaud, Blake, Baudelaire, etc.
Scrisse e pubblicò varie raccolte di poesie, tra cui una pubblicata postuma Tempesta Elettrica, da molti considerata l'apice della sua poetica.
Tracce della sua poesia possono essere rintracciate nei primi album della band, considerando che era abitudine musicare le poesie che Jim aveva composto sin dall'adolescenza.
Morte « Voglio sentire il sapore, voglio ascoltarla, voglio annusarla.
La morte viene una volta sola, giusto? Non voglio mancare all'appuntamento. Amico non lo so. Potrebbe essere l'esperienza che ti fornisce il pezzo mancante del mosaico… » (Jim Morrison) Morrison si trasferì con Pamela a Parigi nel marzo 1971 con l'intenzione di dedicarsi solo alla poesia e di smettere di bere.
Morì nella sua casa parigina il 3 luglio 1971, nella vasca da bagno.
A ventisette anni Jim trova così la tanto decantata fine ("... The End... my only friend, The End... ").
Lasciò tutto ciò che aveva alla sua amata Pam che morì nella stessa maniera tre anni dopo, il 25 aprile 1974.
Dopo la morte di Morrison, i giornalisti pubblicarono articoli nei quali si parlava della "Maledizione della J". Dopo la morte di Robert Johnson, Janis Joplin, Brian Jones, Jimi Hendrix e ora anche Jim Morrison (tutti a 27 anni), si ipotizzò avessero i giorni contati anche John Lennon e Mick Jagger ("And we laught, like tender children, not satisfied in our souls full for madness" / "E ridiamo come teneri bambini insoddisfatti nei nostri animi colmi di follia" ebbe a scrivere per l'occasione).

FONTE http://it.wikipedia.org/

Chi erano e da dove venivano??

Proprio tutte coincidenze??
un po strano però che popoli così distanti tra loro nel tempo e in continenti diversi abbiano visto in cielo mezzi volanti e raffigurato esseri strani e che nei loro scritti facciano menzione di dei venuti dalle stelle 


L'astronave di Ezechiele


Un classico del mondo della Paleoastronautica, l’ossessione di Erik von Daniken, il ponte di lancio per i misteri biblici in chiave Ufologica. Secondo certi scritti apocrifi (parola di derivazione greca che significa nascosti), non compresi a causa del loro contenuto nell’Antico Testamento, nel 592 A .C. il profeta Ezechiele osservò un’astronave che giungeva sulla Terra, pilotata da misteriosi esseri. Naturalmente, a quel tempo non esistevano termini adatti a descrivere un simile evento, ma possiamo ugualmente interpretarlo, leggendo tra le righe. Così scrive il profeta:

"Accadde il quinto giorno del quarto mese dell’anno trenta, quando io mi trovavo sulle rive del fiume Chebar tra gli esiliati , improvvisamente il cielo si aprì… Vidi un vento tempestoso giungere da settentrione, e in mezzo alla tempesta lampeggiava come metallo lucente una grande nube avvolta da una luce abbagliante e da una fiamma ininterrotta. E frammezzo apparvero quattro figure come fossero quattro esseri viventi; all’apparenza figure umane. E ognuna aveva quattro visi e ognuna aveva quattro ali. Le gambe erano dritte, e le piante del piede come le piante del piede di un vitello e scintillavano come metallo splendente…E tra gli esseri viventi era come se fiammeggiassero carboni ardenti; era come se torce viaggiassero qua e là tra gli esseri viventi, e il fuoco aveva una luce brillante e dal fuoco partivano lampi… In seguito vidi accanto a ognuno dei quattro esseri viventi una ruota al suolo. Le ruote avevano lo splendore del crisolito, tutte e quattro avevano la stessa conformazione e ed erano congegnate come se in ogni ruota ne fosse contenuta un’altra. Esse potevano muoversi nelle quattro direzioni senza girare durante il movimento. E vidi che erano cerchiate e i cerchioni erano pieni di occhi su tutta la circonferenza delle quattro ruote. Se gli esseri viventi si muovevano, si muovevano accanto a loro anche le quattro ruote, e se gli esseri viventi si sollevavano dal suolo anche le ruote si sollevavano… E mentre essi si muovevano udivo le loro ali rumoreggiare allo stesso modo del mare, come fosse la voce dell’Onnipotente e un fracasso simile a quello prodotto da un'accampamento militare. Ed ecco, sopra il solido piatto che stava sopra le loro teste ecco apparire una sorta di zaffiro che reggeva una specie di trono; e sopra quello che appariva un trono apparve una figura d’uomo…"


Benché il testo sia molto chiaro tentiamo di trovare una chiave d’interpretazione. Ezechiele vide e descrisse un’astronave con quattro esseri a bordo? Fu un vero sbarco, oppure il profeta si trovò a fantasticare, nel chiuso della sua casa, su questo avvenimento? In questo caso il profeta può aver descritto in modo bizzarro come doveva essere la figura di Dio. Forse potrebbe essere errato pensare a una semplice allegoria, come il camuffamento di una realtà alternativa, popolata da genti di altri mondi. Potrebbe anche aver descritto allegoricamente un temporale, ma anche la manifestazione degli angeli (che stando ai passi biblici erano molto frequenti) o di Dio.

