martedì 16 luglio 2013

L'eruzione del Krakatoa


Quanto fu assordante l’eruzione vulcanica del Krakatoa, noto come il rumore più forte mai udito dall’uomo? Se a Los Angeles, in California, si verificasse un’esplosione di magnitudo equivalente a quella del Krakatoa, verrebbe udita fino a New Heaven, nel Connecticut. 
Altri disastri naturali hanno preteso un pedaggio di morte più elevato del Krakatoa, ma l’eruzione di questa isola vulca­nica indonesiana verso la fine di agosto del 1883 costituisce una sequela incre­dibile di superlativi geofisici. Di fatto, l’inquietante violenza dell’eruzione illu­stra in modo drammatico le colossali forze della natura, in confronto alle quali i poteri dell’uomo sono minuscoli. Certo, in teoria siamo in grado di distruggere il pianeta utilizzando le armi nucleari a disposizione dei vari paesi, ma non abbiamo mai creato un’arma che si avvicini anche solo alla potenza d’eruzione del Krakatoa. 
L’isola di Krakatoa si trova nel distretto di Sunda, tra le isole indonesiane di Giava e Sumatra. E' sempre stata disabitata, benché siano molti i visitatori che si recano in quest'isola vulcanica.
 La prima eruzione registrata del Krakatoa risale al 1680. Il vulcano rimase quindi inattivo per più di 200 anni, fino a un ciclo di eruzioni iniziato nel maggio del 1883. I vicini abitanti di Giava e Sumatra non le considerarono allarmanti. C’era addirittura chi visitava l’isola e saliva a sbirciare all’interno della bocca del vulcano. Nessuno evacuò, e tutti continuarono la propria vita. Passò l’estate. Poi, a mezzogiorno del 26 agosto 1883, una domenica, il Krakatoa eruppe in una serie di enormi esplosioni, e cenere e pomice cominciarono a piovere sulle case e sulle navi nello stretto di Sunda.
 Il fenomeno durò per ventiquattro ore fino al giorno seguente, quando quattro immense esplosioni, la più potente delle quali alle dieci del mattino, fecero lette­ralmente tremare il mondo. Quell’esplosione svegliò gli abitanti dell’Australia meridionale, distanti più di 4000 chilometri. L’onda d’urto fece il giro della terra sette volte alla velocità di 1000 chilo­metri all’ora… tre volte in una direzione, quattro in quella opposta. La cenere espulsa dal vulcano si alzò per 80 chilometri nell’atmosfera, e la polvere fece più volte il giro della terra, depositandosi quasi ovunque sul pianeta. Era così spessa che per due giorni nello stretto di Sunda vi fu il buio più totale. Il Krakatoa fece sì che sull’isola altri vulcani più piccoli eruttassero, e il calore combinato delle esplosioni fece salire la temperatura dell’oceano a ben 60 gradi. Inoltre, un manto di pomice alto 3 metri ricoprì le acque per miglia e miglia intorno a Giava e Sumatra.
 L’eruzione causò inoltre uno tsunami, un’onda anomala che provocò grande distruzione e fu percepita fino a Capo Hom, in Sudamerica.

Le ondate provocate dal Krakatoa, alte 30-40 metri, ingoiarono trecento villaggi costieri e porti, uccidendo più di 36.000 persone, annegate oppure schiacciate dal crollo degli edifici. Furono pochi a finire inceneriti dalla lava o dalle onde d'urto. La principale causa di morte fu lo tsunami… era così grande da essere avvertito sulla costa occidentale degli Stati Uniti. L'esplosione affondò un tratto di terra costiera di 130 chilometri quadrati, così come parecchie isole più piccole nello stretto di Sunda.

La Berow, una cannoniera olandese ormeggiata nel porto di Telok Betong, Sumatra, venne investita dallo tsunami, trasportata in aria e quindi lasciata cadere a circa 2 chilometri all’interno, in una foresta. Moltissime navi nelle acque circostanti l’Indonesia non furono altrettanto fortunate; la maggior parte colò a picco e non fu mai recuperata.

Il Krakatoa spedì nell’atmosfera 13 chilometri di detriti, dove rimasero per ben due anni. Questo materiale fece sì che il sole di mezzogiorno apparisse azzurro in Sudamerica, e nelle Hawaii i tramonti verdi si susseguirono per mesi. 
 La polvere creò inoltre spettacolari tramonti in tutto il mondo per parecchi mesi dopo l’eruzione. Alcuni sembravano enormi incendi in lontananza. Due mesi dopo, nell’ottobre 1883, molti abitanti di New Heaven, Connecticut, chiamarono i vigili del fuoco perché pensavano che i tramonti fiammeggianti che vedevano in realtà fossero incendi giganteschi. Il fenomeno fu osservato anche in molte aree della costa orientale statunitense. 
 Alla fine, esaurita la sua energia, esausto il potere, il Krakatoa affondò in mare. Al suo posto ora c’è Anak Krakatoa, «figlia del Krakatoa», un’isola vulcanica più piccola in cui si è verificata un’eruzione di scarsa entità nel 1928, e che continua a eruttare periodicamente. È nondimeno altamente improbabile che l’Anak potrà mai raggiungere il potere catastrofico del Krakatoa. Un’eruzione di magnitudo uguale o maggiore è possibile in altri luoghi della terra, ma fino a questo momento il Krakatoa detiene il record dell’eruzione vulcanica più potente di tutti i tempi.

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