sabato 9 febbraio 2013

La scoperta dei raggi x

Conosciuti principalmente per il loro utilizzo in campo medico come metodo di indagine, i raggi X, attraverso le radiografie, hanno permesso alla scienza di vedere letteralmente attraverso il corpo umano. Prima della loro scoperta, fratture e lesioni interne erano diagnosticate ed esaminate soltanto con l’intervento del bisturi. I raggi X vengono scoperti in circostanze particolari e grazie alla casualità, a cui concorre anche il daltonismo dello scopritore: Wilhelm Conrad Röntgen, fisico tedesco.


Röntgen, durante gli esperimenti tenuti nel suo laboratorio, decide di verificare le teorie dei fisici tedeschi Heinrich Hertz e Philipp Lenard riguardo i raggi catodici, cioè fasci di elettroni prodotti all’interno di un tubo catodico. Durante i suoi esperimenti, è solito, a causa del suo daltonismo, togliere le fonti di luce ed oscurare completamente la stanza. Dopo aver avvolto il tubo con un foglio di carta nero, all’improvviso si accorge che un altro foglio di carta sul tavolo, ricoperto di sale di platino e bario, è diventato luminoso.
Il fisico deduce che la fluorescenza è causata dall’emissione dei raggi invisibili che fuoriescono dal tubo. Dopo aver preso altri oggetti ed averli posti tra la traiettoria dei raggi emessi ed una lastra fotografica, nota che un’immagine di essi resta impressa sulla lastra: l’immagine del contenuto degli oggetti e della loro struttura interna.
Chiamata la moglie, Anna Bertha Ludwig, le pone la mano tra il tubo e la lastra. Quello che li fa rimanere a bocca aperta è la vista dello scheletro della mano, con tanto di anello al dito: si può considerare la prima radiografia della storia. E’ l’8 novembre 1895, quando Röntgen scopre i raggi X. Li chiama in questo modo per indicare appunto che i raggi sono “sconosciuti”.

