sabato 14 dicembre 2013
La vera storia di Babbo Natale
La storia di Babbo Natale è legata a quella di San Nicola, personaggio realmente vissuto, nato forse a Patara (Turchia) attorno al 270 d.C. e divenuto vescovo di Myra (l’attuale Dembre in Turchia).
Il vescovo esortò i parroci a diffondere il cristianesimo tra i bambini che non avevano la possibilità di andare in Chiesa a causa del clima invernale.
Per avvicinarli, propose di portare loro un regalo.
Ma San Nicola è noto anche grazie a uno dei canti della Divina Commedia, per la precisione il XX del Purgatorio.
Qui Dante lo ricorda come un uomo commosso alla vista di tre giovani donne impossibilitate a sposarsi, poiché il padre era caduto in povertà.
Per tre notti di seguito, Nicola lanciò un sacco di monete facendolo passare per la finestra aperta del castello: il contenuto sarebbe stato la dote di una delle figlie.
Nelle prime due notti non incontrò ostacoli, ma alla terza notte trovò la finestra chiusa.
Cosa gli rimaneva da fare, se non arrampicarsi sui tetti e lasciar cadere l’ultimo sacco dal comignolo? Le monete raggiunsero quindi le calze, appese ad asciugare, e alla fine tutte e tre le donne furono libere di sposarsi.
In una versione più “cristiana”, il padre stava prendendo la decisione di far prostituire le tre figlie per rifarsi della povertà e solo l’intervento di Nicola le salvò dal peccato e permise loro di sposarsi.
Sembra che San Nicola non fosse proprio un uomo di gran bellezza e che non avesse niente del Babbo Natale moderno: studiando le reliquie, alcuni antropologi britannici hanno ricostruito il suo volto. Non raggiungeva il metro e settanta di altezza, aveva un naso rotto che probabilmente gli dava un aspetto arcigno e allineamenti marcati, una pelle olivastra, una barba selvaggia e capelli ispidi. Insomma, a trovarselo di fronte doveva far impressione. Ma, come sappiamo, un uomo non si giudica dalle apparenze.
Alla morte, le spoglie di San Nicola furono portate a Bari, dove sono ancora visitate dai fedeli. O, per meglio dire, furono trafugate da Myra, dove erano rimaste fino al 1087, e quindi portate in Italia da cavalieri travestiti.
San Nicola è anche patrono di Amsterdam e della Russia. In suo onore, in Olanda nacque la festa Sinterklaas, dalla quale è poi derivato il nome alternativo di Santa Claus – con il quale il nostro Babbo Natale è conosciuto all’estero.
E’ con lo scisma tra la chiesa Cattolica e la chiesa Protestante che a San Nicola si affiancò Gesù Bambino come portatore di doni: la seconda, infatti, riteneva la figura del santo troppo legata alla vecchia chiesa.
A dire il vero, la figura di Babbo Natale potrebbe essere ben più antica.
Tra gli dèi nordici, il più venerato era Odino, che guarda caso portava una lunga barba bianca, vagava come un viandante e cavalcava un cavallo volante chiamato Sleipnir.
Una tradizione che ancora esiste in Belgio e nei Paesi Bassi vuole che i bambini lascino le loro scarpe vicino al camino, piene di paglia per sfamare il cavallo. San Nicola (anticamente Odino) passa durante la notte, in sella a un cavallo volante (anticamente Sleipnir), a sostituire la paglia con doni e dolciumi.
La stessa tradizione, tra l’altro, è stata importata anche da noi ed è probabilmente all’origine delle calze che si appendono al camino il 6 gennaio, nel giorno della Befana.
Curiosità
Forse non tutti sanno, che originariamente il vestito di Babbo Natale era verde, non rosso come siamo abituati a vederlo.
Divenne rosso solo dopo che, negli anni ’30, la Coca-Cola lo usò per la sua pubblicità natalizia, e lo vestì in bianco e rosso, come appunto la scritta della sua famosa bibita.
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