mercoledì 30 gennaio 2013
I giardini pensili di Babilonia
Splendida doveva essere Babilonia allorché Nabucodonosor, nel 604 a.C., dopo aver distrutto l'assira Ninive, instaurò il II impero; ma quando la figlia di Ciassare, re dei Medi, andò sposa al grande re, questi volle abbellire maggiormente la città, facendo dono all'amata di un giardino tale che, per l'originalità della struttura e la varietà dei fiori, fosse degno della sua bellezza.
E gli architetti di Babilonia misero in opera un ardito progetto: su di un'area di 10.000 metri quadrati, essi elevarono una sequenza di terrazze in pietra, sorrette da ampi archi e della larghezza di 6 metri, si che, visto dal basso, il giardino pensile sembrasse una alta gradinata traboccante di fiori: sotto gli archi si celavano vaste sale rilucenti di decorazioni dove i sovrani potevano sostare; inoltre perché l'acqua non venisse mai meno, fu ideato un geniale sistema d'irrigazione che terminava, sull'ultima terrazza, in una fontana zampillante.
Poco o nulla rimane ormai di Babilonia e dei giardini pensili; ma i pochi resti che la zappa dei pazienti archeologi ha tratto alla luce, valgono a testimoniare la veridicità della descrizione che ne fecero gli antichi scrittori.
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