l'Elogio della Follia di Erasmo da Rotterdam

Erasmo da Rotterdam (Rotterdam, 1466/1469 – Basilea, 12 luglio 1536) è stato un teologo, umanista e filosofo olandese.
Firmò i suoi scritti con lo pseudonimo di Desiderius Erasmus.
La sua opera più conosciuta è l'Elogio della follia, ed è considerato il maggiore esponente del movimento dell'Umanesimo cristiano.
Alcuni passi di questo trattato "l'Elogio della Follia"
Sono molto aderenti ai giorni nostri.
La follia produce le guerre, che sono «origine e campo delle imprese più lodate», affidate non a caso a «parassiti, ruffiani, briganti, sicari, contadini, imbecilli, indebitati e simile feccia umana», certamente non ai filosofi e ai cosiddetti sapienti, che se mettono mano agli affari di Stato combinano solo danni, e sono inabili anche alle più modeste funzioni della vita quotidiana.
Per governare occorre invece ingannare il popolo,lusingarlo per acquisirne il favore,essere spinto da quella follia che è l'amore di sé, della fama e della gloria che ci fa abbandonare ogni timidezza e ci induce all'azione.
A guardar bene, la vita è una commedia dove ciascuno recita una sua parte, e non è bene strappare la maschera agli attori che stanno recitando: «tutta la vita non ha alcuna consistenza ma, tant'è, questa commedia non può essere rappresentata altrimenti», e il saggio che volesse mostrare l'autentica realtà delle cose farebbe la figura dell'insensato.
L'uomo veramente prudente non deve «aspirare a una saggezza superiore alla propria sorte, ma fare buon viso all'andazzo generale e partecipare alle debolezze umane.
Si dirà che questa è follia.
Non lo negherò, purché si conceda che tale è la vita, la commedia della vita che stiamo recitando».
Erasmo accenna poi alle follie di diverse categorie di persone: i cacciatori, gli alchimisti, che sprecano tempo e denaro, e come loro i giocatori d'azzardo,mentre al contrario, coloro che propalano «miracoli e favolette di prodigi» hanno per scopo di «cavar quattrini, come usano principalmente preti e predicatori popolari».
Ci sono poi i superstiziosi, quelli che recitano ogni giorno i salmi penitenziali, e quelli che attribuiscono a ciascun santo una particolare virtù protettrice.
Del resto, questi vaneggiamenti sono autorizzati e alimentati dai sacerdoti, i quali «sanno che questa è una piccola fonte di guadagno che non finisce mai». C'è poi la follia dei nobili, che si vantano dei loro antenati ma che non differiscono «dall'ultimo mozzo di stalla».
Ci sono poi gli scrittori, i più seri dei quali, mai soddisfatti dell'opera loro, perdono la salute e la vista senza compenso, mentre gli altri sanno che più scriveranno sciocchezze maggior successo avranno, come i plagiari, che si gloriano di una fama usurpata.
Facendo la satira degli studiosi e degli scrittori, Erasmo giunge di fatto a burlarsi di se stesso, rivelando però in tal modo come sia difficile prendere completamente sul serio la sua Follia.
Tra gli eruditi, i giuristi formano migliaia di leggi «poco importa se a proposito o a sproposito» e poi ammucchiano chiose su chiose per rendere più difficili gli studi legali.
I retori e i sofisti battagliano su «questioni di lana caprina» e si azzuffano su qualsiasi argomento «armati di tre sillogismi».
I filosofi poi, benché non sappiano nulla, fanno professione di sapere tutto e «van gridando dovunque che essi vedono le idee, gli universali, le forme separate, la materia prima, le quiddità e le ecceità».
Largo spazio viene dedicato da Erasmo anche alla follia di teologi ed ecclesiastici.
Oggetto della sua satira non sono ovviamente i teologi in quanto tali, ai quali lui stesso si onorava di appartenere, bensì i theologiae histriones («istrioni della teologia») come li definisce nella lettera apologetica a Martin Dorp del maggio 1515.
Costoro, «razza straordinariamente boriosa e irritabile», si occupano delle questioni più assurde, quali «Iddio Padre odia il Figlio?
Avrebbe potuto Dio prender forma di donna, o del diavolo, d'un asino, d'una zucca, d'una pietra?
E in tal caso, come avrebbe una zucca parlato al popolo e fatto miracoli?», e formulano sentenze morali paradossali.
Questi teologi della scolastica decadente - di indirizzo realista, nominalista, tomista, albertista, occamista, o scotista - metterebbero in difficoltà san Paolo e tutti gli apostoli, se disputassero con loro.
E guai a non essere d'accordo con loro.
Ne verrebbe subito la sentenza: «questa proposizione è scandalosa, quest'altra poco reverente, questa puzza d'eresia, quest'altra suona male». Buffo poi è il fatto che essi credono di esser grandi teologi, quanto più barbaramente parlano: «sostengono infatti che non è conforme alla maestà delle sacre lettere esser costretti a ubbidire alle leggi dei grammatici».
A costoro Erasmo contrappone i teologi che ritiene autenticamente autorevoli: «Tanta è la sottigliezza del loro giudizio che, senza il voto di questi baccellieri, a formare un vero cristiano non basterebbero il battesimo, né il Vangelo, né San Paolo o San Pietro, né San Gerolamo o Sant'Agostino, né lo stesso San Tommaso, il più aristotelico di tutti i teologi».
Quanto a quei religiosi che sono detti monaci - parola che significa letteralmente solitari - c'è da dire che buona parte di essi non hanno niente a che fare con la religione e non sono solitari, visto che «non c'è luogo dove non te li trovi tra i piedi».
Quando in chiesa non «ragliano, da asini che sono, i loro salmi», disturbano per le strade, elemosinando con grande fracasso, e credono di guadagnarsi la vita eterna osservando certe «cerimonie e tradizioncelle umane», senza sapere che Cristo chiederà conto dell'osservanza del comandamento della carità.
Da come predicano, poi, «c'è da giurare che siano stati a scuola da ciarlatani di piazza, senza per altro riuscire a raggiungerli».
Vescovi e cardinali, gli eredi degli apostoli, si danno alla bella vita, e i papi, i vicari di Cristo, vivono «mollemente e senza pensieri».
Mentre i primi cristiani abbandonavano tutti i loro beni per seguire Gesù, per il cosiddetto patrimonio di san Pietro, cioè «borgate, tributi, dazi, signorie», i papi «si battono con il ferro e il fuoco, non senza effusione di molto sangue cristiano», e sono essi «a lasciare sparire nel silenzio Cristo, a incatenarlo trafficando con le loro leggi, a corromperlo con interpretazioni sforzate, a sgozzarlo con la loro vita pestifera».

