giovedì 21 marzo 2013

Il Tempio del Sole di Konarak India

E' un edificio religioso risalente al XIII secolo che si trova nella città di Konark, a circa 60 Km da Bhubaneshwar, capitale dello Stato dell'Orissa in India.
Il tempio venne costruito in granito dal re Narasimhadeva I ed è un importante santuario per il brahmanesimo, detto anche la “pagoda nera” perché costruito in scura pietra vulcanica. 
Inserito nel 1984 nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'Unesco

L'edificio ha la forma del carro di Surya, la divinità induista del sole, ed è notevolmente decorato con sculture e bassorilievi.
La forma del complesso è quella di un carro trainato da sette cavalli su dodici paia di ruote.
L'entrata è guardata da due leoni, scolpiti nell'atto di abbattere un elefante da guerra, che a sua volta si trova su di un corpo umano.
All'ingresso del tempio si trova un Nata Mandir, dove i danzatori erano soliti omaggiare il dio sole con danze rituali.
Tutt'intorno al perimetro del tempio si trovano motivi geometrici e floreali, oltre a statue rappresentanti figure umane, divine e semi divine in pose sensuali, comprese alcune derivanti dal Kama Sutra.

Un tempo si trovava sulla spiaggia, probabilmente serviva da segnale ai naviganti, ma oggi per la modifica naturale della linea costiera si trova arretrato rispetto al mare.

Re Narashimha I della dinastia Ganga intorno al 1250 d.C. fece costruire il tempio nell'antica località di Konarak che è legata al mito della guarigione dalla lebbra di Shamba, figlio di Krishna, grazie all'intervento di Surya.
Fu distrutta nel XVI secolo e, in seguito alla profanazione subita, disertata come luogo di culto, nonchè lungamente saccheggiata dai locali, sovrani e cittadini, in cerca di materiale da costruzione, statue e ornamenti.
Furono gli Inglesi a intervenire ed a proibire qualunque ulteriore devastazione, con un intento prettamente pratico, probabilmente:
la Marina inglese nel 1806 ne caldeggiò infatti il restauro, poichè il tempio fungeva da segna costa, dalla quale dista oggi circa 2 Km;

Il tempio è racchiuso in una vasta cinta con entrate su tre lati, ed è concepito come il Carro del Sole, trainato da sette cavalli, tre sul lato nord e quattro su quello sud - due ancora presenti in loco - e sostenuto da ventiquattro ruote di quasi 3 m. di diametro lungo il basamento, simbolo per alcuni dei 12 mesi dell'anno sotto gli aspetti diurno e notturno, per altri delle 24 ore del giorno. Sulla piattaforma si innalza il Jagamohana, l'ampia sala dei fedeli oggi riempita e sigillata per evitarne il crollo, sormontata da una struttura piramidale a terrazze, e l'ancor più vasto Deul, la cella del dio ormai priva dello Shikara, la torre esteriore, crollata a metà del XIX secolo.
Nella costruzione dello Shikara, che portò il tempio a superare i 60 m. di alt., vennero impiegate putrelle di ferro battuto per  un' intelaiatura di sostegno che comunque non riusci a evitarne il crollo.

Alla base del Deul, sui tre lati liberi vi sono dei sacrari sussidiari con scalinate esterne che portano ad altrettante nicchie ospitanti statue di Surya.
Il tempio è preceduto da uno splendido padiglione a pilastri su un alto basamento, un tempo coperto da una struttura piramidale e con soffitto a cassettoni, con ricchissima decorazione.
Le dettagliate rappresentazioni di Devadasis, le ancelle danzatrici del dio, chiamate in Orissa Mahari, fanciulle cioè dedicate dalle loro famiglie al servizio rituale e istruite nella danza e in altre arti raffinate, hanno permesso di ricostruire le posizioni della danza classica locale, la danza Odissi, che all'inizio del '900 si stava perdendo.
Questo edificio, dunque, sembra essere stato un Natamandir, un padiglione delle danze, rito fondamentale nel cerimoniale del tempio.

Altri edifici completano il complesso di Konarak: a sud il Bhogamandapa con i resti delle cucine, due cisterne e un pozzo; a sud-ovest del tempio principale un secondo, e forse più antico, dedicato in seguito a Maya Devi, una moglie di Surya, e poco discosto un altro piccolo sacrario in onore di Vishnu.
Concludono i reperti più significativi i cossidetti Colossi, gruppi statuari di grande potenza e plasticità, un tempo collocati davanti alle tre scalinate d'accesso al basamento: due leoni rampanti su elefanti accucciati che stritolano un demone a est; due elefanti a grandezza quasi naturale a nord e due stalloni da guerra con attendente e guerriero abbattuto a sud.

1 commento:

  1. Ogni pietra ci racconta qualcosa di remoto e lontano....
    Grazie come sempre Ambra cara...

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