Tuttavia, il sospetto che abbia descritto qualcosa di reale sussiste. Erik von Daniken, infatti, basandosi sui concetti quali fuoco , ruote, lampi, luci e metallo, arrivò a dire che si trattava di sicuro di un’astronave di altri mondi; egli utilizzò anche ricerche effettuate da parte di militari della NASA, che appunto videro la descrizione paleolitica di un oggetto aerodinamico. Volendo esseri sinceri questi elementi ce lo lasciano credere facilmente, anche perché nel regno di Giuda, composto per lo più di falegnami e agricoltori, la lavorazione di metalli che potessero volare e sprigionare lampi non era sicuramente, almeno stando alle fonti storiche, cosa fattibile. Tuttavia, l'episodio biblico acquisterebbe un nuovo significato se associassimo alla figura di Dio quello dell'essere superiore disceso sulla Terra da altri mondi. L’uomo apparso sul trono potrebbe esser benissimo Dio e i quattro angeli altrettanti astronauti, suoi collaboratori. Se affermassimo ciò vorrebbe dire che il dio biblico era un extraterrestre? Era un essere di un altro mondo che si muoveva a bordo di navette spaziali? Magari era un essere tale e quale a noi, ma di grande potere, che giunse da qualche pianeta lontano sulla Terra per creare la vita. Il suo grande potere fu visto dagli uomini come divino, quindi, da essere extraterrestre diventò un Dio. 
Operò sempre in favore dell’umanità, grazie all’uso di tecniche e tecnologie estranee forse per l’uomo dell’epoca, ma non più all’uomo di oggi. Dire che Dio fosse un extraterrestre proveniente da un altro mondo, con tanto di casco e tuta spaziale, venuto sulla Terra a creare la vita con operazioni di bioingegneria potrebbe risultare poco etico per i Cristiani, ma possibile. Ogni dato in nostro possesso ci porterebbe a optare per questa teoria. La verità è che non sapremo mai cosa vide Ezechiele.
 Se vide o non vide un’astronave con altri esseri e chi fossero questi. Dio e le sue schiere di angeli, esseri di altri mondi o meno. Il problema è dobbiamo fare i conti con un passato lontano, ignoto e misterioso, i cui eventi difficilmente si potrebbero ripetere in tal modo da confermare o abolire le nostre pseudo-teorie.

Pasquale Arciuolo

L'aurora polare



L'aurora polare, spesso denominata aurora boreale o australe a seconda dell'emisfero in cui si verifica, è un fenomeno ottico dell'atmosfera terrestre caratterizzato principalmente da bande luminose di colore rosso-verde-azzurro, detti archi aurorali.
Le aurore possono comunque manifestarsi con un'ampia gamma di forme e colori, rapidamente mutevoli nel tempo e nello spazio.

Il fenomeno è causato dall'interazione di particelle cariche (protoni ed elettroni) di origine solare (vento solare) con la ionosfera terrestre (atmosfera tra i 100 – 500 km).
Tali particelle eccitano gli atomi dell'atmosfera che diseccitandosi in seguito emettono luce di varie lunghezze d'onda.
A causa della geometria del campo magnetico terrestre, le aurore sono visibili in due ristrette fasce attorno ai poli magnetici della Terra, dette ovali aurorali. Le aurore visibili ad occhio nudo sono prodotte dagli elettroni, mentre quelle di protoni possono essere osservate solo con l'ausilio di particolari strumenti, sia da terra sia dallo spazio.

L'aurora polare è visibile, spesso, anche in zone meno vicine ai poli, come la Scozia, o molte zone della penisola scandinava.
Le aurore sono più intense e frequenti durante periodi di intensa attività solare, periodi in cui il campo magnetico interplanetario può presentare notevoli variazioni in intensità e direzione, aumentando la possibilità di un accoppiamento (riconnessione magnetica) con il campo magnetico terrestre.