Nelle vicinanze di Tucson, in Arizona, sono comparse migliaia di palline color fucsia


In una normale domenica di gennaio, Geraldine Vargas e il marito non si aspettavano certo di imbattersi in qualcosa di tanto fuori dell'ordinario. "Stavamo facendo delle foto al panorama quando abbiamo visto quella roba. Insomma, come avremmo potuto non notarla? Luccicava al sole...", ha detto la donna sorridendo ai microfoni dell'emittente KGUN9. 

Lì, distese tra la sabbia e i cactus, in quello scenario da film del Far West, c'erano migliaia di palline fucsia arrivate da chissà dove. "È quel genere di cose mai viste prima", ha dichiarato la testimone. Le sferette sembravano rigonfie d'acqua, quasi gelatinose e alcune apparivano translucide. Il mucchietto era isolato, tutto concentrato in un punto ben definito. La signora, incredula, ha iniziato a mandare e mail a tutti i conoscenti nella speranza di avere qualche risposta. "Abbiamo scritto ad un'amica zoologa, ma non ne sapeva niente: non riusciva a riconoscere in quelle sfere nulla di noto." Ecco perché ha deciso di spedire qualche foto anche alla tv, per rendere pubblico il mistero nel quale si era imbattuta. E in effetti, la troupe televisiva è arrivata in tempo per riprendere - e confermare- lo strano fenomeno. Le piccole biglie mollicce erano ancora là, nonostante il sole, anche se stavano iniziando a perdere acqua. Ma erano ancora perfettamente tonde, brillanti ed assolutamente assurde. Fuori dal mondo. Per soddisfare la curiosità della testimone, la redazione si è messa in moto. Con scarsi risultati, a dire il vero. I giornalisti hanno interpellato Darlene Buhrow, direttrice del marketing presso il Giardino Botanico di Tucson, e suo marito: i due esperti hanno solo potuto ipotizzare che se si fosse trattato di un elemento naturale doveva essere una sorta di muffa gelatinosa. Di che origine? Non si sa.

Dopo la messa in onda del servizio, l'emittente ha ricevuto dozzine di telefonate. Molti hanno notato una somiglianza con le sferette intrise d'acqua, prodotte dalla ditta Deco Beads, e usate per mantenere le piante idratate. Ma cosa ci facevano in mezzo al deserto? Chi le avrebbe dovute gettare lì a migliaia e perché? Per ora, il mistero delle biglie rosa resiste, in attesa di spiegazioni più convincenti. Nella speranza, soprattutto, che qualcuno abbia avuto la brillante idea di prelevare qualche campione dal mucchietto per portarlo in laboratorio. Solo così, forse, si potrà chiarire quanto meno la provenienza di quell' anomalo materiale. 

Anomalo, ma con un precedente. Un anno fa, a fare scalpore furono infatti delle sfere blu, altrettanto gelatinose e mollicce, precipitate nel giardino di un signore inglese, nel Dorset, dopo un temporale. Guscio spesso, interno appiccicoso, diametro di 3 centimetri, inodori e di natura sconosciuta: questo l'identikit diramato sul web. Gli esperti meteo hanno escluso che quei chicchi potessero essere prodotti da una sostanza normalmente presente negli strati atmosferici. Una zoologa ha supposto che potessero trattarsi di non ben identificate uova di pesce finite tra le zampe di uno stormo di gabbiani... Insomma, finora non si è scoperto un gran che su queste palline bluastre.
 Magari con quelle rosa saremo più fortunati.
 www.extremamente.it

STRISCIA DI BUCHI, VALLE PISCO, PERÙ

Migliaia di buche delle dimensioni di un uomo sono state scavate nella nuda roccia vicino a Valle Pisco, Perù, su una pianura chiamata Cajamarquilla. Questi strani buchi (pare 6900), si estendono per circa 1450 mt in una banda larga approssimativamente 20 mt di terreno montuoso e irregolare e sono stati qui da così tanto tempo che le persone non hanno idea di chi li ha fatti e perché. Strano e divertente e il fatto che nessuno ha visto l’ immagine nella sua interezza, finché la superficie forata non è stata vista dal cielo.
Gli archeologi hanno immaginato che siano stati scavati per immagazzinare il grano ,ma una obiezione si presenta a questa ipotesi: i costruttori avrebbero sprecato anni di duro lavoro per fare depositi così piccoli ,non potevano costruire meno camere e più grandi? Ok, hanno detto gli archeologi; forse sono stati utilizzati come tombe per una sola persona a sviluppo verticale? Ma non ci sono ossa, artefatti, , iscrizioni, gioielli … nemmeno un dente o una frazione di capello è stato trovato nei buchi. Inoltre non hanno coperchi per sigillare come dovrebbe avere una tomba e non c’è storia sacra o anche mito che sono stati tramandati fino ad oggi per etichettarli come tali.
In alcune sezioni ci sono buchi fatti con perfetta precisione, alcuni allineamenti funzionano in curva ad arco, in alcune linee sono senza ordine alcuno.Variano nella profondità, da circa 6-7 metri a quelli che sembrano solo accennati.A tutt’oggi, nessuno ha idea del perché sono qui, chi li fece e che cosa avessero significato.Erich von Däniken(il noto scrittore svizzero fautore della teoria del paleocontatto)studiò i fori,trovando conferme sulla loro esistenza,prima di visitarli di persona,su di un vecchio National Geographic del 1933.Naturalmente ipotizzò tracce di raggi laser,prove di perforazione per la ricerca di metalli misteriosi ed interventi extraterrestri nelle realizzazione di questa striscia di fori che avanza per centinaia di metri per poi scomparire nel nebbioso Perù andino.

Ufo nel passato

Già nel passato pittori giapponesi,cinesi, hanno rappresentato oggetti volanti non identificati nelle loro opere,talvolta scrittori riportano testimonianze di avvenimenti portentosi con centinaia di spettatori,
Una vecchia illustrazione cinese evidenzia un’antica conoscenza della macchine volanti. Il testo Mandarino si può tradurre in ” Queste due persone vogliono fare un viaggio, con un carro verso verso il “vento dell’ovest”. Dopo 1000 miglia incontrano il “vento dell’est” e poi decidono di ritornare.
L’illustrazione è un avvistamento di una“palla di fuoco” vicino a Nankino in China il 28 settembre 1890.
Fu disegnato da Wu You-run, un pittore anche lui testimone di questo avvistamento. C’erano più di cento testimoni.
Era descritto come somigliante ad un uovo ma non brillante.
Si muoveva lentamente da est.
L’immagine descrive i testimoni che osservano l’oggetto sul ponte di Shu Que.
Ed un vecchio disse “ quando la palla apparve io udii un suono molto basso come un uomo che correva” .
Questa è un’illustrazione che rappresenta l’avvistamento di una “ruota di fuoco” nell’anno 900 sul Giappone

Ed è subito arte

Gocce di inchiostro colorato cadono in acqua e si stemperano, danzano, si mescolano e cambiano forma in modo ipnotico. Il regista e film-maker americano Jacob Schwarz ha registrato l'inusuale filmato a una risoluzione di 4K [4096x2304], 4 volte più definita del comune standard video 1080p. Lasciatevi stregare da questa sinfonia di colori.

Aforismi


   Cultura è ciò che resta quando si è dimenticato tutto 

Eugène Delacroix pittore francese

Ferdinand Victor Eugène Delacroix, più semplicemente noto come Eugène Delacroix (Saint-Maurice, 26 aprile 1798 – Parigi, 13 agosto 1863), fu un artista e pittore francese, considerato fin dall'inizio della sua carriera il principale esponente del movimento romantico del suo paese.
La suggestiva pennellata tipica di Delacroix e il suo studio sugli effetti ottici ottenibili per mezzo del colore influenzarono profondamente l'opera degli impressionisti, mentre la sua passione per i temi esotici fu fonte di ispirazione per gli artisti del movimento simbolista.
Abile litografo, Delacroix realizzò illustrazioni per diverse opere di Shakespeare, Sir Walter Scott e Goethe.
Ci sono motivi per credere che suo padre, Charles Delacroix, all'epoca del concepimento di Eugène fosse sterile, e che il suo vero padre sia in realtà Talleyrand, che frequenta la famiglia, che sarà il successore di C. Delacroix come ministro degli esteri e a cui in età adulta Eugène assomiglierà sia nell'aspetto che nel carattere.
Nel corso della sua carriera di pittore rimarrà sotto la protezione prima dello stesso Talleyrand, ed in seguito di suo nipote, Charles Auguste Louis Joseph Demorny, duca de Morny, fratellastro di Napoleone III e presidente della camera dei deputati francese.
Opere:“
La Libertà che guida il popolo” 
Delacroix realizza la sua opera più importante nel 1830, con La Libertà che guida il popolo che, sia per la scelta del soggetto che per la tecnica esibita, mette in evidenza le differenze tra l'approccio all'arte romantico e lo stile neoclassico.
Si tratta probabilmente del suo dipinto più famoso e rappresenta un'indimenticabile immagine dei parigini che si sono sollevati in armi e marciano insieme sotto la bandiera tricolore. La donna rappresenta la libertà e l'indipendenza;
La leggenda vuole che il ragazzo che stringe in mano le pistole sulla destra abbia ispirato a Victor Hugo il personaggio di Gavroche per il romanzo I miserabili del 1862.
Il massacro di Scio (in francese Scènes des massacres de Scio), mostra alcuni civili greci feriti e in punto di morte che stanno per essere massacrati dai turchi.
La morte di Sardanapalo (1827-28). La raffigurazione della morte del re assiro Sardanapalo mostra una scena avvincente sul piano emotivo, con colori vivaci, costumi esotici e tragiche scene.