L'origine dell'aurora si trova a 149 milioni di km dalla Terra, cioè sul Sole.
La comparsa di un grande gruppo di macchie solari è la prima avvisaglia di una attività espulsiva di massa coronale intensa.
Le particelle energetiche emesse dal Sole viaggiano nello spazio formando il vento solare.
Questo si muove attraverso lo spazio interplanetario (e quindi verso la Terra, che può raggiungere in 50 ore) con delle velocità tipicamente comprese tra i 400 e gli 800 km/s, trascinando con sé parte del campo magnetico solare (campo magnetico interplanetario).
Il vento solare, interagendo con il campo magnetico terrestre detto anche magnetosfera, lo distorce creando una sorta di "bolla" magnetica, di forma simile ad una cometa.

La magnetosfera terrestre funziona come uno scudo, schermando la Terra dall'impatto diretto delle particelle cariche (plasma) che compongono il vento solare.
In prima approssimazione queste particelle "scivolano" lungo il bordo esterno della magnetosfera (magnetopausa) e passano oltre la Terra.
In realtà, a causa di un processo noto come riconnessione magnetica (il campo magnetico interplanetario punta in direzione opposta a quello terrestre), il plasma del vento solare può penetrare dentro la magnetosfera e, dopo complessi processi di accelerazione, interagire con la ionosfera terrestre, depositando immense quantità di protoni ed elettroni nell'alta atmosfera, e dando luogo, in tal modo, al fenomeno delle aurore.
È da notare che le zone artiche, possedendo una protezione magnetica minore, risultano le più esposte a questo fenomeno e spesso, per qualche giorno dopo l'evento, l'ozono si riduce circa di un cinque per cento.

Le aurore sono più intense quando sono in corso tempeste magnetiche causate da una forte attività delle macchie solari.
La distribuzione dell'intensità delle aurore in altitudine mostra che si formano prevalentemente ad un'altitudine di 100 km sopra la superficie terrestre. Sono in genere visibili nelle regioni vicine ai poli, ma possono occasionalmente essere viste molto più a sud, fino a 40º di latitudine.

Le particelle che si muovono verso la Terra colpiscono l'atmosfera attorno ai poli formando una specie di anello, chiamato l'ovale aurorale.
Questo anello è centrato sul polo magnetico (spostato di circa 11º rispetto dal polo geografico) ed ha un diametro di 3000 km nei periodi di quiete, per poi crescere quando la magnetosfera è disturbata.
Gli ovali aurorali si trovano generalmente tra 60° e 70° di latitudine nord e sud.

La fisica dell'aurora L'aurora è formata dall'interazione di particelle ad alta energia (in genere elettroni) con gli atomi neutri dell'alta atmosfera terrestre. Queste particelle possono eccitare (tramite collisioni) gli elettroni di valenza dell'atomo neutro.
Dopo un intervallo di tempo caratteristico, tali elettroni ritornano al loro stato iniziale, emettendo fotoni (particelle di luce).
Questo processo è simile alla scarica al plasma di una lampada al neon.

I particolari colori di un'aurora dipendono da quali gas sono presenti nell'atmosfera, dal loro stato elettrico e dall'energia delle particelle che li colpiscono.
L'ossigeno atomico è responsabile del colore verde (lunghezza d'onda 557,7 nm) e l'ossigeno molecolare per il rosso (630 nm). L'azoto causa il colore blu.


A volte, durante l'apparizione di un'aurora, si possono udire suoni che somigliano a sibili.
Si tratta di suoni elettro fonici, un fenomeno che si può manifestare, sebbene molto più raramente, anche durante l'apparizione di bolidi.
L'origine di questi suoni è ancora non chiara, si ritiene che sia dovuta a perturbazioni del campo magnetico terrestre locale causate da un'aumentata ionizzazione dell'atmosfera sovrastante.
Il team, proveniente dalla Aalto University, ha scoperto che i suoni prodotti dalle aurore sono udibili per l'uomo e sono prodotti ad una altezza di circa 70 metri dal suolo.

Temporali supercelle

I temporali super-cella sono caratterizzati dalla presenza di un mesociclone a persistentemente rotazione.
Sono i più temuti: formati da un unico, gigantesco cumulo-nembo, la cui sommità può arrivare a 13.000 metri di quota: sono di solito associati a forti correnti orizzontali ad altissima quota, formati da aria secca.
Danno origine a violenti nubifragi e a cadute di grandine, spesso con chicchi piuttosto grossi.
La velocità della corrente ascendente può arrivare a 100 metri al secondo (360 Km/h). Delle quattro classi di temporali (supercella, linea squall, multi-cellulare, e singole cellule),i supercelle sono in generale i meno comuni ma hanno il potenziale per essere i più gravi.
Supercelle sono spesso isolati da altri temporali, e possono dominare il clima locale fino a 32 chilometri (20 miglia) di distanza.