La vivisezione .....ottima cosa per il Signor bersani

Signor bersani tra le molte cose che ignora c'è anche quello, che sono stati trovati metodi di gran lunga più efficienti e sicuri per la sperimentazione.
Quasi il 94% dei prodotti devono poi essere sperimentati sull'uomo per decretarne la sicurezza, moltissimi prodotti sperimentati sugli animali sono nocivi all'uomo ci sono in atto processi alle multinazionali per questo motivo
ricercatori non perderebbero il posto perchè non possono sperimentare sugli animali.
Essi vanno all'estero perchè il campo della ricerca non è sovvenzionato dallo stato (come avviene negli altri paesi)ma dalle multinazionali che trovano che questa orribile pratica sia più a buon mercato. 
Belle le foto che si fa scattare con questo cagnolino (insieme ad altri politici)guarda caso in tempi MOLTO SOSPETTI 
Vuole  i voti degli animalisti????
VIVISEZIONE, BERSANI A "LE SCIENZE": INDISPENSABILI I TEST SUGLI ANIMALI LA RISPOSTA DEL LEADER PD PUBBLICATA SULLA RIVISTA"
Chi è contrario all'uso degli animali in laboratorio va rispettato, ma, al contempo, credo che i test sugli animali siano indispensabili.
Almeno fino a che non saranno individuati metodi alternativi scientificamente accettabili.
Nel 2010, l'Unione Europea ha approvato una direttiva sulla protezione degli animali utilizzati per studi scientifici.
Una legge contestata e rigettata da chi vorrebbe addirittura vietare nel nostro Paese l'allevamento di animali destinati alle sperimentazioni". 
Così il segretario del Pd Pierluigi Bersani – su "Le Scienze", edizione italiana di "Scientific american" – risponde al quesito posto dal gruppo " Dibattito Scienza" ai leader delle principali forze politiche candidate al governo del paese dopo le prossime elezioni."
A mio parere – prosegue Bersani - chi vuole vietare la sperimentazione nel nostro Paese non tiene conto di un elemento essenziale.
Nessun organismo internazionale autorizzerebbe mai l'uso clinico, sull'uomo, di un farmaco che non sia stato precedentemente sperimentato su due specie animali. In secondo luogo, il periodo difficilissimo che stiamo vivendo dal punto di vista economico non può essere affrontato dando una chance in più alle imprese farmaceutiche per delocalizzare: si calcola che, se gli allevamenti e i centri di ricerca chiuderanno, oltre 10mila ricercatori perderanno il posto e probabilmente saranno costretti ad andare all'estero".
La risposta del leader Pd è la più netta a favore della sperimentazione in vivo fra le tre finora pubblicate.
A favore della sperimentazione animale è anche Oscar Giannino, che però articola di più l'argomentazione: "Crediamo che una buona regolamentazione e lo studio di nuovi strumenti biomedici sia il miglior modo per sostenere la ricerca medico-scientifica e, al tempo stesso, di porsi come obiettivo la riduzione del numero di animali utilizzati in tali pratiche: obiettivi per i quali il semplice bando non può avere alcuna utilità".
Piuttosto vago Antonio Ingroia. "Credo sia eticamente giusto, e anche utile, limitare l'uso degli animali in sede di ricerca biomedica.
Dovrebbe essere la comunità scientifica, consultando le associazioni di settore, a individuare i migliori criteri per ricerche e sperimentazioni.
Ogni essere vivente merita rispetto e considerazione".

1939 : nasce Batman


Batman il famosissimo eroe dei fumetti, fu ideato nel 1939 dallo sceneggiatore Bill Finger e dal disegnatore Bob Kane. Apparve per la prima volta negli albi della Detective Comics con l'ambizione di ripetere l'enorme successo di Superman, anche se contrariamente a quest'ultimo, Batman non possiede dei superpoteri, ma soltanto delle straordinarie capacità fisiche umane. Batman è la storia di Bruce Wayne, figlio del ricchissimo Thomas Wayne.
 Dopo avere assistito, ancora bambino, all'omicidio dei suoi genitori ad opera di un ladro, il piccolo Bruce (Batman) decise di vendicali. Giurò solennemente che avrebbe speso il resto della sua vita a combattere tutti i criminali. Per quasi vent'anni, il giovane Bruce (Batman) si dedicò unicamente a intensi allenamenti, tali per cui il suo corpo divenne capace di incredibili imprese atletiche, inoltre divenne un grande scienziato. Intorno ai trent'anni, Bruce Wayne (Batman) decise che era giunto il momento di passare alla via dei fatti. Mentre pensava: "I criminali sono gente paurosa e superstiziosa, mi occorre un travestimento che li terrorizzi. Devo essere una creatura della notte, nera, terribile un...un..." In quel momento comparve alla finestra un pipistrello. "Un pipistrello! - esclamò Bruce - Ecco! è come un presagio...sarò un pipistrello!".

Scelse il nome di Batman (Batman significa infatti in inglese uomo pipistrello) e si costruì un costume da pipistrello.
 Grazie alle sue qualità di scienziato, si è costruito tutta una serie di attrezzature e macchinari sofisticatissimi, che gli permettono di far fronte a tutti i pericolosissimi supercriminali che di volta in volta compaiono nelle sue storie. 
L'alter ego di Batman, il ricchissimo Bruce Wayne ha trasformato i sotterranei della sua sontuosa villa di campagna, in un laboratorio scientifico dotato delle più moderne apparecchiature tecnologiche. Qui troviamo, all'interno di un vasto hangar-garagen ricavato sulla roccia, la sua bellissima e attrezzatissima automobile (la bat-mobile), il suo aeroplano (bat-plano) e un'infinità di armi che costruirà anche di volta in volta sulla base della pericolosità del suo nemico: la bat-fune (una fune con dei ganci all'estremità che gli permette di arrampicarsi e saltare da un palazzo all'altro), il bat-rang (una specie di boomerang a forma di pipistrello) e la bat-pistola tutti attrezzi che Batman adopererà nel corso delle sue avventure. 
Sin dai suoi esordi (e da allora non è cambiato molto) il costume di Batman è composto da una calzamaglia di colore grigio con pantaloncini neri (dai riflessi blu), stivaletti e lunghi guanti di colore blu notte, come copricapo usa una maschera che gli lascia scoperta solo la bocca e il mento, mentre ai lati è dotato di un paio di orecchie a punta e indossa un mantello nero che si piega come le ali di un pipistrello ed è molto utile come paracadute, quando Batman deve planare dopo aver compiuto qualche prodigioso balzo. 
Batman collabora con il capo della polizia di Gotham City (la sua città), il commissario Gordon, che spesso lo chiama attraverso un bat-segnale (un faro luminoso con l'effigie di un pipistrello) quando deve risolvere qualche intricatissimo caso o deve catturare qualche super criminale. Nelle sue avventure Batman si fa accompagnare da un altro eroe: il fedelissimo Robin, il ragazzo meraviglia. Questi è in realtà Dick Grayson, un ragazzo che grazie alla sua agilità, ai suoi pugni e alla sua intelligenza riesce a dare manforte a Batman.

Robin veste con un paio di calzoncini di colore rosso, un mantello di colore giallo e guanti e stivaletti verdi. Ciò che caratterizza fortemente le avventure di Batman sono soprattutto i super criminali che compaiono nelle sue storie, una serie di individui stranissimi, folli, grotteschi e originali, aventi tutti una particolarità che li contraddistingue. Il nemico di Batman più famoso senza dubbio il Jocker, (che nella prima traduzione italiana a fumetti, veniva chiamato "il Jolly") un assassino con la pelle del viso di colore bianchissimo, i capelli verdi, le labbra molto rosse e con un perenne ghigno che gli scopre i denti. E' una specie di clown che ama definirsi un "artista del crimine" e la sua più grande gioia è compiere azioni criminose accompagnandole con scherzi e battute di pessimo gusto per i malcapitati. Questo personaggio (così come tutti i cattivi della serie) conferisce alle avventure di Batman, un ambientazione fantastica, surreale e molte volte decisamente umoristica.

Un altro acerrimo nemico di Batman è il Pinguino, un personaggio per alcuni versi simile al Joker, in quanto come lui ama divertirsi con scherzi criminosi. E' un tipo basso e grassoccio che indossa perennemente un frac, un cilindro e un ombrello che è in realtà un arma sofisticatissima. Altro nemico di Batman è l'Enigmista, vestito con una calzamaglia verde tutta tappezzata di punti interrogativi. Questo si diverte a sfidare Batman e Robin con dei quiz la cui soluzione indica sempre il luogo dove dovrà compiere il crimine. Pericolosissima è anche la Donna Gatto (Catwoman), specializzata in furti di gioielli. La galleria dei personaggi di Batman è veramente molto vasta, per cui ricordiamo solo alcuni dei tanti come "Due facce", un criminale che ha metà del viso normale e l'altra metà sfregiata da vetriolo, "il Trasformista", "lo Spauracchio", "Faccia d'Argilla" e tanti altri ancora. Al fianco del duo Batman e Robin, molto spesso compaiono anche delle affascinati figure femminili come Bat-Girl (la versione femminile di Batman) e la Bat-Amazzone, anch'esse vestite con abiti che si ispirano al pipistrello e in molte avventure sono riuscite a togliere dai guai i protagonisti principali. 

Dalle avventure di Batman narrate nei fumetti sono stati tratti diversi film e cartoni animati per il cinema e per la televisione. Ma è stato grazie alla rivisitazione del grande fumettista Frank Miller, che Batman ha conosciuto una nuova giovinezza a partire dagli anni Ottanta. Il fumetto capolavoro di Batman è riuscito a restituire a questa figura quell'aspetto gotico e tenebroso tipico del suo esordio conferendo alle storie molta azione e drammaticità, senza trascurare l'aspetto ironico che lo ha sempre contraddistinto. Nel 1989, grazie al film di Tim Burton, Batman raggiunge un successo senza precedenti che continua ancora oggi, infatti alla sua prima uscita ha battuto tutti i record d'incasso della storia del cinema e ha alimentato una bat-mania tale da farlo diventare un business nella vendita dei gadget. Nei vari film di Batman che sono stati girati negli ultimi anni c'è da ricordare la splendida interpretazione di Jack Nicholson nei panni del Jocker e quella di Jim Carrey nel ruolo dell'Enigmista.

Trovata in Gran Bretagna una gigantesca ostrica fossile di 145 milioni di anni fa.


Un pescatore inglese , ritirando le sue reti ,ha fatto una scoperta eccezionale. Un'ostrica fossile di oltre 145 milioni di anni era rimasta impigliata nelle reti. L'ostrica è di dimensioni assolutamente imparagonabili con quelle delle ostriche trovate fin'ora , raggiungento anche le 10 volte le sue attuali "parenti". Ma la sorpresa non è solo questa. Sottoponendola a vari test è stato individuato un corpo circolare grande circa come una palla da golf.
La probabile perla è grande circa due volte la perla più grossa mai rinvenuta fin'ora , ma il rischio di aprire il fossile danneggiandolo senza trovarvi la perla è tanto grande da aver paralizzato i ricercatori che la stanno analizzando. Se il corpo individuato dovesse essere una perla autentica , allora la scoperta assumerebbe anche un valore economico inimmaginabile. Ma nessuno vuole prendersi la responsabilità di aprire l'ostrica senza la certezza assoluta della riuscita dell'impresa. La creazione di una perla è un processo lungo e complesso , che ha inizio quando un'impurità riesce ad entrare all'interno dell'ostrica. Per difendersi e isolare il corpo invasore , l'ostrica lo ricopre con diversi strati di madreperla , dando vita alla preziosissima perla.